«Il giorno più buio di tutti, gocciolante da inizio stagione ma ci rialzeremo». Parlano i super tifosi – .

«Il giorno più buio di tutti, gocciolante da inizio stagione ma ci rialzeremo». Parlano i super tifosi – .
«Il giorno più buio di tutti, gocciolante da inizio stagione ma ci rialzeremo». Parlano i super tifosi – .
PESARO La storia, lo stemma, il calore del pubblico. E ora l’autunno. La retrocessione in A2 della Victoria Libertas Pesaro è stata accolta come uno choc annunciato. Ma la città e i suoi tifosi fanno appello alla tradizione e confidano in una nuova promozione. La Vuelle ha già avuto altri “5 maggio”, ma fa sempre male. Nella stagione 2005-2006 il club finì nella massima serie B dopo il fallimento dell’allora presidente Amadio. La scalata fu rapida perché nel 2006-2007 ottenne dalla Legadue la promozione nella massima serie. L’ultima retrocessione in campo risale però al 1998 e anche in quel caso la ripresa fu immediata. Quello che è successo nella stagione 2023/2024 è difficile da digerire. Un anno turbolento in cui a febbraio Ario Costa, presidente della squadra, annunciò la decisione di lasciare l’incarico a fine stagione dopo 12 anni al timone.

Possiamo dare, avremmo dovuto dare di più

E oggi? «Oggi c’è grande amarezza e delusione – è il commento del sindaco Matteo Ricci – la città è stata molto vicina alla squadra e alla società, e adesso c’è grande tristezza e anche un po’ di rabbia. Nello sport si vince e si perde, ma quest’anno sono stati commessi degli errori che purtroppo abbiamo pagato. Ora vediamo l’evoluzione delle regole e delle iscrizioni nei prossimi mesi e nel frattempo lecchiamoci le ferite e proviamo a ripartire. Siamo una delle città più importanti del basket italiano e i grandi tifosi pesaresi meritano di più”. L’ex presidente della Regione e sindaco Luca Ceriscioli è un tifoso storico e guarda già avanti: «La passione non retrocede. Lo sport ha le sue regole: si vince, si perde, giorni di gloria e giorni di tristezza. Questo ci libera. Ricordo anni fa quando non ci iscrivemmo al campionato per ripartire dalle serie minori. Non abbiamo perso nemmeno uno spettatore, un tifoso, un briciolo di passione per questo sport. Dobbiamo ripartire da qui”. Alberto Paccapelo, altro storico tifoso e presidente del Panathlon Club Pesaro, pensa ai prossimi passi da compiere. «Possiamo dire che allo choc che c’era nell’aria, pochi ci hanno creduto per come è andata a finire. Quando le cose iniziano male è difficile risolverle. La prima cosa da fare è individuare un nuovo consiglio di amministrazione dopo le dimissioni di Costa. Bisogna trovare la direzione, poi confermare i consorziati e gli sponsor. Infine dobbiamo pensare alla squadra. Ha la forza di rinascere come l’araba fenice, ce la faremo, grazie al grande pubblico. Abbiamo una struttura che pochi possono vantare, questo deve essere uno stimolo per tornare al top”. Un altro vero tifoso è il dottor Carlo Valazzi, noto oculista: «Mi dispiace ma c’è poco da dire, non sono in grado di giudicare errori o comportamenti sbagliati. È un pezzo di vita della zona che in qualche modo è ridotto. Ma c’è l’aspetto che la ripartenza non può che far bene. L’ambiente è positivo, ricettivo, c’è un pubblico che dimostra sempre grande affetto e attenzione: questo può darci fiducia nel rilancio della VL”.

Investire con le imprese

Sempre presente al Vitrifrigo Agnese Trufelli, vicedirettore di Confcommercio: «Una retrocessione annunciata da anni, ma in questo campionato troppe cose non hanno funzionato con continue sostituzioni e rattoppi tra i giocatori e il cambio di allenatore. Fa male, ma tutti i tifosi continueranno ad andare al palas anche in A2. Ma serve una riflessione che possa delineare un cambio di rotta per l’azienda e un confronto con enti locali e imprese che possano investire sulla squadra di basket cittadina per tornare subito in A1”. Infine Davide Ippaso, segretario comunale di Confesercenti: «Un grande dolore che colpisce al cuore. Paghiamo una cattiva gestione, senza offesa, senza un piano a lungo termine. Ci sono delle responsabilità che ognuno di noi deve assumersi. La A1 non si improvvisa, servono interventi decisi altrimenti rischiamo di restare a lungo in A2 se non ci sono cambi”.

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Corriere Adriatico

 
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