Una Mad Max Saga, la recensione potente, ma meno viscerale e spettacolare di Fury Road – .

La parabola di Mad Max è strana. Inizia quasi in sordina nel 1979, con uno sconosciuto Mel Gibson come protagonista, la saga di Giorgio Miller ha dovuto attendere 30 anni nell’oblio prima di consacrarsi definitivamente e fragorosamente con Mad Max: Fury Road. Un film praticamente perfetto, con una trama essenziale, un design visionario, un cast eccellente e una componente tecnica e sonora travolgente. Come possiamo continuare l’epopea di Max a questo punto?

L’idea di Miller era quella di fermarsi e guardare indietro, pensando a un film capace di entrambe le cose dare maggiore profondità all’Australia post-apocalittica della seriee per raccontare la storia della vera protagonista del film vincitore di 6 Oscar nel 2016: Furiosa.

Ci sono voluti nove anni per mettere insieme il progetto, trova il cast giusto e gira due ore e mezza di inseguimenti, esplosioni e violenza. 148 minuti in cui Furiosa passa dall’essere una bambina innocente, per quanto innocente possa esserlo chi nasce in questo futuro distopico, a diventare uno dei principali alleati di Immortan Joe, lo spaventoso leader della Cittadella che abbiamo imparato a conoscere e temere in Furia Road.

Charlize Theron è furiosa con Mad Max di Tom Hardy

In questo caso non sarà lui a provare a mettere i bastoni tra le ruote (chiodate) del protagonista, bensì Dementus, l’ambizioso leader di un’orda di motociclisti interpretato da Chris Hemsworth. Da qui inizierà un furioso botta e risposta tra i due che porterà allo status quo del film precedente che, per chi non lo sapesse, è in realtà cronologicamente il seguito diretto di Furiosa: A Mad Max Saga.

Gli occhi di Anya Taylor-Joy

A George Miller evidentemente piace che il protagonista del suo Mad Max parli poco. Simile a quello che ha fatto anche Tom Hardy in Fury Road La Furiosa di Anya Taylor-Joy è una protagonista taciturna, timida e imbronciatamolto diversa dall’eroina più aperta ed empatica che conoscevamo.

Una scena di Furiosa: A Mad Max Saga in cui si possono vedere chiaramente gli occhi di Anya Taylor-Joy

Serviva quindi un’attrice capace di comunicare di più con il viso, anzi con gli occhi, che con le sue parole e la sua scelta è caduta su Anya Taylor-Joy, che ha fatto notizia anche per la serie La regina degli scacchi, dove aveva già stregato tutti con il suo sguardo affascinante. Una buona scelta, visto che bastano i suoi occhi per trasmettere rabbia, disprezzo, dolore, speranza.

Ciò che era interessante di Chris Hemsworth, tuttavia, era il suo fisico statuario, non la famosa bellezza dell’ex Dio del Tuono, così come la vena comica mostrata negli sfortunati Acchiappafantasmi del 2016. Il suo Dementus è un personaggio complesso, carismatico, scaltro, contorto. Capace di grande crudeltà, ma anche di dolcezza inaspettata, di grandi macchinazioni, ma anche di scelte folli come il suo nome. Un buon nemico su cui basare gli inseguimenti, le scene d’azione e le battaglie di questo primo film della saga di Mad Max, peccato che tutta la tensione e le sue astuzie si scontrino con il fatto che sappiamo benissimo come andrà a finire. Solo chi ha la fortuna di vedere Fury Road dopo Furiosa potrà, almeno per qualche istante, temere che le minacce di Dementus abbiano qualche impatto.

Sapendo già come andrà a finire, quindi, tutta la storia della povera Furiosa perde un po’ di mordente, nonostante non manchino momenti sopra le righe, nonché alcuni passaggi piuttosto raccapriccianti.

L’Australia post-apocalittica più bella di sempre

Se stesso Dal punto di vista della storia, questo sequel ripaga un po’ il fatto di essere un prequel, scusate il gioco di parole, dal punto di vista dell’ambientazione Furiosa: A Mad Max Saga funziona perfettamente. Non importa se avete visto Fury Road o meno, la scoperta di alcune location dei loghi citati in quel film sarà una piacevole sorpresa per i vecchi e nuovi fan di Mad Max. Ciò che George Miller fa perfettamente è unire i puntini del suo universo, quello che in gergo anglofono chiameremmo world building, gettando le basi per una mitologia più complessa, fatta di eventi storici (la guerra dei 40 giorni), luoghi leggendari, rapporti di potere.

Anche da questa scena di inseguimento si può notare la meticolosa fotografia del film
Anche da questa scena di inseguimento si può notare la meticolosa fotografia del film

Perché Immortan Joe è così venerato? Cosa ti lega a Gastown? Dov’è la Fattoria dei Proiettili? Miller dà una risposta a tutte queste cose, creando un universo tanto distorto quanto affascinante, ricco di scorci meravigliosi, ma soprattutto di spunti scenografici e di mezzi di trasporto davvero azzeccati, che a volte sembrano strizzare l’occhio ai veicoli volanti di Miyazaki e Studio. Ghibli, pur rimanendo fieramente ancorato all’universo di sangue e fuoco di Mad Max.

Ne emergono di nuovi inseguimenti al cardiopalma, coreografati alla perfezione e altamente spettacolari i quali, nel tentativo di rispettare la grammatica di Fury Road, magari perdono quel pizzico di cuore e di fegato che aveva reso immortale il primo capitolo (cioè il seguito… ok, avete capito). Questo significa che queste scene sono noiose? Sei ferito? O che non vale la pena andare al cinema a vedere il film?

Furiosa controlla un fucile arpione perfettamente caratterizzato per l'universo di Mad Max
Furiosa controlla un fucile arpione perfettamente caratterizzato per l’universo di Mad Max

Assolutamente no, anzi, in una sala dotata di un buon impianto audio e di uno schermo di qualità Furiosa: A Mad Max Saga vi strapperà letteralmente dalla sedia, proiettandovi sull’arida pista che collega la Cittadella con Gastown e Bullet Farm. . Solo che lo fa a intermittenza, forse anche a causa di una durata un po’ eccessiva o di un finale un po’ deludente, in cui le scene epiche vengono accelerate per dare più spazio ai dialoghi. Ma questi sono davvero piccoli difetti nel brillante nuovo pezzo della saga di Mad Max.

Conclusioni

Il viaggio nel passato di Furiosa è un viaggio che deve essere vissuto, soprattutto se non hai mai visto Mad Max: Fury Road. La nuova fatica di George Miller, infatti, racconta, amplia e mostra l’universo di Mad Max come mai fatto prima e lo fa con il suo stile fatto di inseguimenti spettacolari, veicoli corazzati folli e tanta azione. Il vero problema, se di problema vogliamo parlare, è che Fury Road faceva queste cose un po’ meglio nove anni fa, in un film più compatto e originale. Rimangono però quasi due ore e mezza di grande cinema, che affascinano, sconvolgono e impressionano come pochi altri. La speranza è che non dovremo aspettare altri 10 anni per un film della saga di Mad Max, e magari per un videogioco dedicato al Guerriero della Strada.

 
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