La notte a Rebibbia, poi il trasferimento. Chico Forti verso Verona – .

La notte a Rebibbia, poi il trasferimento. Chico Forti verso Verona – .
La notte a Rebibbia, poi il trasferimento. Chico Forti verso Verona – .

Chico Forti già oggi è partito per andare in prigione Verona. Le comunicazioni diffuse ieri riferivano che l’uomo, detenuto da 24 anni in Florida con l’accusa di omicidio, avrebbe dovuto trascorrere del tempo nel carcere romano di Rebibbia almeno due giorni, per poi ottenere lunedì il trasferimento nel carcere veneziano. Forti è invece partito questa mattina intorno alle 8,30 con un mezzo della Polizia Penitenziaria, che dovrebbe raggiungere Verona nel primo pomeriggio di oggi.

L’ex imprenditore trentino è arrivato ieri mattina in aeroporto Pratica in mare, vicino Roma, dove ad accoglierlo c’era il presidente del Consiglio. A Roma avrebbe dovuto trascorrere la notte in cella singola ma la direzione ha evidentemente cambiato idea e oggi apprendiamo che l’uomo, nelle poche ore trascorse nel penitenziario di Rebibbia, era in cella con almeno un’altra persona. persona. La struttura scaligera dovrebbe essere, almeno per il momento, la destinazione definitiva del detenuto, anche se non è escluso che possa essere ulteriormente trasferito a Trento nei prossimi mesi. Dipenderà dai suoi legali, nel caso in cui presentino una richiesta di trasferimento, e dal Tribunale di Sorveglianza, che prenderà la decisione. Nel carcere di Verona Forti troverà Filippo Turetta, detenuto per l’omicidio della sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin.

L’avvocato di Forti, Carlo della Vedova, ha fatto sapere che presenterà intanto una richiesta per consentire a Chico di visitare la madre, 96 anni, a Trento, Forti solitario, che non è in grado di muoversi. Lo stesso Forti, intervistato in esclusiva dal Tg1 appena arrivato nel carcere di Rebibbia, ha espresso il desiderio di riabbracciare la madre, che non vede da oltre 20 anni. “Se sono rimasto così è per lei, per mia madre, spero presto di regalargliene uno fantastico abbraccio“, ha spiegato l’uomo al microfono dei giornalisti Rai. Dopo 24 anni, al suo arrivo a Rebibbia, Forti fu liberato dai dispositivi di costrizione e indossò abiti “civili” diversi dalla divisa che ogni detenuto è costretto a indossare nelle carceri. carceri americane.

È cambiato tutto: notte e giorno, dal personale, al direttore, alle guardie che mi hanno accolto, io vestiti che indosso… italiani. Per la prima volta non ho una matricola con me e non ho il manetteè un’altra atmosfera“, ha spiegato Forti nelle sue prime dichiarazioni al rientro in Italia, dichiarandosi ancora una volta estraneo ai fatti a lui imputati”.L’unico motivo per cui ora ho accettato l’estradizione è perché originariamente dovevo dichiararmi colpevole per ottenerla, e non l’avrei mai fatto. È contro il mio principio.

Mi dichiaro innocente“, ha spiegato.

 
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