«Sono stato molestato molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”. – .

«Sono stato molestato molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”. – .
«Sono stato molestato molte volte. Non si tratta di mele marce, ma di un sistema di potere”. – .

Questa intervista con Jasmine Trinca è pubblicata nel numero 21 di Vanity Fair in edicola fino al 21 maggio 2024

Bar dell’antico macello di Roma, tutt’intorno un’aria di brutalità mista a freddezza, tra il ricordo del mattatoio e le luci colorate che catturano la gioventù. Gelsomino Trinca, con il cappello calato in testa «perché sono una ragazza con i cappelli» (sorriso, il primo di tanti), si guarda intorno: «Mi sento a casa qui, venivo qui con mia nonna. Anche se adesso mi dispiace un po’ vedere questa trasformazione, questo abbellimento, questa modernità: insomma, dico, lasciatemi un po’ di decadenza…”. (Un altro sorriso, i suoi denti anteriori, imperfetti con grazia, sono il dettaglio da cui è impossibile distogliere lo sguardo.) In questo angolo del quartiere Testaccio c’è un pezzo della sua esperienza, della sua infanzia, e quindi di chi lei è oggi. «L’attrice famosa, sì, ma sotto l’apparenza c’è sempre qualcosa che mi riporta qui, a questa durezza, a queste atmosfere». Hai già detto tutto due anni fa Marcello!il suo primo film da regista, che racchiude la sua infanzia in un quartiere popolare, con pochi soldi, senza padre e con una madre hipster, artista di strada, egocentrica e anticonformista.

Il resto è storia: l’esordio con Nanni Moretti e La stanza del figlio, La migliore gioventù, Il caimanoi film di Valeria Golino, Giorgio Diritti, Sergio Castellitto, i festival, i premi prestigiosi (David, Cannes), la fama di un’attrice impegnato e femminista, l’impegno in prima linea del MeToo italiano, il collettivo Dissent Comune.

Oggi parliamo della serie tv in cui Valeria Golino l’ha diretta, L’arte della gioia, tratto dal romanzo di Goliarda Sapienza, considerato per anni “scandaloso”. La serie ha la sua anteprima mondiale al Festival di Cannes, poi andrà al cinema in due parti (la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno) e sarà su Sky e in streaming su Now. Jasmine interpreta la Madre Superiora Leonora, della quale si innamora la giovane Modesta, orfana vittima di violenza in cerca di redenzione ed emancipazione.

Polo, gonna di raso e décolleté con gambaletto, Givenchy. Orecchini Ice Cube in oro rosa con diamanti, Chopard.

Torniamo a Cannes, dove quest’anno è prevista una rinascita del MeToo francese. Con quale spirito ci andrai?
«Mi colpisce proprio in un momento in cui sono in ebollizione, perché in Francia le cose si muovono e qui no. Sembra che i grandi nomi emergeranno dopo che Judith Godrèche ha denunciato il regista Benoît Jacquot di averla violentata e molte donne hanno fatto il nome di Depardieu. Ho trovato imbarazzante che Macron si sia affrettato a difenderlo”.

Era in prima linea nel Dissent Comune, il MeToo italiano. Era coraggiosa.
“Non abbastanza”.

Perché in Italia non sono stati menzionati nomi, a parte pochissimi casi? Perché nessuna lamentela?
«Ogni donna è libera di parlare ai suoi tempi e a modo suo e questo richiede il massimo rispetto. Parlare collettivamente è certamente ciò che sarebbe auspicabile e la stampa e la società dovrebbero sostenere il coraggio delle donne e non mettere in discussione la loro parola. Invece, il sistema reintegra sempre gli autori degli abusi: continuano a lavorare ed esercitare il potere, anche ad alti livelli”.

Abito in chiffon e basco, Prada.

 
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