Boeing ci riprova con Starliner – .

Il 20 dicembre 2019, i tecnici Boeing hanno osservato con un certo imbarazzo il mezzo fallimento della prima missione di prova senza equipaggio di Starliner, la loro nuova capsula spaziale che era in ritardo di anni nella consegna e costò alla NASA miliardi di dollari. A causa di un problema tecnico, Starliner aveva mancato la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e sarebbe quindi rientrato sulla Terra senza la possibilità di verificarne i sistemi di attracco. È servito un anno e mezzo di lavoro per risolvere i problemi riscontrati con la prima missione e raggiungere finalmente la ISS con un nuovo volo sperimentale, ancora una volta senza astronauti a bordo e con altri problemi tecnici. Dopo altri due anni trascorsi a risolverli, Starliner è finalmente pronto a portare in orbita i primi astronauti: è una delle missioni spaziali più importanti e attese del 2024, anno estremamente difficile per Boeing.

L’azienda, una delle più importanti e storiche degli Stati Uniti con numerose commesse pubbliche nel settore aerospaziale, è stata per mesi al centro dell’attenzione delle autorità di controllo e dei media in seguito al distacco in volo di una porta di emergenza da un proprio aereo, un Boeing 737 MAX 9, il 5 gennaio. L’aereo aveva effettuato un atterraggio d’emergenza e tre delle 177 persone a bordo erano rimaste lievemente ferite. L’incidente aveva portato a nuove critiche e dubbi sugli standard di sicurezza seguiti dalla Boeing nella produzione dei suoi aerei, dopo che due aerei 737 MAX si erano schiantati tra il 2018 e il 2019 per evidente colpa dell’azienda.

Da diversi anni Boeing è quindi in difficoltà di immagine e rischia di perdere importanti contratti con alcune compagnie aeree a favore di Airbus, l’unica altra grande azienda produttrice di aerei civili al mondo. Starliner è composta da una divisione completamente diversa da quella che si occupa di aerei, ma il marchio è pur sempre Boeing e i problemi riscontrati con la capsula negli ultimi anni fanno sì che la grande attesa che precede sempre i primi lanci con equipaggio sia un po’ diversa dal solito , con qualche attenzione in più soprattutto da parte dei media statunitensi.

Salvo rinvii, il primo lancio con equipaggio dello Starliner avrà luogo alle 4:34 di martedì 7 maggio in Italia da Cape Canaveral, il principale centro di lancio spaziale della NASA. La capsula, a forma di tronco di cono e che ricorda altri veicoli spaziali come quelli un tempo utilizzati per le missioni lunari Apollo, è stata posizionata sopra un razzo Atlas V della United Launch Alliance: i motori del razzo avranno il compito di spingere la capsula oltre l’atmosfera e sulla traiettoria giusta per incrociare la Stazione Spaziale Internazionale, in orbita a circa 400 chilometri di altitudine ad una velocità di 27.500 chilometri all’ora.

Starliner sulla rampa di lancio a Cape Canaveral, Florida, Stati Uniti (AP Photo/Terry Renna)

A bordo della Starliner ci saranno due astronauti esperti della NASA: Barry E. Wilmore, che ha 61 anni ed è al suo terzo lancio, e Sunita L. Williams che ha 58 anni e che è alla sua terza esperienza nello spazio. Una volta raggiunta la ISS, i due astronauti rimarranno a bordo per circa una settimana, in compagnia dell’equipaggio svolgendo missioni a lungo termine sulla Stazione, poi torneranno sullo Starliner per raggiungere nuovamente la Terra. Il test servirà quindi a verificare i sistemi di lancio, attracco e atterraggio della capsula, al fine di ricevere le certificazioni definitive dalla NASA per diventare ufficialmente uno dei veicoli da utilizzare per il trasporto di persone e materiali da e verso la Stazione Spaziale Internazionale.

Attualmente, per queste attività, la NASA può fare affidamento solo su SpaceX, la società spaziale privata di Elon Musk, e sui sistemi di lancio Soyuz dell’Agenzia spaziale russa (Roscosmos), che mette a disposizione alcuni posti a pagamento nell’ambito della collaborazione internazionale per la manutenzione dell’ISS. Fino al 2011 la NASA raggiungeva la Stazione grazie agli Space Shuttle, grandi astronavi che partivano verticalmente e tornavano sulla Terra planando come un aeroplano.

Tuttavia, gli Shuttle furono ritirati nel 2011 a causa degli elevati costi di manutenzione e nel 2014 la NASA decise di affidare a compagnie private il compito di trasportare gli equipaggi nell’orbita terrestre bassa. SpaceX e Boeing hanno vinto contratti per costruire due sistemi di trasporto alternativi, ottenendo finanziamenti rispettivamente di 2,6 miliardi di dollari e 4,2 miliardi di dollari. Nel 2020 SpaceX ha effettuato il primo volo con gli astronauti della sua capsula Crew Dragon e da allora ha trasportato 11 equipaggi sulla ISS, a differenza di Boeing che ha accumulato notevoli ritardi e ha dovuto investire molti più soldi per superare imprevisti e problemi tecnici.

La prima missione di test del 2019 si è conclusa senza raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale: a causa di un’anomalia nel sistema di calcolo del tempo trascorso dal lancio, la capsula non aveva raggiunto il livello orbitale necessario per agganciarsi alla ISS. La capsula è rientrata sulla Terra normalmente e il test ha comunque consentito alla NASA di rilevare decine di problemi e cose da sistemare in vista di un secondo tentativo, sempre senza equipaggio a bordo.

Lo Starliner verrà lanciato il 20 dicembre 2019 da Cape Canaveral, Florida, Stati Uniti (AP Photo/Terry Renna)

Alcuni funzionari della NASA hanno poi ammesso di non aver seguito Boeing con la stessa cautela con cui avevano seguito lo sviluppo di Crew Dragon da parte di SpaceX, semplicemente perché l’agenzia aveva una collaborazione di lunga data con Boeing sia in termini di personale che di sistemi utilizzati. Secondo alcuni osservatori, quella familiarità sarebbe diventata anche una delle cause del lento e costoso progresso dello Space Launch System, il grande razzo sviluppato dalla NASA con migliaia di aziende incaricate di raggiungere l’orbita lunare nell’ambito del progetto Artemis.

Negli anni successivi al fallimento del 2019, alle difficoltà tecniche e di sviluppo si è aggiunta la pandemia di coronavirus, che ha rallentato notevolmente i lavori per correggere i problemi riscontrati sullo Starliner e per preparare una nuova capsula per una missione sperimentale. Il secondo lancio di prova è stato finalmente effettuato nel maggio 2022 e per la prima volta la capsula spaziale è riuscita ad attraccare regolarmente alla ISS, con sollievo di molti funzionari dell’azienda e della NASA.

Anche nel secondo test, però, non tutto è andato per il meglio. Dopo il ritorno a terra della capsula e la sua analisi, furono scoperti due grossi problemi. I tecnici hanno notato che alcuni ancoraggi del sistema del paracadute, che si aprono una volta rientrata la capsula nell’atmosfera, avrebbero potuto cedere in caso di sollecitazioni maggiori di quelle normalmente previste, pertanto si sono rese necessarie alcune modifiche strutturali. Dall’ispezione dei chilometri di cavi della rete elettrica e di trasmissione dati è emerso anche un problema legato al nastro isolante utilizzato per fissare i cavi: al di sopra di una certa temperatura prendeva facilmente fuoco. È stato quindi necessario sostituire circa un chilometro e mezzo di nastro isolante per sostituirlo con un’altra soluzione.

La risoluzione di questi ed altri problemi ha reso necessario rinviare il primo test con equipaggio, inizialmente previsto per luglio 2023. In assenza del nuovo sistema di trasporto, la NASA è stata costretta a rivedere parte del suo calendario, spostando alcuni astronauti da Starliner a Crew Dragon per mantenere le normali rotazioni degli equipaggi che trascorrono circa sei mesi sulla Stazione Spaziale Internazionale.

I rinvii e le problematiche riscontrate negli ultimi anni hanno contribuito ad aumentare l’attesa per il primo test con gli astronauti della Starliner. La NASA ha ribadito in più occasioni che la sicurezza dei suoi equipaggi è sempre stata la priorità, che i sistemi delle capsule spaziali sono stati verificati e testati più volte e che avere un secondo fornitore di trasporti verso la ISS oltre a SpaceX offrirà maggiori opportunità e alternative in caso di problemi tecnici.

Wilmore e Williams occuperanno due dei cinque-sette posti disponibili (la quantità varia a seconda della configurazione) nella capsula tronco-conica che ha un diametro di 4,6 metri e un’altezza di cinque metri, compreso un cilindro alla base – il Servizio Modulo – utilizzato per il trasporto di materiale e altre attrezzature. Circa 4 minuti dopo il lancio, la parte più grande (stadio) del razzo Atlas V si separerà e ricadrà sulla Terra (non è previsto il suo recupero), mentre Starliner continuerà il suo viaggio spinto dal secondo stadio del razzo che si separerà circa dieci minuti dopo. La capsula entrerà quindi nell’orbita necessaria per raggiungere la ISS e vi attraccherà, consentendo all’equipaggio di salire a bordo della Stazione.

Fase di preparazione dello Starliner (Boeing)

Se tutto andrà come previsto, dopo una settimana Wilmore e Williams saliranno di nuovo a bordo dello Starliner mentre si separa dalla ISS. Il suo scudo termico proteggerà il resto della capsula dalle alte temperature che si sviluppano durante le fasi turbolente del rientro nell’atmosfera, ed eventualmente i paracadute si apriranno per rallentare la discesa della capsula prima che raggiunga il suolo nel sud-ovest degli Stati Uniti.

Starliner dopo l’arrivo nell’area di White Sands, New Mexico, nel dicembre 2020. (Bill Ingalls/NASA tramite AP)

A differenza della Crew Dragon che si tuffa nell’oceano dove viene poi recuperata, la Starliner è stata progettata per atterrare sulla terra, come fanno le Soyuz russe. Il rientro può essere in alcuni casi un po’ più traumatico di un ammaraggio, ma semplifica moltissimo l’attività delle squadre di recupero che non devono fare i conti con le condizioni del mare.

Il ritorno sulla Terra segnerà la conclusione del test e renderà finalmente pienamente operativa la Starliner, che nelle intenzioni di Boeing sarà una capsula riutilizzabile per una decina di viaggi prima di dover essere sostituita (l’azienda ne costruirà più di una). Starliner-1, la prima vera missione, sarà effettuata all’inizio del 2025 e consentirà di trasportare sulla ISS due astronauti statunitensi, un astronauta canadese e un astronauta giapponese. Come Crew Dragon, Starliner sarà utilizzato anche da altre agenzie spaziali che collaborano alla ISS, inclusa l’Agenzia spaziale europea.

 
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