il debito costa 25 miliardi in più – Libero Quotidiano – .

Attilio Barbieri

28 aprile 2024

stretta monetaria dal BCE ti pesa molto conti dello Stato. Secondo uno studio di Un’impresagli interessi che il Tesoro dovrà pagare dal 2023 al 2027 ai sottoscrittori dei titoli di Stato aumenteranno di quasi 25 miliardi di euro. Un balzo che toccherà il 32% con una spesa gonfiata da 78 a 103 miliardi. La spesa per interessi per il servizio del debito è in continua crescita ma ancora più drammatico è l’incremento di questa voce del bilancio pubblico rispetto al Pil: dal 3,8% nel 2023 si passerà al 4,4% nel 2027. Nell’arco di soli quattro anni la la spesa per remunerare i sottoscrittori dei bond emessi dal Tesoro aumenterà di 24,9 miliardi con un incremento del 31,7%. “Quello che abbiamo davanti agli occhi è l’ennesimo effetto indesiderato della scellerata politica monetaria dettata dalla Banca Centrale Europea”, spiega il vicepresidente di Unimpresa Giuseppe Spadafora, «con 10 aumenti in soli 14 mesi e il tasso base alzato da zero al 4,5%, sono cresciuti anche gli interessi obbligazionari. Pure”.

TAGLIO URGENTE Ecco perché «il taglio del tasso da parte della BCE non è solo indispensabile, ma anche urgente. Molti osservatori”, aggiunge Spadafora, “indicano la riunione di giugno del consiglio della Bce come quella per avviare il ritorno ad una politica monetaria più espansiva. Giovedì il governatore di Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha affermato che l’incertezza sui tagli potrebbe causare l’inizio di una nuova fase recessiva. Mi auguro – conclude Spadafora – che prevalga la linea di Panetta, ma qualche dubbio è lecito, considerati gli equilibri all’interno del board della Banca centrale europea. E temo anche che il rallentamento nella riduzione del costo del denaro da parte del Riserva federale Gli americani possono influenzare per l’ennesima volta le decisioni prese dall’altra parte dell’Atlantico”. Secondo il centro studi Unimpresa, che ha analizzato i dati contenuti nell’ultimo Documento di economia e finanza, nel 2023 la spesa per interessi per il servizio del debito è stata pari a 78,6 miliardi di euro. Una cifra che vale il 3,8% del prodotto interno lordo.

CORRETTIVI ASSENTI In assenza di misure correttive e di tassi in calo, l’anno in corso dovrebbe chiudersi a 84,7 miliardi, in aumento di 6,1 miliardi rispetto ai 12 mesi precedenti. E questi 85 miliardi scarsi pagati ai detentori di Bot E BTP peserebbero il 3,9% del Pil. Nel 2025 altro aumento di 3,8 miliardi su base annua e impatto sull’euro PIL salendo al 4%. Nel 2026 la spesa del Tesoro crescerà di altri 6,8 miliardi fino a raggiungere i 95,5 miliardi, cifra che corrisponderà al 4,1% del Pil. E nel 2027 verrà abbattuto il muro dei 100 miliardi, con cedole sui titoli di Stato a 103,5 miliardi, pari al 4,4% del Pil. Complessivamente tra il 2023 e il 2027 si registrerà un aumento degli oneri finanziari su BOT e BTP pari a 24,9 miliardi, che gonfieranno di un terzo gli interessi pagati dal Tesoro. Nel frattempo alcuni emendamenti bipartisan al decreto Superbonus, presentato alla Commissione Finanze del Senato, dove il provvedimento è all’esame, prevedono di diluire in dieci o quindici anni il periodo in cui è possibile distribuire le trattenute del Superbonus, rispetto ai quattro attualmente previsti. Il cambiamento ridurrebbe il peso di crediti d’imposta dedotto ogni anno, ma spalmerebbe gli effetti nel tempo sulle finanze pubbliche.

 
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