Covid, ancora la tesi del complotto. “Quel virus è uscito da un laboratorio cinese” – .

Covid, ancora la tesi del complotto. “Quel virus è uscito da un laboratorio cinese” – .
Covid, ancora la tesi del complotto. “Quel virus è uscito da un laboratorio cinese” – .

Un virus nato in laboratorio o dal passaggio animale-uomo? La domanda ha registrato una ripresa nei tre anni di pandemia SARS-CoV-2 che abbiamo vissuto. E ora che il virus, pur circolando ancora tra noi, è in gran parte scomparso, la questione è tornata in primo piano. Una rivelazione del quotidiano britannico contribuisce ad alimentarlo IlTelegrafo, che riportava un fatto prima sconosciuto: “Durante una riunione dell’alleanza di intelligence nota come gruppo Five Eyes (Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Nuova Zelanda e Australia) avvenuta nel gennaio 2021, la questione era stata discussa”. Parliamo della condivisione da parte degli Stati Uniti di prove “sorprendenti” con il Regno Unito al culmine della pandemia di Covid, prove che suggeriscono “un’alta probabilità che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio cinese”.

Covid, virus fuggito dal laboratorio di Wuhan? Un funzionario accusa la CIA

di Donatella Zorzetto

15 settembre 2023

La versione americana

Entrando nel dettaglio, come riporta il quotidiano inglese “gli Stati Uniti hanno riferito che la Cina aveva nascosto attività militari e di ricerca sul coronavirus in un laboratorio a Wuhan”. E, sempre secondo l’ Telegrafo“in una precedente telefonata l’allora segretario di Stato americano, Mike Pompeo, presentò prove a sostegno di questa teoria all’ex ministro degli Esteri britannico Domenico Raab e alle loro controparti in Canada, Nuova Zelanda e Australia”.
Ma c’è di più. Due fonti dell’ex amministrazione presidenziale guidata da Donald Trump – all’epoca al potere negli USA – parlò con il Telegrafo e ha accusato Raab e il governo britannico di aver ignorato la teoria della fuga del virus dal laboratorio a causa della reticenza espressa dall’équipe sanitaria governativa che, in quella fase della pandemia, sosteneva fermamente un’evoluzione naturale dell’agente patogeno.

“Informazioni straordinarie”

Il commento di un ex funzionario americano che ha lavorato con l’intelligence, e anche con l’ex segretario Pompeo, è stato significativo: “Abbiamo visto diverse informazioni e abbiamo pensato che fossero, francamente, sorprendenti”, ha detto. Sottolineando: “Ovviamente c’era un’alta probabilità che si trattasse effettivamente di un virus fuggito da un laboratorio”, sostenendo che un documento del Dipartimento di Stato sottolineava il “costante ostruzionismo” da parte della Cina dopo la scoperta del virus e accusava i funzionari di Pechino di “grossolana corruzione e inettitudine”.
La ricerca ha anche rivelato per la prima volta un altro dettaglio che fa riflettere: “Ufficiali militari cinesi avevano lavorato presso l’Istituto di virologia di Wuhan negli anni precedenti la pandemia” e “alcuni ricercatori del laboratorio si erano ammalati poco prima di registrare i primi casi di Covid infezione a Wuhan”.
Le due fonti dell’ex amministrazione presidenziale Trump hanno infine spiegato che “all’epoca dei fatti il ​​Regno Unito ha ignorato le prove presentate dagli Stati Uniti” perché il governo londinese ha etichettato l’informazione sulla potenziale fuoriuscita del virus dal laboratorio come una “questione politica radioattiva degli Stati Uniti” alimentata dal disaccordo pubblico tra gli scienziati governativi e Donald Trump.

Da dove nasce il Covid? Lo studio cinese: “Ecco dove si nascondeva il virus nel 2020”

di Donatella Zorzetto

07 aprile 2023

L’ammissione cinese

Ma torniamo al dibattito sulle possibili origini del Covid. La prima bufera generata da una dichiarazione risale al maggio 2023, quella volta proveniente dalla Cina, Paese che per primo ha sperimentato gli effetti della pandemia nel 2019 o forse anche nei mesi precedenti, che attribuivano la nascita del virus a un esperimento di laboratorio.
Una possibile ammissione, si è letto, che non escludeva quella tesi: lo aveva riferito la BBC attraverso un’intervista Giorgio Gaoex capo del Centro cinese per il controllo delle malattie (CDC) fino al 2022 e attuale vicepresidente della National Natural Science Foundation of China.

Le ipotesi dell’immunologo cinese

Gao, virologo e immunologo di fama mondiale, ha svolto un ruolo chiave nella risposta alla pandemia e negli sforzi per rintracciarne le origini. Va detto che Pechino aveva respinto ogni ipotesi secondo cui l’infezione avrebbe potuto avere origine nell’Istituto di Virologia di Wuhan (Wil), il laboratorio della capitale Hubei dove il virus fu rilevato per la prima volta alla fine del 2019. Ma Gao era stato meno perentorio sull’argomento, sottolineando: “Si può sempre sospettare qualsiasi cosa. Questa è scienza. Non escludere nulla.”
Un possibile segnale che Pechino abbia preso la teoria della fuga di dati dal laboratorio più seriamente di quanto suggeriscano le sue dichiarazioni ufficiali? Gao aveva affermato: “Il governo ha organizzato qualcosa”, aggiungendo che “quel laboratorio (Wil, ndr) è stato ricontrollato da esperti”.

La cronologia dell’emergenza Covid

05 maggio 2023

Laboratorio sotto inchiesta

Nel maggio dello scorso anno è stata ammessa per la prima volta che la Cina stava completando un’indagine condotta ufficialmente. A questo proposito lo scienziato ha affermato di non aver visto i risultati, ma di aver “sentito” che il laboratorio aveva superato il test. “Credo che la conclusione sia che stanno seguendo tutti i protocolli – aveva sottolineato in quell’occasione -. Non hanno riscontrato alcun illecito”.
Tornando alla cronaca ufficiale, una delle ipotesi più gettonate era che il virus fosse stato trasmesso dai pipistrelli all’uomo, magari attraverso altri animali. Uno scenario sostenuto da molti scienziati, anche se altri esperti avevano notato la mancanza di prove sufficienti per escludere la principale possibilità alternativa: che il virus avesse infettato qualcuno coinvolto in una ricerca volta a comprendere meglio la minaccia che produce in natura. Ora, grazie alle nuove rivelazioni, la verità sarà più accessibile?

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