Antisemitismo, origini di una malattia – .

Antisemitismo, origini di una malattia – .
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Probabilmente Adorno e Horkheimer avevano ragione. L’antisemitismo costituisce una delle immagini più macabre dell’involuzione subita dall’Illuminismo nella società contemporanea. Se poi osserviamo come viene praticato nelle migliori università della democrazia più avanzata del mondo, gli USA, cresce la sensazione che qualcosa sia danneggiato per sempre nel futuro culturale dell’Occidente.

Alcuni studenti della Columbia University di New York (università per la quale si possono pagare fino a 60mila dollari l’anno di retta) hanno temuto l’idea di scendere in piazza e uccidere i sionisti. A Boston sono stati arrestati più di cento manifestanti pro-Gaza. Le manifestazioni antiebraiche in Italia completano il terribile coro, schierandosi anche il 25 aprile, dimenticando il contributo fondamentale che tanti ebrei diedero alla Resistenza (Leone Ginzburg, Leo Valiani, Umberto Terracini, Emilio Sereni, solo per citarne alcuni).

Come siamo arrivati ​​a questo? La malattia dell’antisemitismo ha origini antiche quasi quanto quelle del cristianesimo. Tuttavia, la speranza che nella società odierna, avanzata e illuminata, tali pregiudizi venissero abbandonati era viva e forte, soprattutto dopo la Shoah. Questo non era il caso. Molti credono ancora che gli ebrei bevano il sangue dei bambini in qualche terribile rituale, ovviamente dei bambini palestinesi. Il progresso della ragione non ha eliminato la malattia. La ragione illuministica è stata definitivamente sovvertita dal prevalere dell’emozione, quindi dell’irragionevolezza.

Non pensavamo di dover disturbare Lévy-Bruhl, grande antropologo del passato che indagò il pensiero primitivo, per cercare di ricavare una chiave di lettura di questi avvenimenti. Il pensiero magico si basa su fondamenti “pre-logici”, rifiutandosi cioè di indagare le cause secondarie dei fenomeni o la loro origine. L’uomo primitivo vede un coccodrillo che mangia un suo compaesano e pensa che sia opera di uno stregone. Allo stesso modo, un fenomeno naturale devastante deve essere stato causato da una forza occulta. Soprattutto, sostiene Lévy-Bruhl, il primitivo rifiuta categoricamente di andare a fondo in ogni questionelimitandosi ad una comprensione “emotiva” dell’evento.

Forse lo stesso accade con gli antisemiti di oggi. Osservano ciò che accade in Palestina e, lungi dal voler capirne davvero qualcosa, assorbono la vulgata semplificata che vede Israele come lo stato neocolonialista genocida e i palestinesi come povere vittime innocenti della furia dei nuovi nazisti. Forse sono stufi della magia. Nei corridoi delle università più prestigiose del mondo trionfa il pensiero magico, l’esatto opposto della conoscenza. Le donazioni dei paesi arabi contano poco in questo caso. Qualcosa si è incrinato nella mente degli studenti.

Il ricomparire dell’odio verso gli ebrei è il segno che la crepa che incide sull’ideale illuminista della nostra società è ormai diventata un solco. Profondo, forse presto pieno di sangue. Se qualcuno ha una spiegazione migliore sul motivo per cui è tornato un così acceso antisemitismo, per favore ce la invii. Noi, a differenza dei manifestanti, vogliamo capire.

Francesco Teodori, 28 aprile 2024

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