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L’acquisto della prima casa rappresenta spesso un passo significativo nella vita di molte persone e famiglie. È importante conoscere le nuove regole

Lo ha affermato una recente sentenza della Corte di Cassazione rivoluzionato le norme relative alle agevolazioni fiscali relativo aacquisto della tua prima casaaprendo la strada a importanti cambiamenti nel processo di richiesta di sgravi IVA.

Acquistare la prima casa rappresenta spesso un passo significativo nella vita di molti individui e famiglie, un momento che porta con sé emozioni, speranze e, ovviamente, tante decisioni da prendere. In un contesto in cui il mercato immobiliare può apparire complesso e mutevole, è fondamentale essere ben informati e preparati prima di intraprendere questo importante viaggio.

Prima casa: cambiano le regole sull’Iva

Una delle prime considerazioni da tenere a mente riguarda le normative e le agevolazioni fiscali legate all’acquisto della prima casa. In molti Paesi esistono regole e incentivi specifici per chi sta acquistando la prima casa. Tali benefici possono riguardare un’Iva ridotta, l’esenzione da alcune imposte o la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati.

Prima casa: la Corte di Cassazione cambia le norme sull’Iva – (designmag.it)

La sentenza di cui parliamo oggi rappresenta un importante chiarimento per chi sta pensando di acquistare la prima casa, offrendo maggiore flessibilità sul momento in cui dichiarare i requisiti per l’IVA ridotta. Acquirenti e costruttori potranno ora godere di una maggiore flessibilità in questo processo, grazie alla nuova interpretazione fornita dalla Corte di Cassazione.

Fino a poco tempo fa era ampiamente accettato che per poter usufruire dell’Iva ridotta fosse necessario dichiarare il possesso dei requisiti al momento della sottoscrizione del contratto preliminare di acquisto. Tuttavia, la sentenza n. 9084 del 5 aprile 2024 della Corte di Cassazione ha introdotto una nuova prospettiva a tale prassi, semplificando notevolmente la normativa procedura per ottenere il vantaggio fiscale.

La sentenza è nata da un caso in cui un’impresa edile ricevuto avviso di accertamento per imposte dirette, IVA e sanzioni, concernenti l’applicazione dell’aliquota IVA agli acconti ricevuti in base ai contratti preliminari di compravendita di immobili. La Commissione Tributaria Regionale aveva precedentemente esclusa l’applicazione dell’IVA ridotta su tali anticipazioni, sottolineando la mancanza di esplicita dichiarazione nei contratti preliminari.

L’impresa edile ha portato il caso in Cassazione, eccependo l’assenza di una dichiarazione nei contratti preliminari non dovrebbe precludere automaticamente la possibilità di usufruire dell’IVA ridottapurché ciò sia dichiarato nell’atto definitivo di acquisto.

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, creando così un importante precedente. Secondo la sentenza, se al momento della stipula dell’atto definitivo di acquisto sussistono i requisiti per beneficiare dell’agevolazione e l’acquirente dichiara esplicitamente di possederli, gli acconti o gli acconti versati in precedenza dovranno essere assoggettati all’aliquota IVA ridotta.

In altre parole, la legge non prevede sanzioni per gli acquirenti che dichiarano soddisfare i requisiti solo al momento della conclusione del contratto definitivo, a condizione che quanto affermato corrisponda effettivamente a verità.

 
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