L’UE torna a discutere del debito comune. Quanto costa finora? E a cosa serve? – .

L’UE torna a discutere del debito comune. Quanto costa finora? E a cosa serve? – .
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Il Consiglio europeo si è diviso ancora una volta sulla possibilità di finanziare le risposte alle sfide che accomunano tutti e 27 gli Stati membri con nuovo debito emesso direttamente dall’Unione in quanto tale – e non dai singoli Stati. Finora è stato utilizzato, ad esempio, dopo la grande crisi del 2008. Ma è stato il Covid a cambiare tutto. Se ne è parlato anche nella puntata del 18 aprile di “Numeri”

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Tra i temi principali del Consiglio europeo che si è tenuto a Bruxelles nei giorni scorsi c’è stato quello del debito comune europeo. Al termine del vertice, il premier Meloni è stato chiaro: il governo sostiene questa idea per rispondere alle sfide dell’Unione, come la difesa o la transizione ecologica. L’ipotesi, da sempre divisiva, continua a non convincere tutti i 27 Stati membri. Di questo si è parlato anche nella puntata del 18 aprile di Numeriapprofondimento a cura di Sky TG24.

Debito comune europeo, andamento dal 2005 e previsioni

In realtà sarebbe meglio parlare di “nuovo debito comune”, perché in realtà non si tratta di una novità. Prima della crisi finanziaria del 2008, ogni paese emetteva il proprio debito e ciascuno guardava ai propri confini. Da quel momento in poi l’Europa cominciò a prendere in prestito denaro, ad esempio per il primo Fondo di salvataggio, finanziato con decine di miliardi. Il decollo è avvenuto con la pandemia di Covid-19, quando è arrivato il Recovery Fund (di seguito Pnrr): soldi comunitari che poi vengono dati o prestati a diversi Paesi. Oggi ci siamo avvicinati al valore di 500 miliardi di debito che l’Europa ha chiesto ai mercati con i bond sottoscritti dalla Commissione Europea. Vuol dire che chi li compra presta soldi all’Ue e non ai singoli Paesi. E la cifra è destinata ad aumentare.

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A cosa serve il debito comune dell’UE?

Ma a cosa serve questo debito? La maggior parte dei circa 500 miliardi di euro di debito già realizzati – il 61% – è andata al Recovery Fund. C’è poi il programma SURE, partito ancora prima per sostenere il mondo del lavoro, con il 22%. Seguono il Fondo di salvataggio (10%) e gli aiuti all’Ucraina (7%).

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Chi presta soldi all’UE?

Il 67% dei soldi prestati all’Unione – considerando le residenze delle banche, dei fondi ecc. – viene dall’interno: è il caso del 67%. Il 21% proviene dal Regno Unito, il 12% da altri paesi.

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Dico no al debito comune

Resta però il fronte del “no” all’idea di creare un nuovo debito comune: questa è la posizione dei cosiddetti paesi frugali. La linea è ben riassunta dal cancelliere austriaco Karl Nehammer poco prima del vertice di ieri: “Condividere il debito significa sempre condividere insieme il peso degli interessi. Abbiamo dovuto farlo una volta a causa della pandemia. Stiamo ancora pagando alti interessi sul debito. Ciò a sua volta limita la capacità di agire”. Per molto tempo la linea è stata la stessa di Angela Merkel, che nel 2012 – quando era ancora cancelliera – disse: “Finché vivrò io gli eurobond – appunto il debito comune, ndr – non verranno mai adottati” . Solo il Covid le ha fatto cambiare idea.

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