Per gli italiani la pasta è uno di quegli alimenti indispensabili, ma è bene fare attenzione a quale si acquista.
Negli ultimi dieci anni il consumo di pasta nel mondo è quasi raddoppiato, passando da 9 a circa 17 tonnellate l’anno. Questo è quanto emerge dal rapportoUnione Italiana del Cibo su dati ISTAT 2022.
Un mercato gigantesco, in cui il nostro Paese gioca un ruolo importante, visto che siamo noi principali produttori del pianeta, e che oltre la metà della produzione nazionale (circa il 61%) finisce sul mercato internazionale. Stiamo parlando quasi 2,4 milioni di tonnellate di pasta che finiscono sulle tavole di tutto il mondo.
«Oggi oltre Il 60% delle confezioni di pasta prodotte in Italia vengono esportaterispetto al 48% nel 2000 e al 5% nel 1955 – ricorda Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai Italiani dell’Unione Italiana Alimentazione – Se la pasta italiana riscuote tanto successo all’estero e ha una percezione estremamente positiva, è grazie a lei saper fare il centenario dei pastai italiani. Protagonista di infinite ricette antispreco e day after, la pasta si conferma un cibo sostenibile, versatile, nutrizionalmente equilibrato e accessibile».
Gli italiani sono anche i primi consumatori mondiali di pasta: si stima che in media ogni cittadino ne consumi circa 23 chili di pasta all’annorispetto ai 17 kg della Tunisia e ai 15 kg del Venezuela.
Come viene prodotta la pasta
Là pasta di grano duro viene prodotto principalmente attraverso un processo di macinazione e lavorazione del grano duro. Dopo la macinazione del grano per ottenere la semola di grano duro, questa viene impastata con acqua fino a formare un impasto. L’impasto viene poi steso in sfoglie sottili e tagliato in vari formati di pasta. Successivamente, il la pasta è essiccatatradizionalmente all’aria aperta o in essiccatoi, per eliminare l’umidità.
Infine, il la pasta secca è confezionata e pronta per la vendita. Questo procedimento preserva la qualità e la consistenza della pasta di semola di grano duro. Attenzione però, perché non tutta la pasta è uguale: anche il colore può variare e darci un indizio importante sulla qualità.
Quando la pasta sarà troppo gialla
Molti se ne saranno accorti il colore giallo della pasta può essere più o meno intenso: dipende dalla presenza di furosinauna sostanza che nasce da una serie di processi chimici tra zuccheri e aminoacidi che si attivano al di sopra di una certa temperatura. In generale di più la pasta è gialla e contiene furosinama cosa significa esattamente e come incide sulla qualità della pasta?
In effetti, fino ad oggi il quantità di furosina presente non era considerato un fattore di rischio e il colore più o meno giallo era solo un indicatore di qualità. In generale è considerato la pasta meno pregiata e dal colore più intenso perché si asciugava più velocemente all’una temperatura più alta che attiva la furosina. Oggi, però, alcuni esperimenti condotti dal governo degli Stati Uniti su cavie animali dimostrano la pericolosità di questa sostanza. In particolare, tra i topi, sarebbe stato ritrovato casi anche gravi di intossicazione. Fortunatamente, sembra che per sperimentare gli stessi sintomi, gli esseri umani dovrebbero consumare quantità inimmaginabili di furosina.