Indagine Covid, la Procura di Bergamo chiede l’archiviazione di tutto, dall’ospedale di Alzano all’ATS – .

Indagine Covid, la Procura di Bergamo chiede l’archiviazione di tutto, dall’ospedale di Alzano all’ATS – .
Indagine Covid, la Procura di Bergamo chiede l’archiviazione di tutto, dall’ospedale di Alzano all’ATS – .

DiRedazione bergamasca

Dopo le archiviazioni del Tribunale dei ministri, a Bergamo erano rimaste sei accuse per l’epidemia colposa, i dipendenti morti, i falsi. Restavano quattro indagati, tra cui l’allora direttore generale di Alzano Locati e il direttore generale di Ats Giupponi

La strada, nell’accusa centrale, era già tracciata. Dopo l’archiviazione dei fili più corposi dell’indagine sulla prima fase della pandemia Covid del 2020anche quelli relativamente minori vanno nella stessa direzione. La Procura di Bergamocon il sostituto procuratore Maria Cristina Rota che ha guidato il pool di pm nelle indagini, ne ha chiesto il rigetto per le sei denunce rimaste a Bergamo. Quelli sull’ospedale di Alzano e sui falsi, compresi quelli dell’ATS.

«Ipotesi infondata»

Il cuore dell’inchiesta, con il coinvolgimento dell’allora premier Giuseppe Conte e il Ministro della Salute Roberto Speranzama anche la parte relativa alla Regione con il presidente Attilio Fontana e l’allora Assessore al Welfare Giulio Gallera, era stata deferita per la giurisdizione al Tribunale dei ministri di Brescia (in parte anche di Roma). L’indagine si era chiusa lo scorso giugno: «Ipotesi infondata», scrivono i giudici. Al centro, il reato di epidemia colposa, non contemplata come omissione.

Appunti sulla sanificazione dell’ospedale di Alzano

Allora, cosa resta a Bergamo? Francesco Locati e Roberto Cosentina, il primo direttore generale dell’Asst Bergamo Est (ospedale di Alzano, con il pronto soccorso chiuso il 23 febbraio 2020 e riaperto dopo poche ore) e il secondo direttore sanitario della stessa azienda, sono finiti indagati, tra l’altro, per falso . Per aver certificato (Cosentina) in una nota all’Ats di averlo avuto adottare immediatamente le misure necessarie dopo i primi casi sospetti e conferma della positività al tampone; la Procura ha invece contestato che la sanificazione del pronto soccorso e dei reparti sia stata incompleta. Locati, sempre secondo le accuse iniziali, nei verbali dell’8 e 10 aprile 2020, ha dichiarato alla Direzione generale del Welfare della Regione Lombardia che il Presidio è stato sanificato durante la breve chiusura d’emergenza. E che, dopo i primi due casi sospetti, sono stati prelevati tamponi a tutti i pazienti con sintomi respiratori. Locati, intanto, è stato promosso lo scorso dicembre alla direzione dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il Covid allora era un’incognita. La sanità è stata colta impreparata. Per quanto riguarda i falsi, alla fine la Procura ha concluso così non c’è stata alcuna frode.

L’epidemia mortale all’ospedale di Alzano e i 35 operai morti

Locati, Cosentina e Giuseppe Marzulli (dirigente sanitario dell’ospedale di Alzano e responsabile della gestione delle emergenze sanitarie) è finito indagato per epidemia colpevole. I primi due per non aver verificato la disponibilità del guanti, maschere, tute e altri dispositivi di protezione. Per non aver sottoposto al trattamento i pazienti affetti da insufficienza respiratoria screening radiologico, il 23 febbraio, per diagnosticare il Covid in almeno 25 pazienti, dal momento che i tamponi non erano ancora stati effettuati in maniera estensiva. E per non aver verificato se esistesse una procedura che indicasse percorsi differenziati e isolamento. Marzulli per non aver verificato la necessità dei dispositivi e delle apparecchiature di protezione e per non aver vigilato sull’uso di mascherine, guanti e camici. In questo modo, secondo le prime accuse, avrebbero causato il contagio di 35 operatori sanitari e la morte di due persone. Tutte le omissioni.

L’ATS e il piano di sorveglianza

Massimo Giupponi, direttore generale dell’ATS di Bergamo (confermato a dicembre), è finito sotto inchiesta per aver attestato in atti pubblici fatti non corrispondenti al vero. In particolare, nella nota alla Regione Lombardia del 28 maggio 2020 in risposta all’interrogazione dell’assessore Niccolò Carretta, avendo segnalato che è stato monitorato l’andamento dei ricoveri, che i pazienti arrivati ​​al pronto soccorso di Alzano erano stati trasferiti in altre strutture con la creazione di aree di isolamento per chi presentava sintomi sospetti. E che, dal 23 febbraio 2020, è stata subito adottata la procedura di sorveglianza; il che non è vero, secondo la Procura, “poiché il piano di sorveglianza è stato attivato dal 3 marzo 2020”. Giupponi è stato indagato anche per rifiuto di atti ufficiali, per non aver fornito ad ATS “in tempo reale” un adeguato piano di sorveglianza attiva fino a dopo il 2 marzo 2020.


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9 maggio 2024

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