Unfrosted, la recensione del film Netflix con Jerry Seinfeld – .

Lo schema è il solito, e ricalca l’approccio tipico di certe produzioni originali in streaming: star e guest star, estetica ampiamente riconoscibile, tempistiche prestabilite, approccio ammiccante, pronto a conquistare gli utenti. Niente di più, niente di meno. Mentiremmo se lo dicessimo Unfrosted: la storia di uno snack americano Di Jerry Seinfeld (al suo esordio come regista!) non ci ha fatto sorridere, se non che l’intero spettacolo può essere paragonato ad un grandissimo divertimento che avrebbe poca narrativa (ma attenzione alla satira che prende di mira il Capitalismo), affidando tutto a un linguaggio comico adiacente allo spirito umoristico di Seinfeld. Insomma, ridere a volte non basta, se dietro c’è un’assenza (o quasi) di onestà narrativa capace di tenere incollati i due percorsi del film: farsa dichiarata, ma anche storia vera.

Melissa McCarthy e Jerry Seinfeld nel film

Arrivato su Netflix, Non smerigliato è quindi il tentativo di racchiuderne uno tra tanti Storie americane in una commedia disegnata con il compasso, affidandosi all’estro dell’attore (e sceneggiatore e showman) e ora anche regista, e affidandosi alle numerose scenette che si sovrappongono di scena in scena. Al centro, uno spaccato degli anni Sessanta, in cui le idee si scontravano fino all’ultimo mercato. Parlando di Capitalismo: sembra che ultimamente ci sia stata una decostruzione del mito capitalista a stelle e strisce (vedi voce BarbieO Aria di Ben Affleck), con sempre più sceneggiature incentrate sull’argomento, ma invertendone il significato e puntando a una satira sfacciata. E Non smerigliatocon tutte le limitazioni del caso, viene aggiunto all’elenco.

Unfrosted: sfida dell’ultima merenda

La premessa che introduce Unfrosted: The Story of an American Snack si basa su ciò che dovrebbe essere “una storia di ambizione, tradimento, zucchero e lattai minacciosi”. Lo stesso Jerry Seinfeld ha scritto il film, insieme a Spike Feresten, Andy Robin e Barry Marder. Come accennato, nel film Netflix ci sono tanti (troppi) personaggi, ma uno solo è il vero protagonista, ovvero Bob Cabana (con la faccia di Seinfeld), un dipendente della Kellogg’s ispirato a William Post, colui che ha inventato il famoso Pop -crostate (ah, zuccheri americani!). Perché la storia raccontata, nonostante mille divagazioni e mille licenze, ci porta nel 1963 a Battle Creek, nel Michigan.

Hugh Grant non smerigliato

Hugh Grant nel ruolo del cucciolo di tigre di Kellogg

Da una parte Kellogg’s e dall’altra Post, per una battaglia fino all’ultima bustina di dolcificante: l’obiettivo infatti era l’imposizione definitiva sul mercato attraverso quello che poi sarà “il prodotto rivoluzionario per la colazione americana”. Lo spionaggio industriale si mescola alla Guerra Fredda, le missioni lunari partono dalla Casa Bianca e la cultura pop americana inizia a strutturare il proprio immaginario. Per questo, Seinfeld immaginerà a mescolare di situazioni legate ai protagonisti: Melissa McCarthy che interpreta uno scienziato della NASA, questo è tutto Amy Schumer nei panni di Marjorie Post (la stessa Post che sfida Kellogg’s), troviamo Hugh Grant nella parte dell’attore Thurl Ravenscroft (quello sotto la mitica tigre!) e Bill Burr come Kennedy, alle prese con “la storia dello zucchero cubano”.

Più divertito che divertente

Pellicola non smerigliata

La squadra di Kellogg

Vedendo Non smerigliato, è chiaro quanto gli Stati Uniti d’America abbiano creato il proprio immaginario grazie ad una competitività capace di tramandarsi e, in qualche modo, capace di diventare materia narrativa dalle infinite possibilità. Seinfeld, in questo caso, vista la sua natura da cabaret, ha optato per la farsa garantita, con soddisfazione di Netflix, sempre più propenso a costruire operazioni facili da usare, scalando rapidamente il i primi 10. Una scelta, va detto, che continua a premiare la piattaforma. Il punto, però, è che risate e sorrisi, pur legati a una certa conoscenza della storia politica e sociale americana (gli altri potrebbero annoiarsi), sono decisamente fini a se stessi, senza avere la capacità di essere un linguaggio tagliente e incisivo (come dire, ti diverti, ma forse ti diverti di più con l’idea produttiva che c’è dietro Non smerigliato).

Non smerigliato 1

Unfrosted, una scena del film Netflix

Resta il divertimento, resta il piacevole impilati di volti famosi (i nostri preferiti sono Dan Levy che interpreta Andy Warhol e Jon Hammin un cameo che cita direttamente l’irraggiungibile Don Draper di Uomini pazzi), resta la rilettura di una storia consumata di toni divertente e teatrale, a cui si aggiungono diversi momenti onirici (ma sarebbe meglio definirli frastornati) che poco fanno per rafforzare l’idea cinematografica di una commedia che sembra prendersi gioco di tutti e di nessuno. La nota dolente, infatti, sta proprio qui: il gioco scelto dal simpatico Seinfeld viaggia velocissimo, citando e scherzando, senza mai fermarsi, e passando invece frettolosamente allo schizzo successivo. Fortunatamente, la durata di Non smerigliato aiuta: novanta minuti. Inoltre forse sarebbe stato ingombrante.

Conclusioni

Jerry Seinfeld sceglie la storia vera di una battaglia di snack come suo debutto alla regia. Il risultato? In linea con ciò che rappresenta lo showman e sceneggiatore: novanta minuti di sketch che, tra satira e spensieratezza, cercano di scherzare su tutto, senza però avere la giusta coesione e la giusta profondità narrativa. Sarà divertente scoprire i tanti cameo che si allineano nel corso del film, se non fosse che ogni scena sembra destinata solo ad accompagnare gli sketch che riempiono la sceneggiatura.

Perché ci piace

  • I tanti cameo.
  • La storia vera, che è la base.

Cosa c’è che non va

  • Nonostante l’affetto per Seinfeld, la regia sembra quasi precompilata.
  • Chi non conosce certe dinamiche americane potrebbe annoiarsi.
  • Più divertito che divertente.
 
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