Armi nucleari in Europa, 100 testate schierate (e due basi in Italia). Ma il Cremlino ne ha duemila – .

Armi nucleari in Europa, 100 testate schierate (e due basi in Italia). Ma il Cremlino ne ha duemila – .
Armi nucleari in Europa, 100 testate schierate (e due basi in Italia). Ma il Cremlino ne ha duemila – .

Non esiste una sola bomba atomica e potrebbe non avere le stesse dimensioni o gli stessi effetti devastanti ovunque. La minaccia più grande, perché prontamente utilizzata nelle dichiarazioni pubbliche di minaccia, è paradossalmente rappresentata da quelle più piccole: le bombe tattiche, cioè mini-bombe atomiche modulabili per calibrare le conseguenze su pochi chilometri quadrati, ma capaci di scatenare una catena psicologica di reazione in tutta Europa. Gli esperti dell’Università di Princeton hanno recentemente simulato un’escalation di attacchi nucleari limitati, che provocheranno oltre 90 milioni di vittime. All’inizio della guerra in Ucraina erano circa un centinaio le testate americane B-61 distribuite nelle basi americane e NATO in Italia, Germania, Belgio, Olanda e Turchia. D’altro canto, la Russia era in grado di schierare fino a duemila testate. E a spaventare è anche l’uso del missile ipersonico, dieci volte più veloce del suono, quasi impossibile da intercettare e capace di trasportare testate nucleari. Il suo utilizzo in Ucraina è stato letto come un messaggio non proprio subliminale da parte di Putin all’Occidente. Fu lo zar a brandire la mazza atomica all’inizio della guerra, annunciando di aver messo in allerta le forze di deterrenza nucleare. I passi successivi sono stati il ​​trasferimento (ormai compiuto) di bombe atomiche al confine con la Nato, in Bielorussia guidata dal suo alleato di ferro Lukashenko, e la promessa di rispondere se necessario anche con il nucleare al “non escluso” invio di truppe occidentali da parte il presidente francese Macron.

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L’AVVISO

Il fatto è che, anche se ufficiosamente, negli ambienti politico-militari europei è dato per scontato che i russi possano contare su un certo numero di testate nucleari non solo in Bielorussia ma anche nell’enclave di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania. Un ulteriore campanello d’allarme è suonato nelle cancellerie europee dopo le dichiarazioni sprezzanti rilasciate da Trump, candidato alla Casa Bianca, nei confronti dei paesi Nato. Se l’Ue dovesse perdere l’ombrello nucleare americano, per difendersi dalla pioggia di armi russe, non potrebbe che ricorrere a quello francese. Recentemente anche Londra, che è fuori dall’UE, ha chiesto il ritorno di alcune testate nucleari statunitensi sul suo territorio, per integrare le proprie. Infine, c’è una questione di vettori che riguarda i vari Paesi.

EUROPA

Gli osservatori ritengono che i recenti ordini tedeschi per la nuova versione F-35 DCA (Double Capability Aircraft) siano proprio la risposta a una possibile esigenza di avere più testate atomiche sul proprio territorio (senza contare che anche la Polonia ha chiesto di averne a disposizione). anzi ci sarebbe un dialogo continuo, in questo senso, con Washington). Gli F-35 DCA sono dotati di strumenti progettati specificatamente per la guerra nucleare. Per ora, nei paesi europei senza armi nucleari, vige la filosofia della “doppia chiave”: l’aereo è europeo, la bomba americana. C’è poi il tema della prontezza, perché occorre riconfigurare gli aeroporti per dare una risposta immediata a un possibile attacco russo, riattivando gli hangar ad hoc e gli ascensori speciali che portano in superficie le munizioni. Infine, c’è una questione politica, perché con la Gran Bretagna fuori dall’UE e gli Stati Uniti disinteressati alla parte europea, i paesi europei dovrebbero effettivamente arrendersi allo scudo nucleare francese. È davvero questo ciò che vogliono, invece di restare sotto l’ala protettiva di Washington?

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