Il signor Bolfo, ex funzionario che ora ha un impero da 45 miliardi con Duferco – Corriere.it – .

Il signor Bolfo, ex funzionario che ora ha un impero da 45 miliardi con Duferco – Corriere.it – .
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Un gruppo industriale italiano (privato) lo scorso anno ha fatturato 12 volte più di Fininvest, 3 volte più di Ferrero e il 40% in più di Exor. Il fondatore e maggior azionista è un imprenditore originario di Lavagna (Genova) che vive a Lugano da molti anni. Si chiama Bruno Bolfo, 81 anni, è un ex dipendente delle aziende statali degli anni ’70, riservato e poco conosciuto ma considerato una leggenda nel mondo dell’acciaio e in particolare del commercio dell’acciaio.

Una corsa impressionante

Nel 2020 la holding di famiglia aveva realizzato ricavi consolidati per 11,7 miliardi di dollari (il cambio con l’euro è ora intorno allo 0,94), per balzare a 26,4 nel 2021 ed esplodere a 45,8 miliardi nel bilancio consolidato al 30 settembre 2022. Una cavalcata impressionante, mai vista prima, figlia di due anni “dipendente†dalle quotazioni dei mercati di riferimento: trading energetico prima di tutto e poi acciaio. Ma sotto un fatturato esploso c’è il vero indicatore dell’andamento industriale: il margine operativo, l’utile che cresce da sei anni e lo scorso anno ha raggiunto i 385 milioni. Di chi stiamo parlando? Del gruppo Duferco di cui Bolfo detiene il 50,04% e che governa – in qualità di presidente del gruppo – insieme alla famiglia del nipote, presidente di Federacciai – e di Duferco Italia – Antonio Gozzi, 68 anni, ligure di Chiavari, moglie medico, due figli (Augusto e Vittoria): detengono direttamente il 49,96% nella Ultima Holding lussemburghese.

La lotteria del nonno immigrato

Tutto ebbe inizio mezzo secolo fa quando Bolfo lasciò la sede americana di Siderexport (società commerciale iscritta all’Iri-Finsider) e si trasferì in Brasile e con 4 dipendenti genovesi creò la Duferco (unendo le denominazioni Dufer e Ferco “libere” alla Camera di Commercio ). Ma potremmo anche risalire al 1898 quando il nonno materno Bartolomeo Pinasco emigrò da Lavagna in Argentina e fece fortuna due volte. Il primo diventando miliardario con un biglietto vincente della lotteria comprato sulla nave che lo portò a Buenos Aires e il secondo gestendo bene quella ricchezza, facendo studiare le sue figlie (tra cui Sara, madre di Bolfo), nate “argentine” e mandate a Italia dove si sono sposati.

Turboenergia e solidi utili

Torniamo a oggi. Energia, acciaio e spedizioni sono i tre business chiave di Duferco. Con l’energia nella doppia versione del commercio internazionale e dell’industria. E puoi già vedere dov’è il “turbo”. Il perno della società è la holding Duferco Participations Holding, con sede in Lussemburgo. Il suo consolidato mostra la cifra sbalorditiva di 45,8 miliardi, +300% rispetto a due anni fa. Con i piedi per terra, invece, “non siamo abituati a guardare al fatturato – dice Gozzi – su quello c’era una combinazione di effetto volume ed effetto prezzo”. Il gruppo tra l’altro è il primo importatore di gas naturale liquefatto (GNL) in Italia e negli ultimi 4 anni ha organizzato oltre 80 carichi, principalmente dall’Algeria con Sonatrach. «Ciò che conta sono i margini operativi», sottolinea Gozzi. L’utile è passato dai 260 milioni del 2021 (440 considerando la parte straordinaria) ai 385 ordinari dello scorso anno, con un contributo equilibrato dei tre business: energia, acciaio e shipping di Nova Marine, joint venture con i Romeo, 100 navi in ​​tutto il mondo. Nel 2022, primo anno con una posizione finanziaria netta positiva, sono stati distribuiti 86 milioni di dividendi su 440 di utile. «Il detto ‘famiglia ricca, azienda povera’ non ci riguarda – dice Gozzi – tant’è che il patrimonio netto di Duferco è raddoppiato negli ultimi anni da 800 milioni a 1,5 miliardi», al netto degli utili.

La ripartenza

Oltre il 75% del gruppo ha attività fuori dall’Italia. Era tra i leader mondiali nel commercio dell’acciaio, poi nel 2015 ha ceduto il business ai cinesi dell’Hebei (ne resta circa il 10%) ma ha mantenuto la produzione dell’acciaio. Qui è nata la «nuova» Duferco che oggi con l’azienda di San Zeno Naviglio (Bs) è il primo produttore di travi per edilizia in Italia e vende in 60 paesi nel mondo. E il mese prossimo entrerà in funzione un laminatoio innovativo sul quale sono stati investiti 250 milioni. L’acciaio, con 1.000 dipendenti (su un totale di 2.600) e un milione di tonnellate prodotte ogni anno, ha contribuito per un miliardo ai ricavi consolidati. Nella ripartenza dopo l’operazione con i cinesi, all’anima siderurgica si è affiancata e via via rafforzata quella dell’energia: trading, investimenti nelle rinnovabili, mobilità elettrica (colonne) ecc. E qui si entra nell’area del boom di fatturato: 40 miliardi di trading soli ai quali vanno aggiunti i più “umani” e concreti 3,9 miliardi per produzione e distribuzione che in Italia fanno capo a Duferco Energia (300.000 clienti). La piattaforma di trading è gestita dalla società Dxt con filiali in tutto il mondo. L’ultima operazione, gestita dal genovese Luca Garella, ex banchiere della Royal Bank of Scotland, è stata l’acquisto due mesi fa della maggioranza relativa (44%) del broker assicurativo genovese Ital Brokers. Un ritorno per tutti alle proprie radici liguri.

 
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