Razzi dall’Iraq verso la base della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria. Fossa comune trovata a Khan Yunis – .

Diversi razzi sono stati lanciati dal nord dell’Iraq in direzione di una base della coalizione internazionale anti-jihadista a guida Usa in Siria: lo dicono le forze di sicurezza irachene, che affermano di aver ritrovato il veicolo utilizzato per il lancio, aggiungendo che “si tratta di una vasta operazione” ” per rintracciare i responsabili ed è stata avviata un’ispezione nella provincia di Ninive. Questo è il primo attacco di qualsiasi dimensione diretto contro le truppe della coalizione internazionale, anche se negli ultimi mesi diversi droni e razzi sono stati diretti contro i soldati americani in Medio Oriente.

La Protezione civile palestinese afferma di aver recuperato 180 corpi da una fossa comune all’interno dell’ospedale Nasser a Khan Younis, Gaza, due settimane dopo il ritiro delle forze israeliane dall’area. Lo riferisce Al Jazeera.

Nel mirino dei missili iraniani prima il Colosseo poi la Torre Eiffel. L’allarme provocatorio arriva dal ministro degli Esteri israeliano Israel Katz che, in un post sui social, ha lanciato un monito alle “capitali del mondo”, tra cui Roma e Parigi, sul rischio di potenziali attacchi da parte di Teheran dopo il recente raid compiuto da parte dei Pasdaran con droni e missili contro Israele come ritorsione per l’attacco attribuito a Israele al consolato di Damasco. “Il recente attacco dell’Iran a Israele è solo un’anteprima di ciò che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato”, ha scritto il ministro sull’Iran “un’organizzazione terroristica”, oltre a “sanzionare il programma iraniano di missili balistici”. Tutto, secondo Katz, deve essere fatto “prima che sia troppo tardi”. Ad accompagnarlo c’è una foto che raffigura un’immagine del Colosseo su cui stanno per colpire sei missili. Da Roma a Parigi. Ore dopo, lo stesso capo degli Esteri dello Stato ebraico ha diffuso un messaggio identico, questa volta indirizzato ai francesi, e affisso il monumento simbolo della Ville Lumière. Poi l’avvertimento scritto in inglese, francese ed ebraico “Stop Iran” rivolto al segretario di Stato americano Antony Blinken, al ministro italiano Antonio Tajani e ai loro omologhi tedeschi, francesi e inglesi. Nel video, con la Torre Eiffel sullo sfondo, in primo piano c’è una scena tranquilla di un signore che sta per prendere un cornetto e un cappuccino, interrotta da uno sparo. Il capo della diplomazia israeliana ha poi chiesto ai suoi omologhi dell’Ue “di imporre sanzioni sul progetto missilistico iraniano”. Annunciandolo su X, Katz ha aggiunto che «il progetto mette in pericolo il mondo. Dobbiamo fermare l’Iran prima che sia troppo tardi”. I missili iraniani, ha ricordato, “hanno una gittata fino a 3mila chilometri”. L’impressione, secondo alcuni osservatori, è che Israele non abbia apprezzato la richiesta di cessate il fuoco immediato a Gaza, arrivata nei giorni scorsi da Roma. Non si dice preoccupato ma invita Tajani a “evitare il panico” e ribadisce il suo impegno per la de-escalation, non escludendo un colloquio con il ministro iraniano “nei prossimi giorni”. «Non credo che ci sia la possibilità di un attacco all’Occidente» da parte dell’Iran «che pure commette gravi errori ma dobbiamo evitare di creare panico», ha sottolineato il capo degli Esteri, aggiungendo che «più che preoccuparci, dobbiamo preoccupazione “. Tajani ha poi ricordato il recente incontro del G7, dove si è lavorato per “la riduzione dell’escalation, cercando di utilizzare tutti gli strumenti diplomatici possibili per evitare che la situazione peggiorasse”, ribadendo l’impegno a “continuare a lavorare per raggiungere il cessate il fuoco a Gaza, il rilascio di tutti ostaggi e aiuti umanitari alla popolazione civile”. L’obiettivo finale, ha insistito, “non è cancellare Israele, amico dell’Italia”, ma avere “due popoli e due Stati che si riconoscano”.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha chiesto ai suoi omologhi dell’UE “di imporre sanzioni sul progetto missilistico iraniano”. Lo ha annunciato lo stesso Katz, aggiungendo che «il progetto mette in pericolo il mondo. Dobbiamo fermare l’Iran prima che sia troppo tardi”. Su X Katz ha ricordato che “i missili iraniani hanno una gittata fino a 3mila chilometri”. Allo stesso tempo ha dato istruzioni alle ambasciate israeliane nell’Ue “di intensificare la campagna contro l’Iran in vista della riunione della Fac dei ministri degli Esteri europei di domani per discutere delle sanzioni”.

Continua a salire il bilancio delle vittime del raid israeliano avvenuto nella notte contro diverse case della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza: secondo l’Associated Press citata dal Guardian, le autorità sul posto riferiscono di 22 morti, di cui 18 minori.

«Non credo che ci sia la possibilità di un attacco all’Occidente» da parte dell’Iran «che commette errori anche gravi, dare droni alla Russia, dare droni e armi a Hezbollah non va bene. Dobbiamo evitare di creare panico”: così il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato la foto postata su X dal collega israeliano Israel Katz con i missili lanciati sul Colosseo. “Ci sono anche altri obiettivi europei – dice il ministro riferendosi al secondo post con la Torre Eiffel – Più che preoccuparci, dobbiamo preoccuparci”.

L’impegno è per la riduzione della tensione, ha detto, non escludendo un colloquio con il ministro iraniano “nei prossimi giorni”

Gli aiuti militari statunitensi a Israele rappresentano il “via libera all’aggressione” a Gaza. Lo dice Hamas.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, dopo il post sugli X dei missili iraniani sul Colosseo a Roma, ha diffuso lo stesso messaggio questa volta rivolgendosi alla Torre Eiffel. La scritta, in inglese, francese ed ebraico, recita: “Fermate l’Iran prima che sia troppo tardi” indirizzata al segretario di Stato americano Antony Blinken, a quello italiano, Antonio Tajani, al tedesco Baerbock, al francese Sejourne e ai ministri inglese David Cameron. Nel video, con la Torre Eiffel sullo sfondo, in primo piano c’è una scena tranquilla di un signore che sta per prendere un cornetto e un cappuccino, interrotta da uno sparo.

«Continuo a seguire la situazione in Medio Oriente con preoccupazione, e anche dolore. Rinnovo l’appello a non cedere alla logica della rivendicazione della guerra. Prevalgano invece le vie del dialogo e della diplomazia, che possono fare molto”. Così il Papa alla recita del Regina Caeli. “Prego ogni giorno per la pace in Palestina, in Israele – ha proseguito – e spero che questi due popoli possano presto smettere di soffrire”. «E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, che soffre tanto per la guerra», ha aggiunto Francesco.

“Le sanzioni non devono essere imposte alle forze di difesa israeliane”. Lo ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu riferendosi alle intenzioni degli Stati Uniti nei confronti del battaglione “Netzach Yehuda”. «Nelle ultime settimane – ha detto a X – mi sono impegnato contro le sanzioni nei confronti dei cittadini israeliani, anche nelle mie conversazioni con alti funzionari del governo americano. In un momento in cui i nostri soldati combattono i mostri del terrore, l’intenzione di sanzionare un’unità dell’IDF è il massimo dell’assurdità e un basso standard morale”. “Il governo da me guidato agirà con tutti i mezzi contro queste mosse”.

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian e il suo omologo dell’Oman, Sayyid Badr Al-Busaidi, hanno chiesto sforzi internazionali per stabilire un cessate il fuoco immediato a Gaza e inviare aiuti umanitari all’enclave: riferisce l’IRNA. Nel corso di una conversazione telefonica tenutasi ieri sera, il ministro degli Esteri dell’Oman ha condannato Israele “per i suoi atti destabilizzanti nella regione”. “Porre fine ai crimini di guerra del regime sionista a Gaza è l’unico modo per ripristinare la sicurezza nell’Asia occidentale”, ha aggiunto. Le autorità dell’Oman hanno agito come mediatori tra Iran e Stati Uniti, soprattutto durante il recente conflitto tra Iran e Israele.

Due razzi provenienti dal Libano sono caduti in un’area aperta vicino alla città di Shlomi, nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano, dove precedentemente avevano suonato le sirene d’allarme. Non ci sono vittime. Lo ha reso noto il portavoce militare.

Nuovo, tragico esito dei raid israeliani a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, almeno 16 persone – tra cui nove bambini – sono state uccise in una serie di attacchi aerei e di artiglieria sferrati questa mattina nella notte e all’alba. Otto palestinesi, tra cui due donne e cinque bambini, sono stati uccisi in un raid che ha colpito due case. Altri cinque, tra cui quattro bambini, sono morti in un altro attacco contro una casa nella parte orientale di Rafah. Nella notte tre civili sono stati uccisi in un raid contro un’abitazione nel campo profughi di Shaboura.