NOKTURNAL – Ombre della notte – .

NOKTURNAL – Ombre della notte – .
NOKTURNAL – Ombre della notte – .

votazione
6.5

  • Bande:
    NOKTURNAL
  • Durata: 00:40:03
  • Disponibile dal: 03/05/2024
  • Etichetta:
  • Record polverizzati

Poche note di chitarra introducono la lunga strumentale “Bewail The Fallen Light” dei Nokturnal, nuova band indonesiana composta da quattro figure incappucciate di cui, secondo la biografia, si conosce solo l’identità di uno – lo scrittore I’ Non sono un grande fan delle note biografiche nelle recensioni, ma sappi che questa volta questo è davvero tutto ciò che sappiamo di Nokturnal. Dal canto loro partono piuttosto bene, suscitando un certo interesse con un’offerta musicale del tutto insolita per la loro collocazione geografica.
In realtà il genere suonato non è né brutale feroce né satanico black-thrash come di solito accade da quelle parti, bensì death metal con influenze oscure in linea con quanto proposto da In Solitude, Sweven, Tribulation (e in parte da Chapel Of Disease e Ketzer ). La tessitura chitarristica ripetitiva e cupa della prima, lunga composizione è perfettamente in linea con l’immagine misteriosa che il gruppo vuole dare di sé, trattandosi di un pezzo strutturalmente molto semplice ma piuttosto lungo. A fare da contraltare c’è la seconda “Dagger Of Will” che è una cavalcata death metal molto vicina al modulo stilistico dei già citati Tribulation (periodo centrale) e al mondo più progressive delle formazioni Morbus Chron e Sweven: parti più veloci, acustiche improvvise pause ed una voce rauca che ricorda Grave ed Entombed a dominare tutti i vari movimenti strumentali.
L’effetto complessivo del brano è notevole, ma è anche molto vicino a quanto hanno fatto i suddetti numi tutelari, impressione riconfermata dalla successiva “Chainless Soul” che si costruisce come un ibrido di dark-rock e proto-death metal pur sempre simili ai Tribulation di una decina d’anni fa (ricordiamolo, fecero un passaggio pre-celebrity su Pulverized con il loro esordio “The Horror” nel lontano 2009, in un gioco infinito di rimandi).
Circa a metà dell’album il piacere dell’ascolto è notevole, ma poco a poco, a nostro avviso, emerge un fortissimo senso di déjà-vu legato alle influenze dei misteriosi musicisti indonesiani: in questo modo le strutture sono piacevoli, ma a allo stesso tempo tempi davvero derivativi, oltre al fatto che non tutti i brani sono strutturalmente in grado di reggersi da soli, soprattutto nella seconda parte dell’album dove l’effetto sorpresa è ormai svanito.
Nel complesso, quindi, i Nokturnal riescono a gestire un debutto un po’ ingenuo ma sicuramente riuscito: dal canto nostro, speriamo che possano evolversi quel tanto che basta per permettere loro di acquisire maggiore personalità. Se ancora vi mancano le band menzionate più volte nella recensione e ‘ne volete di più’, questo è probabilmente uno dei migliori tributi fatti a questo sottogenere negli ultimi dieci anni.

 
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