è appena cambiato tutto, la Corte di Cassazione ribalta le norme dell’Agenzia delle Entrate – .

è appena cambiato tutto, la Corte di Cassazione ribalta le norme dell’Agenzia delle Entrate – .
è appena cambiato tutto, la Corte di Cassazione ribalta le norme dell’Agenzia delle Entrate – .

La modifica introdotta dalla Corte Suprema ha lo scopo di facilitare la gestione degli affitti e ridurre i costi per un gran numero di inquilini.

Gli affitti e la loro tassazione sono da sempre argomenti di grande interesse per proprietari e inquilini. Le norme che regolano queste questioni hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana e finanziaria di entrambe le parti. Ultimamente, la Corte di Cassazione ha emesso una frase quello potrebbe rivoluzionare il panorama fiscale italiano in materia di affitti.

cedolare seccaun regime fiscale preferenziale per i redditi da locazione da sempre oggetto di interpretazioni restrittive da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una nuova sentenza della Corte di Cassazione, però, ha cambiato radicalmente queste interpretazioni, portando con sé importanti novità per tutti i contribuenti coinvolti nel mercato degli affitti.

La nuova sentenza della Corte Suprema introduce un grande cambiamento nel mercato degli affitti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12395 del 7 maggio 2024, ampliato accesso alla cedolare secca anche per i titolari di partita IVA che affittano immobili ad uso residenziale. Questa decisione contrasta con la tradizionale posizione dell’Agenzia delle Entrate, che limitava l’utilizzo della flat tax ai soli inquilini non titolari di partita Iva.

La Corte di Cassazione ha ampliato l’accesso alla cedolare secca ai titolari di Iva che affittano immobili ad uso residenziale (Foto Canva) – designmag.it

La cedolare secca è un regime fiscale che consente di pagare un’imposta sostitutiva sui redditi da locazione. Le tariffe attualmente previste sono:

  • 21% per la maggior parte dei noleggi.
  • 10% per gli affitti agevolati.
  • 26% per affitti a breve termine di più immobili.

In passato l’Agenzia delle Entrate aveva stabilito che l’imposta secca non poteva essere applicata se l’affittuario era titolare di partita IVA, indipendentemente dalla destinazione d’uso dell’immobile. Questa restrizione era sulla base dell’interpretazione che la locazione debba essere esclusa dall’esercizio di imprese, arti o professioni. Di conseguenza, molti contratti di locazione stipulati da imprenditori o professionisti sono stati esclusi da questa agevolazione fiscale.

La sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che l’esclusione della flat tax deve riguardare solo i proprietari e non gli inquilini. Ciò significa che ora anche un titolare di partita IVA può affittare un immobile ad uso abitativo e trarne vantaggio tassazione agevolata del 21%. Questa decisione rappresenta una svolta radicale rispetto alla precedente linea restrittiva dell’Agenzia delle Entrate.

Questo cambiamento ha importanti implicazioni pratiche. Ad esempio, un imprenditore che prende in affitto un immobile per ospitare i propri dipendenti potrà ora usufruire della cedolare secca, riducendo i costi e semplificando la gestione fiscale. La decisione della Corte Suprema elimina quindi uno dei principali vincoli che negli anni avevano generato numerose controversie.

 
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