Fabbri ha chiesto donazioni per l’ospedale, ma a Cona non è arrivato un solo euro – .

Fabbri ha chiesto donazioni per l’ospedale, ma a Cona non è arrivato un solo euro – .
Fabbri ha chiesto donazioni per l’ospedale, ma a Cona non è arrivato un solo euro – .

“Molti cittadini e molti ferraresi che vivono in altre regioni e in altre parti del mondo ci hanno espresso il loro desiderio per poter contribuire a sostenere il nostro sistema sanitario, in questo momento di emergenza, con una piccola o grande donazione. A causa di ciò abbiamo deciso di attivare, come Comune, un conto corrente ufficio postale dedicato al ritiro fondi che doneremo all’ospedale per la copertura di spese urgenti legati all’emergenza Coronavirus”. Sono parole di sindaco di Ferrara, Alan Fabbri.

Era il 18 marzo 2020. Era in piena pandemia dalCoronavirus. In quei giorni Gli ospedali italiani gridano aiuto. Anche l’ospedale di Ferrara ha aperto una linea veloce per le donazioni per permettere a tutti i cittadini di donare ciò che potevano come “gesto di vicinanza al nostro personale che oggi più che mai è impegnato in una durissima battaglia dimostrando impegno e abnegazione per l’emergenza”. gestione”.

Anche il giorno dopo Alan Fabbri ha lanciato uN appello E ha attivato un conto corrente postale con i dettagli per le donazioni dedicate alla solidarietà contro il Coronavirus, a disposizione di cittadini e associazioni.

Tutti insieme – ha affermato – possiamo fare la differenza in questa situazione di emergenza che mette a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale”. Il conto corrente postale è stato intestato al Comune di Ferrara – Servizio Tesoreria. Per i pagamenti all’ospedale cittadino è stato necessario inserire come causale “Emergenza Coronavirus Covid 19”. Il numero era 13681440. L’alternativa fornita dal sindaco era quella di effettuare un bonifico bancario alle coordinate: IT 78 V 07601 13000 000013681440.

Su quei due conti correnti attivati ​​da Fabbri sono arrivati ​​quasi 50mila euro. Alla Cona non è andato nemmeno un euro.

Da una richiesta di accesso ai documenti fatta dal nostro giornale lo scorso dicembre (e solo ora elaborata a distanza di quasi quattro mesi) apprendiamo che “il contributo dell’Amministrazione comunale a favore dei reparti Covid di questa azienda è stato pari a € 17.046,37. La donazione è stata utilizzata per l’acquisto di due defibrillatori (Hill-Rom SpA e Nihon Kohden Italia srl)”.

Ma quei 17mila euro non provenivano dalla chiamata di donazione di FabbrIL. Erano i soldi derivanti dallo sciopero degli atti comunali del 6 novembre 2020, richiesti dalla funzione pubblica di CGIL, CISL e UIL.

IL hanno chiesto i sindacati al Comune allocare donare ai dipartimenti Covid dell’Azienda Ospedaliera e dell’Azienda Sanitaria Locale di Ferrara la somma corrispondente al risparmio economico derivante dalle retribuzioni non corrisposte ai dipendenti che avevano aderito allo sciopero. Il risultato è stato una somma di 34.094 euro divisa equamente tra le due aziende sanitarie. Come accennato, le ore di sciopero dei lavoratori hanno consentito alla Cona di acquistare due defibrillatori.

E Che fine hanno fatto i soldi donati dai cittadini ferraresi su invito pubblico del sindaco?

Nella sezione “Trasparenza” del sito del Comune di Ferrara potete trovare la voce corrispondente a “rapporto di raccolta fondi per sostenere il contrasto all’emergenza epidemiologica da Covid-19″.

L’incasso è compreso tra le date aprile 2020 e marzo 2022. Il conto corrente utilizzato è quello postale indicato dal sindaco 13681440. In totale sono arrivati ​​47.936 euro di donazioni. Di questi erano quasi 50mila euro spesi 18.775. Ma per le esigenze del Comune di Ferrara e non dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari di Cona.

Il verbale parla di 8.750 euro spesi per acquistare 350 confezioni di test rapidi dall’azienda F Medical di Ferrara. Altri 6815 euro sono andati all’azienda Luana Confezioni di Fiscaglia per le mascherine. Sono 1.127 coloro che si sono rivolti al Centro di Medicina Ferrara srl ​​per i tamponi rapidi. Sei acquisti, infine, sono stati effettuati presso l’azienda Centro di Medicina spa di Villorba (in provincia di Treviso). La struttura ha ricevuto le somme di 1437, 221, 165, 25, 73 e 162 euro per l’acquisto di tamponi per i propri dipendenti.

Dal conteggio effettuato dagli uffici comunali Mancano circa 30mila euro di cui non si conosce la destinazione. In nessuna circostanzacomunque, soldi delle donazioni liberali sono andati al beneficiario desiderato dai donatorii reparti Covid dell’ospedale di Cona.

 
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