“La Felina Band è l’emblema dello stare bene” – .

“La Felina Band è l’emblema dello stare bene” – .
“La Felina Band è l’emblema dello stare bene” – .

Il 150° anniversario di La banda di Felinacontenuto in un film documentario diretto da Alessandro Scillitani: il suo storia di La banda di Felina dal 1870 ad oggi con interventi di bandisti. di ieri e di oggi. Uno straordinario viaggio dedicato alla memoria e alla scoperta della tradizione musicale e culturale di Felina, “il paese della musica.

Abbiamo intervistato il regista Scillitani, autore di documentari, musicista e cantante. Si occupa di sceneggiatura, regia, montaggio e musica delle sue opere. Dal 2011 collabora con il noto scrittore e giornalista Paolo Rumiz, con il quale ha realizzato numerosi film, molti dei quali distribuiti con Repubblica e sui canali televisivi (Rai, LaEffe TV, RSI) e proiettati nelle sale cinematografiche. Nel 2013 fonda la sua casa di produzione, Artemide Film, con la quale ha realizzato numerose opere.

L’intervista

Qual è stata la tua ispirazione per questo film sulla banda musicale di Felina?

Siamo stati contattati dal Comune di Castelnovo in occasione del 150° anniversario della banda musicale Felina. Un fatto straordinario: non esistono altre bande che abbiano una vita così lunga. Il primo obiettivo è stato proprio quello di voler descrivere un territorio anche attraverso questa peculiarità, così forte e persistente nel tempo. Un progetto nato per dare valore alla memoria: un mondo che parla di noi, della nostra situazione attuale. Per poterlo raccontare ho fatto quello che faccio sempre nel mio lavoro, cioè ricerco l’autenticità e la verità delle cose. Sono diventato membro della Band, li ho seguiti nelle loro esibizioni e nei loro momenti conviviali, proprio per cercare di cogliere quella che è la loro essenza. Un esempio? A partire dalla Presidente Alice Manfredi, che entrò nella Banda ignara, come lei stessa affermò, di avere un bisnonno che ne fu direttore poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Recuperando un diario ci siamo resi conto di come Alice e gli altri incarnano gli antenati di Felina e coloro che hanno contribuito a questa eredità.

Qual è il significato e l’importanza della banda di Felina nella storia locale?

C’è un grande valore che è legato a questi 150 anni di storia e quindi testimonianza anche del passaggio di tanti Felinesi al suo interno. Potrebbe sembrare che abbia perso la sua funzione aggregativa, ma solo apparentemente: in passato, ad esempio, si celebravano tutte le festività, anche i matrimoni e i funerali; poi c’era l’abitudine di suonare anche fuori dal contesto della Banda, da parte di vari componenti della cosiddetta Civica: tutte cose che forse oggi si sono addormentate o hanno, appunto, funzioni diverse. Oggi è tutto più strutturato. Ma ancora oggi la Banda è una passione che unisce persone, anche molto diverse tra loro, che magari svolgono lavori diversi durante la giornata per poi ritrovarsi.

Come avete condotto la ricerca per raccontare con precisione la storia e l’anima della banda?

L’obiettivo era raccontare la Band stessa. Mi sono affidato ai componenti e anche a qualcuno che è uscito dalla Banda, lavorando soprattutto sulle testimonianze. Abbiamo raccolto, ad esempio, l’importante testimonianza dello storico Giuseppe Giovanelli. Insomma, un lavoro che ci ha permesso di fare il giusto quadro all’interno della storia di Felina, di Castelnovo, della montagna, di questi 150 anni. Gli ‘scrigni’ sono gli stessi componenti della Banda che hanno raccontato aneddoti e storie legate anche alle loro esperienze all’interno della Banda, hanno evocato anche i loro antenati, le loro radici.

Come hai scelto la colonna sonora e che ruolo ha nel film?

I protagonisti sono i componenti ma l’attore principale è la musica. La Banda può essere descritta solo attraverso la musica e per questo è continuata la ripresa mentre suona per le strade dei paesi durante le feste: ogni testimonianza, ogni racconto, è ‘accompagnato da suoni’. La colonna sonora è quindi la loro musica.

In questo caso ho contravvenuto ad uno dei miei precetti, quello di usare con parsimonia la musica: nei miei film ho utilizzato quasi sempre semplicemente i suoni della natura come colonna sonora, in questo caso la musica della Band non poteva che essere protagonista.

Ci sono dei momenti storici particolari della gang che volevi evidenziare nel film?

È stato sicuramente il momento in cui si è formata la Banda, quindi 150 anni fa: capire e raccontare le ragioni di questa longevità. Interessante poi è stato anche approfondire con Alice Manfredi la storia del suo bisnonno che, come dicevo prima, faceva parte della Banda e l’aveva diretta. Mi hai mostrato anche un diario, che poi hai ritrovato, dove Ugo Manfredi descrive con molta cura e attenzione vari passaggi della vita della Banda. Per me uno degli elementi più toccanti e che forse è anche alla base della salvezza di questa Banda è quando Ugo, durante la Seconda Guerra Mondiale, ordinò ai vari componenti di tenere il proprio strumento in casa, per evitare che un bombardamento potesse distruggerlo. . (li hanno invece lasciati altrove). Una volta finita la guerra, questo permise alla Banda di ripartire. Altro elemento molto toccante è il finale della storia: Ugo morirà durante il bombardamento dell’ospedale di Castelnovo, dove si trovava.

Qual è il messaggio principale che speravi di trasmettere attraverso questo film?

Dobbiamo guardare alla bellezza di queste nostre radici perché il senso di appartenenza a una storia, a una comunità, allo stare insieme è qualcosa che è dentro di noi e che, un po’ presi dai ritmi della vita, abbiamo perso. La Felina Band è in qualche modo l’emblema dello stare bene.

 
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