20 mila euro per regolare la pratica diAgenzia delle Entrate: questo è il contenuto di un’intercettazione che tira fuori Gigi D’Alessio. Tutto inizia da Riccardo Cameo, l’ufficiale tributario arrestato nell’ambito di un’indagine condotta dal pubblico ministero Claudio Villani: lui e altri due dirigenti sono accusati di corruzione. Nella lista degli indagati figurano numerosi commercialisti che si sono rivolti a Cameo per risolvere le pratiche dei propri clienti. E in un’intercettazione ambientale compare anche il nome dell’artista napoletano.
“Dopo aver provato… come si chiama quel cantante laggiù? Eh sì, Gigi D’Alessio… ero davvero sconvolto… pensavo che venissero ad arrestarmi, ogni volta che passava la polizia… eh… avevo preso 20mila euro per riordinare tutto per lui”: queste le parole usate da Cameo nel corso di un incontro con l’esperto fiscale Maria Grazia Durantini e nipote Sonia Donzettirisalenti a dicembre 2022. E ancora: “Ho sentito le sirene… voglio dire… questa volta mi prenderanno […]Poi non avevo fatto niente di particolare, avevo solo riordinato quella pratica… avevo ricevuto 20mila euro, capito? Però avevo riadattato il rendiconto ma non è che non gliel’avessi fatta pagare…”.
Mobile ha quindi effettuato l’operazione controlli del caso ed è emerso che Gigi D’Alessio è stato coinvolto negli anni 2016-2017 in alcune indagini in relazione alla commissione di reati contabili collegati alla società Ggd srl di cui il cantante era unico socio. Il procedimento in questione risulta essere stato almeno parzialmente archiviato ma non è da escludere che Cameo si riferisse a quel periodo. La risposta dell’artista non si è fatta attendere: dopo aver sottolineato di non aver mai incontrato Cameo, né tanto meno di aver avuto alcuna relazione con lui, Gigi D’Alessio lo ha bollato come“falso e frutto dell’immaginazione di quell’argomento” le suddette dichiarazioni di Cameo.
I presunti fatti non sono mai accaduti, ha aggiunto, né appartengono al suo stile di vita:“Ho già dato mandato ai miei legali di presentare immediatamente denuncia all’Autorità Giudiziaria”.
