l’accordo è prossimo al “collasso”. Israele punta su Rafah – .

l’accordo è prossimo al “collasso”. Israele punta su Rafah – .
l’accordo è prossimo al “collasso”. Israele punta su Rafah – .

DiDavide Frattini

E Netanyahu chiede la chiusura di «Al Jazeera» nel Paese: «Megafono dei terroristi»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME – Il capo della CIA arriva di corsa a Doha, i leader di Hamas tornano a Doha con più calma. Gli orologi delle negoziazioni seguono fusi orari e ideologie diversi. William Burns – rivela il giornale digitale Axios — incontrarsi in «emergenza» Mohammed Bin Abdul Rahman al-Thaniil primo ministro del Qatar, per cercare di finalizzare l’accordo – “vicino al collasso” – che porterebbe a una pausa nei combattimenti a Gaza in cambio del rilascio di un primo gruppo di ostaggi. I fondamentalisti dicono di aver dato la risposta ma prendono tempo e gli egiziani li rivogliono al Cairo entro 48 ore. I continui decolli e atterraggi tra gli aeroporti del Medio Oriente servono anche a dimostrare che le trattative restano in sospeso.

Anche se il punto fondamentale del contendere non sembra essere stato superato: la tregua permanente. I jihadisti dicono che questo giro di discussioni è finito, chiedono garanzie che il conflitto venga dichiarato finito almeno con la seconda fase dell’accordo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ribadisce che l’affermazione è “inaccettabile” e comunque darà ordine all’esercito di invadere Rafah, l’ultimo chilometro quadrato della Striscia al confine con l’Egitto dove sono ammassati tra le macerie un milione e mezzo di sfollati del nord. E dove secondo l’intelligence si nasconde Yahya Sinwar, il leader dei leader di Hamas e pianificatore dei massacri del 7 ottobre: ​​la sua cattura o uccisione darebbe al primo ministro quell’immagine di “vittoria totale” che aveva promesso. «La mediazione non sembra funzionare, molto presto lanceremo l’offensiva», dichiara Yoav Gallant, ministro della Difesa. A poche centinaia di metri dalle tende dei profughi, i paramilitari di Hamas si posizionano per sparare colpi di mortaio. Ieri dieci israeliani sono rimasti feriti vicino al valico di Kerem Shalom attraverso il quale passano camion che trasportano aiuti umanitari. I consiglieri di Netanyahu avrebbero illustrato nei giorni scorsi agli americani i piani per l’evacuazione dei civili dalla zona.

Fonti di Washington spiegano all’agenzia Associated Press che “i dettagli non sono cambiati” L’opposizione del presidente Joe Biden all’incursione: «Metterebbe a rischio troppe vite», quasi 35mila palestinesi sono stati uccisi in 212 giorni di conflitto. Axios scrive inoltre che la Casa Bianca ha bloccato, per la prima volta in questi sette mesi, la fornitura di alcuni armamenti alle truppe di Tsahal. “Ci difenderemo in ogni modo”, proclama il primo ministro israeliano attraverso i social, “e se dovremo restare soli, rimarremo soli”.

La coalizione al potere ha votato ieri la mozione proposta dal primo ministro per il chiusura degli uffici di Al Jazeera in Israele e il blocco delle trasmissioni via cavo. L’emittente di proprietà del Qatar sarebbe il primo canale straniero ad essere bandito nel Paese, con alcune apparecchiature sequestrate. «I suoi giornalisti ci fanno del male – ha detto Bibi, come viene soprannominato -. E’ ora di togliere il megafono di Hamas». Gli avvocati di Al Jazeera stanno già presentando istanze per ribaltare la decisione e “gli sforzi di Israele per nascondere ciò che sta facendo a Gaza”, da dove la televisione è una delle poche a trasmettere. «Così il governo – commenta la locale Associazione della stampa estera – si unisce al club degli autocrati che hanno bloccato il canale».

5 maggio 2024 (modificato il 5 maggio 2024 | 22:05)

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