“La reazione riguarda tutti noi”. Chi può porre fine alle guerre – Tempo – .

“La reazione riguarda tutti noi”. Chi può porre fine alle guerre – Tempo – .
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Edoardo Sirignano

20 aprile 2024

«La reazione dell’Iran non sarà nei cieli impenetrabili di Israele, ma riguarderà tutti noi. Gli ayatollah stanno già risvegliando i lupi solitari addormentati”. È quanto sostiene Leonardo Tricarico, ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.

Cosa pensi della risposta di Israele all’Iran?

«È stato applicato il principio del ritorsione. Israele, a Gaza, non ha tenuto conto della proporzionalità della sua risposta. Ora, però, doveva subirlo. Nonostante sia stato oggetto di un massiccio attacco, volto a provocare danni, ha dovuto contenere la reazione. La scelta dell’Iran, a differenza di quello che molti vogliono far credere, non è stata uno scherzo o una messa in scena”.

Tuttavia, in nessuna delle due operazioni si sono verificati danni.

«Nulla è stato danneggiato da parte iraniana perché non ci sono riusciti. Da parte israeliana, però, perché non volevano. Israele, per scelta deliberata, ha deciso di non danneggiare l’Iran. Una decisione che costò molto al governo di Gerusalemme. Per la prima volta è andato contro la sua stessa natura”.

Non è questo un segno di debolezza per Netanyahu?

«È il segno che la moderazione comincia finalmente a prendere piede anche a quelle latitudini. La dimensione e la natura dell’ultimo attacco sono molto meno che simboliche”.

Non ci sarà un’escalation? Come proseguirà il conflitto?

«Ne escludo uno di carattere tradizionale. Non riesco a immaginare come un paese, come l’Iran, con capacità militari che necessitano di aggiornamenti e tecnologie non particolarmente significative possa fare una cosa del genere. Il 13 aprile è emerso un fatto: i cieli di Israele sono impenetrabili. Chi intende attaccarlo su quel campo non ha alcuna possibilità di successo”.

Allora come pensano i Pasdaran di fermare Israele? Uno sbarco navale?

«Questo è assurdo. Tuttavia, potrebbe esserci un conflitto di altra natura. L’Iran potrebbe avvalersi di un uso più ampio dell’asse della resistenza. Potrebbe esserci sullo sfondo un’arma, finora dormiente, ma dal potenziale superiore a tutte le altre. Mi riferisco al terrorismo. Attraverso la chiamata alle armi dell’Islam radicale, l’obiettivo è risvegliare quei lupi solitari, che non sono mai scomparsi e che possono preoccupare l’intero Occidente. Attenzione al radicamento di una nuova dottrina”.

Ma gli iraniani non sono visti altrettanto bene dall’intero mondo islamico. Basti pensare alle differenze storiche tra sciiti e sunniti.

«In tutti i settori di lavoro, di azione e quindi anche di credo si delinea una linea di demarcazione ben precisa. Lo stesso accade con il terrorismo. Ciò che ci spaventa non devono essere le conseguenze delle ritorsioni tra Iran e Israele, ma il radicamento di una separazione di fronti e di coalizioni. La percezione di un Iran emarginato crea nuove alleanze, per ora solo concettuali. Non è quindi da escludere che nel prossimo futuro possano diventare strutturali e potremmo ritrovarci il mondo sciita contro quello sunnita”.

Sei un grande mediatore globale in grado di spegnere gli incendi?

«Se dobbiamo rivolgerci a qualcuno che finora ha dimostrato saggezza, lungimiranza e moderazione è la Cina. Riprendiamo quel famoso piano in 12 punti. È stato accantonato, ma dovrebbe essere ripreso. Potrebbe quindi esserci una piattaforma negoziale per un cessate il fuoco almeno sul fronte russo-ucraino. Verrebbe dato un segnale chiaro: c’è qualcuno sul pianeta capace di mettere ordine sui diversi fronti”.

 
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