Caro Porro, la mia azienda è vittima delle sanzioni contro la Russia – .

Caro Porro, la mia azienda è vittima delle sanzioni contro la Russia – .
Caro Porro, la mia azienda è vittima delle sanzioni contro la Russia – .

Caro Porro,

Ti invio questa lettera per testimoniare ciò che sta attraversando la mia azienda sanzioni alla Russia. Si chiama MG SRL e produce macchine piegatrici per lamiera. Ha progettato tante bellissime aziende vendute in tutto il mondo e, negli ultimi anni, ha realizzato anche numerosi impianti completamente automatizzati.

Adesso sono presidente dell’azienda ma, prima di me, mio ​​padre e mio fratello hanno trascorso anni qui insieme ai nostri soci.

Si è creata una situazione surreale. A settembre 2021 vinciamo ilcontratto per una macchina piegatrice molto grande, capace di lavorare una lamiera di 160 millimetri su una larghezza di 3 metri. IL il cliente è russo e, come tutti, versa a avanzare al momento dell’ordine: nel caso specifico pari a 600mila euro.

Avviamo quindi una fase di progettazione su misura che, per un’azienda come MG, rappresenta già di per sé una sfida. Perché non abbiamo né uno squadrone di ingegneri pronto a intervenire in ogni momento né un esperto sempre a nostra disposizione.

Arriva il febbraio 2022 e il mondo assiste all’invasione dell’Ucraina. Iniziamo a parlare di sanzioni che congelerà le relazioni tra l’Occidente e Mosca. Di comune accordo con il cliente abbiamo poi deciso di tenere il progetto in stand-by fino alla fine del conflitto: gli stessi russi pensavano che fosse questione di poco tempo.

Tuttavia, nel 2023, il cliente ce lo chiede restituire l’anticipo. Ci impegniamo quindi a trovare una soluzione per tenere a galla il progetto, anche perché rinunciarvi avrebbe significato consegnarlo ad aziende concorrenti che operano in Paesi non coinvolti nelle sanzioni.

In breve, mandare un lavoro fuori dall’Italia dopo aver lottato per mesi per portarlo qui non mi andava bene. Pensavo che prima o poi la guerra sarebbe finita e saremmo potuti partire. Ho quindi concordato con il cliente di rimborsare la metà dell’anticipo ricevuto, considerando che parte della somma stessa era già stata spesa per coprire le spese di progettazione.

Raggiunto un accordo con il cliente abbiamo dato mandato alla banca di procedere ma non è stato possibile portare a termine il risarcimento. Perché i rapporti economici Italia-Russia erano e restano congelati. Nel frattempo le sanzioni si sono moltiplicate, al punto da colpire ogni aspetto dell’export: dalle tecnologie ai pagamenti in criptovalute.

L’anno scorso Arriva MG Perciò citato in giudizio da parte del cliente russo che, come è ovvio, pretende non solo il rimborso dell’intera somma ma anche degli interessi maturati.

Ad oggi abbiamo sostenuto spese legali per 150mila euro ma sono destinate ad aumentare. Ho chiesto ai miei legali se ci fosse un modo per coinvolgere lo Stato italiano, così da ricevere consigli su quale strategia fosse meglio seguire. La loro risposta fu una risata fragorosa, come se avessi detto qualcosa che non aveva senso.

Non sono un avvocato e non ho mai studiato legge. Ho però iniziato a lavorare a 14 anni e oggi, a 55 anni, continuo a farlo con lo stesso entusiasmo, imparando ogni settimana cose nuove che mi fanno crescere. L’unica cosa che so fare è il mio lavoro, che amo.

Non credo che la mia azienda abbia commesso errori: abbiamo vinto un appalto importante e creato posti di lavoro in Italia. Volevamo completare l’ordine, ma le sanzioni ce lo hanno impedito. Quello che è successo non è stata una nostra decisione.

Aggiungo che abbiamo già affrontato un Arbitrato a Vienna, nel quale ho dovuto dimostrare ai legali della controparte le ragioni oggettive per le quali non possiamo procedere al rimborso pattuito.

I nostri clienti russi, però, non sembrano vedere tutto questo. Guardano la realtà dei fatti, cioè che i soldi non li abbiamo restituiti. Ora l’Ucraina fatica a difendersi, ma la Russia sembra stare bene. È nostro MG?

Caro Nicola, ti ringrazio se pubblichi la mia lettera o anche solo se la leggi. Spero che nessun’altra azienda stia attraversando quello che stiamo attraversando io e i miei partner.

Avevi ragione fin dall’inizio sull’ottusità di alcune scelte politiche, a parte lo stop alle esportazioni, è proprio questa la barzelletta. Ti seguiamo ogni giorno nel brodo e ti sosteniamo sempre, spesso sei l’unica voce di chi ha il sale in testa.

Se vi trovate in Piemonte venite a trovarci, siamo vicino alle Langhe, se venite a novembre vi porteremo a mangiare il tartufo insieme ad un buon bicchiere di Barolo.

Grazie CIAO

Massimo Roccia

Intingi la penna nel calamaio delle tue vittorie e dei problemi che ti fanno arrabbiare e scrivici qui: Contatti – Nicola Porro.

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