«Ho solo una foto di mio padre, morto quando avevo 18 mesi. Vorrei incontrare Vasco Rossi, andrò a Zocca a chiamarlo” – .

«Ho solo una foto di mio padre, morto quando avevo 18 mesi. Vorrei incontrare Vasco Rossi, andrò a Zocca a chiamarlo” – .
«Ho solo una foto di mio padre, morto quando avevo 18 mesi. Vorrei incontrare Vasco Rossi, andrò a Zocca a chiamarlo” – .

DiElvira Serra

Il conduttore: «Ci siamo trasferiti a Firenze, quindi mio figlio non tifa Roma». Colleghi: «Maria De Filippi è perfetta»

Hai già portato tuo figlio Matteo allo stadio?
“Inoltre! Ho trasferito la famiglia a Firenze quando, uscita dall’asilo, mi ha chiesto se poteva sostenere un po’ anche lei i rom”.

Il calciatore di tutti i tempi?
«Picchio De Sisti, n. 10 del secondo scudetto, nel ’69”.

L’allenatore?
«Pioli. Perché ha saputo gestire lo spogliatoio dopo la morte di Astori, facendosi da psicologo e da amico”.

Il prossimo campionato?
«A noi basta il bel gioco. Anche perché noi fiorentini abbiamo inventato il calcio”.

Carlo Conti ha un sorriso fresco, una generosità spontanea e un’inclinazione democristiana che, se glielo fai notare, un po’ gli dà fastidio. È impossibile farlo lamentare di qualcosa, sentirgli dire una parola di troppo su qualcuno. Sorride anche con gli occhi e si rallegra del successo dei piatti che condividiamo nella storica trattoria da lui scelta a Firenze: frittata al tartufo, ribollita, zuppa di pomodoro, purea di fagioli al farro e una fetta di filetto; in pratica, il festival del colesterolo.

E se te lo dicessi Giuseppe?
«Il padre di Gesù».

Stavo pensando al suo.
«È morto di cancro ai polmoni quando avevo 18 mesi. Di lui ho solo una foto, del suo primo compleanno: lui che mi tiene in braccio e sorride. Mi dicono che è un gentiluomo molto alto, molto elegante, molto divertente, molto fiorentino”.

Lei ha preso da lui, allora.
“Ma amo restare per me, al di là del mio ruolo pubblico.”

E se glielo dicessi a Lolette?
«Immagine della forza, Ercole fatto donna. Estremamente determinata, severa, è riuscita a crescermi come un padre e una madre senza nemmeno avere gli occhi per piangere. Ora che sono un genitore, apprezzo ancora di più i suoi sforzi”.

Il primo regalo importante che le ha fatto?
“La casa. Prima abitavamo in un bilocale in affitto in via Vittorio, un posto che amavamo».

L’ultimo schiaffo?
«Per lei valeva il detto: come ti ho fatto ti disfarò! È morta nell’agosto del 2002 e fino all’ultimo è stata capace di sgridarmi vigorosamente se magari le avevo detto che la chiamavo e poi non l’avevo fatto”.

Ha visto programmi di successo, da «Buona fortuna!» a «Domenica in», ma ne perse altri. Di quale ti dispiace?
«E chi dice di averli perduti? L’unico rammarico è per lo spettacolo più bello: Matteo”.

Francesca?
«Mia moglie, un cuore rosso gigante. Lei è una stilista. Non litighiamo mai”.

Ma non è possibile! Non si arrabbia nemmeno al lavoro?
«Al lavoro è impossibile! Non viene un ospite? Pazienza. Sono abituato a fare la frittata con le uova che ho.”

Niente ti rende impaziente?
«La maleducazione. Se qualcuno cammina sul pavimento bagnato dove la signora ha appena asciugato…”.

Vabbè… Avresti voluto una sorellina per Matteo?
«Sì, ma non è arrivato. Era già un miracolo. Il nome significa dono di Dio”.

E tu non hai mai pensato all’adozione?
«Sì, ma avremmo dovuto farlo quando Matteo era piccolo. Poi siamo diventati troppo grandi”.

Qualcuno gli dice di no?
«Certo, anche stamattina. Per andare a scuola voleva indossare un paio di scarpe da ginnastica molto costose. Ma non mi piace che tu ostenti cose davanti ad amici che magari non possono permettersele.”

Chiedi loro gli autografi per i tuoi compagni?
“Sì, ha iniziato.”

La prima volta che lo hai portato a pescare?
«Aveva due anni, siamo andati alla cooperativa dei pescatori di Orbetello: impossibile non prendere qualcosa».

E lo scooter?
«È presto, ma vorrei fare con lui lo stesso patto che c’è stato tra me e mia madre: niente scooter, ma un’auto a 18 anni. Magari gli regalerò una macchinina da guidare a 16 anni. “

Il 3 maggio presenterà nuovamente la serata David di Donatello, al fianco di Alessia Marcuzzi. Eri tu a non volere Geppi Cucciari?
«Ma perché mi metti in mezzo? In questo periodo si respira un clima di caccia alle streghe. Oggi tutto viene strumentalizzato, con la complicità dei social. Vedi il caso Scurati”.

Ebbene, lì c’era poco da sfruttare. È stata una buona censura.
«Un autogol pazzesco. Quanti lo avrebbero visto se fosse stato in onda? Ma c’è chi è più realista del re”.

Chiederà un aumento dopo la partenza di Amadeus?
“Non funziona così. Ma sono felice. Nel 2025 compirò 40 anni in Rai. Per me ad ogni rinnovo è importante che oltre al pilota ci sia la vettura. Finora hanno creduto in me. Poi mai dire mai: sul domani non c’è certezza”.

Ha ospitato Sanremo 2015-16-17. Non sarebbe carino un altro triplete: 2025-26-27?
“Non so se ho ancora il giusto orecchio musicale.”

Non vi spaventa quella quota del 74,1% raggiunta da Amadeus?
«Ma non potrei mai replicarlo, non arriverei alle 2 di notte (ride, ed)! Amadeus ha fatto un ottimo lavoro, ma non si possono pensare ai precedenti, altrimenti dopo Baudo nessuno avrebbe dovuto farlo più”.

E tu non vuoi una medaglia per Sanremo?
«Il Festival è tornato ai vecchi fasti. Alcuni dicono che siano stati i miei genitori a ricominciare. Non mi prendo questi meriti: l’unico è aver avuto la fortuna di trovare Mahmood, Irama, Gabbani ed Ermal Meta, Nigiotti, Caccamo tra le nuove proposte”.

Niente donne.
“Me ne pento. Ma volevo le donne sul palco, a partire da Maria De Filippi».

Un programma non tuo che vorresti ospitare?
«C’è posta per lei. Non ne sarei capace: è perfetta”.

Di cosa sei più orgoglioso?
“Forse Gli anni migliorivenduto anche all’estero.”

Le risatine dal vivo?
«Sì, quando a Ieri e oggi Ho invitato Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello e Giorgio non ricordava il titolo del libro che avrebbe dovuto promuovere.

Manca l’Italia?
«Il concorso è stato demonizzato per niente, esiste in tutto il mondo: è un concorso di bellezza che ha dimostrato come le concorrenti avessero tanti altri talenti. Ma non potevo più guidarlo: fate posto ai giovani”.

Ti ecciti al lavoro?
“Sempre. Penso a quando ho ospitato Gloria Gaynor, che poi mi ha taggato su Instagram. Lei per me! Oppure alla reunion degli Spandau Ballet al mio Festival: da giovane dj andavo a Sanremo con la mia 127 arancione, sperando in qualche battuta per la radio”.

Miti che sogni di incontrare?
«Pink Floyd e Vasco Rossi».

Potrebbe invitarli.
«Ma sai quanto costa riunirsi e far venire i Pink Floyd?».

Con Vasco è più facile.
“E come faccio a fare questo? Vado a Zocca e suono il campanello: “Ciao Vasco, vuoi fare due chiacchiere?”. Perché no?

30 aprile 2024

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