‘Mai più con l’Afd’. Segue Salvini – Europa – .

‘Mai più con l’Afd’. Segue Salvini – Europa – .
‘Mai più con l’Afd’. Segue Salvini – Europa – .

A poco più di due settimane dal voto, un vero e proprio terremoto scuote il fronte sovranista. L’epicentro è in Francia, dove il Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, ha annunciato la rottura con i tedeschi dell’AfD. «Non staremo più nello stesso gruppo», ha assicurato Jordan Bardella, astro nascente dei lepenisti e braccio destro della Le Pen.

Il casus belli è un’intervista rilasciata al quotidiano ‘la Repubblica’ lo scorso 18 maggio in cui Maximilian Krah, leader dell’AfD, affermava che non tutti gli uomini delle SS possono essere considerati criminali di guerra. L’orizzonte politico, però, va ben oltre l’ennesimo strizzatina d’occhio al nazismo da parte dei populisti tedeschi. A una manciata di minuti dall’annuncio di Bardella, la Lega ha sottolineato, non a caso, la “piena sintonia” tra Matteo Salvini e i lepeniani. A chiarire il quadro sono fonti interne al gruppo Identità e Democrazia, contenitore dei sovranisti: “Stiamo valutando l’espulsione dell’AfD, ha superato il limite”.
La violazione di Le Pen non è stata una totale sorpresa a Bruxelles. Da mesi il gelo degli altri esponenti dell’Id cadeva sui tedeschi di Alternative für Deutschland, consapevoli che una delle condizioni per tentare di rompere il cordone sanitario istituito finora sul gruppo alla Camera europea è la separazione da un movimento che , oltre alle sue simpatie filo-europee-naziste, è considerato filo-russo e filo-cinese. Lo stesso deputato uscente Krah è stato colpito dal cosiddetto ‘Chinagate’ lo scorso aprile, con il suo assistente parlamentare accusato di essere una spia di Pechino. Krah, tuttavia, ha dovuto affrontare le domande dell’FBI poiché era sospettato di aver rubato fondi russi all’attivista Oleg Voloshin.

Tutti elementi che hanno portato, tra i lepenisti, a far emergere una considerazione: se si vuole contare di più in Europa, non si può sedersi sui banchi con l’AfD.
Il contesto è quello dell’ormai proclamata apertura del Ppe a destra. Un’apertura che la stessa Ursula von der Leyen ha sempre escluso sia con l’AfD che con Viktor Orban. Finora, nella sua campagna elettorale, la presidente uscente della Commissione non si è concentrata su Le Pen. L’idea di un dialogo tra una maggioranza filo-UE composta da socialisti, popolari e liberali con il Rassemblement National resta al momento quasi utopica. «Non ho problemi con Salvini, ma non condivido con Le Pen le posizioni su Ue e Nato», ha avvertito il ministro degli Esteri e leader di FI Antonio Tajani. Ma è vero che Bardella e colleghi, negli ultimi mesi, hanno smesso di fare da contrappunto all’Ue sulla guerra in Ucraina. Ed è anche vero che, sondaggi alla mano, Le Pen potrebbe essere il nuovo inquilino dell’Eliseo una volta terminato il secondo mandato di Emmanuel Macron. Diversa la posizione della Lega. Il suo peso parlamentare è sicuramente inferiore a quello dei lepenisti e, finora, Salvini ha impostato la sua campagna tutta in chiave anti-von der Leyen.

Il Ppe prevede da tempo che il fronte delle destre e dei sovranisti sia destinato a forti scosse in nome del dialogo con i partiti di maggioranza. La rottura tra Le Pen e Salvini con l’AfD non dovrebbe compromettere la sopravvivenza del gruppo ID. Né la ritrovata sintonia tra Le Pen e Giorgia Meloni emersa alla manifestazione di domenica a Madrid preannuncia la formazione automatica di un unico gruppo, con al suo interno, ad esempio, FdI, Rassemblement, Pis, Lega, Vox e gli olandesi guidati da Geert Wilders. Tuttavia, quanto più si espande il fronte della destra filoucraina, tanto più difficile sarà per il PPE instaurare un dialogo strutturale con questi movimenti. I giochi entreranno nel vivo solo dopo il voto. E quella provocata da Marine Le Pen non è che una delle prime mosse che potrebbero sconvolgere gli equilibri politici comunitari.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Seoul sospende il trattato del 2018 dopo i palloncini spazzatura inviati da Pyongyang – .
NEXT Con 10 euro in tasca vado in Grecia: tutti lo deridevano, ma si sbagliavano