Come riportato da AP, Al Jazeera e altri media internazionali, dopo due giorni di negoziati Hamas ha accettato una proposta di cessate il fuoco grazie alla mediazione di Egitto e Qatar. Secondo Channel 12, l’emittente israeliana, i negoziatori la stanno valutando, ma questa sarebbe diversa da quella concordata da Israele ed Egitto nei giorni scorsi. Dall’ufficio del primo ministro Netanyahu fanno infatti sapere che “il gabinetto di guerra ha deciso all’unanimità” di proseguire l’operazione a Rafah “per esercitare pressioni militari”. Allo stesso tempo, però, “anche se la proposta è lontana dai requisiti necessari per Israele”, una delegazione sarà inviata al Cairo “per esplorare la possibilità di raggiungere un accordo a condizioni accettabili”.
In un comunicato pubblicato nel pomeriggio su Telegram, il leader di Hamas Ismail Haniyeh aveva dato il suo benestare al primo ministro del Qatar e al capo dell’intelligence egiziana. Alcune fonti arabe già ipotizzavano una strategia in tre fasi di sei settimane ciascuna, il ritiro dell’IDF, lo scambio di prigionieri e il ritorno dei palestinesi al nord. L’Reuters riporta, però, il commento anonimo di un funzionario che ha definito la proposta “inaccettabile”. “Un modo per presentare Israele come qualcuno che rifiuta”, ha spiegato un’altra fonte al sito Ynet.
Il ministro della Sicurezza nazionale Ben-Gvir ha subito preso posizione: “C’è una sola risposta ai trucchi e ai giochi di Hamas: l’ordine immediato di conquistare Rafah”. Il cessate il fuoco, infatti, se si fosse concretizzato, avrebbe scongiurato l’imminente invasione, già anticipata da numerosi raid. Più di un milione di civili si stanno attualmente rifugiando nell’ultima città a sud della Striscia. A spingere per l’accordo sono molti palestinesi sfollati, ma anche le famiglie degli ostaggi di Hamas che hanno bloccato una strada a Tel Aviv per fare pressione sul governo di Netanyahu.
Condividi l’articolo
