se entri non staccherai gli occhi dal soffitto – .

se entri non staccherai gli occhi dal soffitto – .
se entri non staccherai gli occhi dal soffitto – .

L’imponenza e la bellezza di questa chiesa lascia davvero tutti impressionati e senza parole: qui infatti è sempre piena di visitatori che ne rimangono ammirati.

Uno scrigno che non ti aspetti, a oltre 1.000 metri di altitudine che appena varcata la soglia lascia senza parole per la bellezza e l’originalità della costruzione.

Origini avvolte un po’ nel mistero dello scorrere del tempo, il chiesa del Santissimo Salvatore di Petralia Soprana è uno dei luoghi incantevoli che si possono scoprire sulle Madonie, a partire dalla forma insolita, quella di un’ellisse perfetta.

Mito e leggenda la vogliono come una delle moschee – di cui non trova traccia scritta se non quella orale – dell’antica Batraliah nel IX secolo popolata dagli arabi prima dell’avvento dei Normanni che arrivarono nel 1061, quando la città fu ribattezzata Petra Heliae e riconsacrata nella cappella palatina dal conte Ruggero che trovò in Petralia Soprana uno dei suoi bastioni più amati.

Nella seconda metà del Settecento fu oggetto di un restauro a cui si deve l’aspetto decorativo finemente scolpito in pietra, espressione di architettura barocca tipico di questa parte della Sicilia.

Avv

Luogo che custodisce parte dell’arte sacra del paese, alcune sue opere infatti trovarono rifugio e si salvarono dopo la demolizione della Chiesa della Madonna del Carmelo, in Piazza del Popolo nel secolo scorso e dove oggi si trova l’imponente monumento si trova il bronzo dedicato ai Caduti, opera dello scultore di inizio Novecento Antonio Ugo.

Possiamo contare chiese a pianta circolare, ma quante a pianta ellittica? Entrando la sensazione è quella di trovarsi all’interno di un cerchio, ma in aumento occhi al soffitto ci accorgiamo di essere all’interno di un’ellisse perfetta sotto la quale si erge la prima delle opere che rendono “sacro” questo luogo non solo per la professione religiosa, ma anche per il contenuto.

Un lampadario circolare a più livelli concentrici da cui centinaia di cristalli di Murano colorati che brillano colpiti dalla rifrazione della luce filtrata dalle finestre poste sul perimetro della cupola, che illuminano l’interno della chiesa a tutte le ore del giorno.

Arrivò nel 1902 per amore, una storia d’amore a distanza, donata dagli emigranti partiti anni prima per cercare fortuna in America, ai loro concittadini.

L’imponenza e l’elegante bellezza dell’epoca lasciano davvero impressionati e per questo è oggetto di scatti fotografici di visitatori che addirittura si fermano sotto di essa per ammirarla e farsi una fotografia d’effetto.

Tornando alla chiesa, lo stile è quello denominato “barocco madonita” unico ed endemico – per parafrasare un termine botanico – di questi luoghi, un mix di tardo barocco, rococò e neoclassico la cui peculiarità stilistica è il bianco candido che ricopre la superfici impreziosite da fregi e decorazioni floreali ricoperte d’oro che ricordano la bottega dei Serpotta, che operò ampiamente nel territorio madonita.

La forma ellittica presenta otto pilastri che sostengono la cupola, dando origine alle cappelle a forma radiale e creando una galleria ellittica che permette di girare e ammirare le opere scultoree lignee e le decorazioni che campeggiano sulle pareti, di cui vedremo citarne solo alcuni.

In modo speculare, due altari creano un’altra particolarità legata ai festeggiamenti dell’Immacolata o alla festa di San Giuseppe. In concomitanza con le due festività, le sedie poste davanti all’altare maggiore di San Salvatore – opera lignea della fine del XVII secolo dell’autore madonita Giovanni Pietro Ragona – vengono ruotati da una parte o dall’altra a seconda della festa, in modo che i fedeli possano partecipare alle funzioni davanti al relativo altare.

La statua lignea raffigurante San Giuseppe con il Bambino è attribuita a Filippo Quattrocchi o Girolamo Bagnasco ed è inserita in una cornice della bottega di Pietro Bencivinni, di epoca barocca.

Di fronte si trova la Cappella dell’Immacolata, dove la statua lignea è opera di Gaetano La Rizza, risalente alla seconda metà del Settecento. Incastonata come una gemma preziosa, la Vergine nel tabernacolo marmoreo, opera raffinata che proviene dalla scomparsa chiesa di Maria Santissima Annunziata del Carmelo, situata dove si trovava l’attuale tabernacolo, scultura di autore siciliano.

Un’altra Immacolata Concezione scolpita in legno da Giovanni Pietro Ragona, risalente alla fine del XVII secolo, proviene dalla chiesa di Santa Maria del Gesù del convento dell’Ordine dei Frati Minori Riformati, ormai caduta in disuso e in attesa di restauro , e sempre le sue opere lignee raffiguranti Santa Barbara e Sant’Antonio con il Bambino.

Sugli altari per agire come decorazione floreale perenni piccoli e deliziosi capolavori di fine artigianato ormai scomparsi, che riproducono mazzi di fiori scolpiti in lamina di ferro e smaltati con delicati colori pastello.

In un angolo restano gli storici drappi originali degli alti stendardi della confraternita di San Salvatore ancora oggi presente ed attiva, portati ed esposti nei sacri cortei che attraversano il cuore del borgo di Petralia Soprana.

Una destinazione che vale la pena visitare tra le tappe di un viaggio nel cuore della Sicilia, quello dove ancora è possibile lasciarsi stupire e avvolgere dalla bellezza e dalle storie nascoste dietro portali in pietra e opere d’arte.

 
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