Uno studio volto a svelare la composizione dei prodotti dedicati ai bambini ha dato risultati sconcertanti, soprattutto per il latte in polvere.
Latte in polvere, noto anche come latte artificiale è un alimento studiato appositamente per i neonati e i bambini piccoli che non possono essere allattati al seno o che necessitano di un’integrazione con il latte materno. È anche una scelta popolare per le famiglie che preferiscono non allattare al seno o che necessitano di una soluzione pratica per l’allattamento del bambino.
È un prodotto che si ottiene attraversoessiccazione del latte vaccino, in modo da eliminare l’acqua e consentirne la conservazione sotto forma di polvere. La formula è progettata per fornire tutti i nutrienti essenziali di cui un neonato ha bisogno per crescere in modo sano e svilupparsi correttamente proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali. Di solito viene arricchito con sostanze come ferro e acido folicofondamentali per la crescita del bambino.
L’uso del latte in polvere per neonati dovrebbe essere guidato dalle raccomandazioni dei pediatri e gli operatori sanitari, poiché una corretta preparazione e somministrazione sono fondamentali per garantire la salute e il benessere del bambino.
È importante seguire attentamente le istruzioni su dosi e preparazione per evitare rischi per la salute, come ad es infezioni batteriche o squilibri nutrizionali.
Lo studio sul latte in polvere
Recentemente, il sito Greenme ha pubblicato uno studio condotto da Public Eye e rete internazionale di azione per gli alimenti per l’infanzia (IBFAN) che riguarda una nota multinazionale che produce prodotti per bambini e li distribuisce in tutto il mondo.
Nello specifico le due organizzazioni hanno esaminato ca 150 prodotti diversitra cui latte in polvere e cereali per l’infanzia, confrontandone la composizione nei diversi paesi in cui vengono commercializzati.
Zuccheri aggiunti nei prodotti Nestlé per bambini
“Per Nestlé non tutti i bambini sono uguali“, scrive Occhio pubblico. Secondo la ricerca, infatti, alcuni alimenti per l’infanzia prodotti dalla nota multinazionale contengono diversi livelli di zucchero a seconda del Paese, con una maggiore quantità di zuccheri aggiunti nei Paesi in via di sviluppo. Soprattutto rispetto a quelli venduti in Svizzera, dove ha sede la sua sede, e in gran parte dell’Europa.
Il titolo dell’inchiesta non lascia molto spazio ai dubbi”Come Nestlé lo realizza i bambini sono dipendenti dallo zucchero nei paesi a basso reddito“. Ora le organizzazioni hanno chiesto a Nestlé di rispettare le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che sconsiglia di aggiungere zucchero ai prodotti destinati ai bambini sotto i tre anni, poiché può causare dipendenze, sovrappeso e obesità. “Nestlé pone fine a questi doppi standard ingiustificabili” chiede Laurent Gaberell, esperto di nutrizione presso Public Eye.
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