Vaticano, il sagrato trasformato nel (flop) Festival della Fratellanza, il Papa dai Gemelli: «No alla guerra»

Vaticano, il sagrato trasformato nel (flop) Festival della Fratellanza, il Papa dai Gemelli: «No alla guerra»
Vaticano, il sagrato trasformato nel (flop) Festival della Fratellanza, il Papa dai Gemelli: «No alla guerra»

Città del Vaticano – «Sentiamoci chiamati ad applicare il balsamo della tenerezza all’interno delle relazioni in cancrena, tra le persone e tra i popoli. Non stanchiamoci mai di gridare “no alla guerra”, in nome di Dio o in nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace”. Sul sagrato di San Pietro, il cardinale Mauro Gambetti ha letto il messaggio preparato dal Papa mentre dagli altoparlanti risuonavano le note di “We are the world”, la celebre canzone scritta insieme da Michael Jackson e Lionel Richie nel 1985 che, all’epoca, aveva il nobile obiettivo di raccogliere fondi per l’Etiopia affamata da una devastante carestia.

Papa Francesco avrebbe dovuto essere presente ma in questi giorni è in convalescenza al Gemelli dopo un’operazione all’addome. Ha quindi incaricato Gambetti di leggere il suo intervento, mentre davanti a lui il cardinale Piero Parolin ha accolto una trentina di premi Nobel giunti a Roma nei giorni scorsi per firmare una dichiarazione congiunta che chiede la cessazione di tutti i conflitti armati, incoraggiando la comunità internazionale a istituire un ministero per pace, per impegnarsi di più contro le disuguaglianze sociali. “Noi rispondiamo all’odio con l’amore. Basta piantare un piccolo seme al giorno.

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UCRAINA

Mentre le bombe russe nel cuore dell’Europa distruggono l’Ucraina, al primo Festival della Fratellanza organizzato dalla neonata fondazione Fratelli Tutti del cardinale Gambetti, tutti sono stati molto attenti a non menzionare i morti a Bucha o la distruzione della diga di Kakhovka. come se fosse qualcosa di lontano o forse troppo scomodo.

COLDIRECT

Contrariamente alle previsioni della vigilia quando Gambetti aveva immaginato la presenza di decine di migliaia di persone, in piazza vaticana non c’era tutta la folla attesa. Alla fine, il primo incontro mondiale sulla fraternità umana si è rivelato per certi versi un semi-flop. Via della Conciliazione, invece, per l’occasione è stata trasformata in una sorta di allegra sagra paesana con decine di bancarelle contadine dove si vendevano i prodotti Coldiretti per aiutare gli alluvionati della Romagna. Sul sagrato di San Pietro, invece, è stato allestito un palco per uno spettacolo trasmesso in diretta dalla Rai con cantanti, attori, ballerini e persino il coro dell’Antoniano che ha rispolverato il repertorio classico, da Quarantaquattro gatti di fila per tre con il resto di due, a volevo un gatto nero, tanto in voga negli anni settanta.

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SPETTACOLO

Paolo Conti è stato chiamato a condurre l’evento-spettacolo mentre la Rai lo ha trasmesso in collegamento con alcune filiali collegate in diretta nel mondo. Bangui in Centrafrica, Gerusalemme, Brazzaville, Buenos Aires, Trapani dove si è levato il grido accorato contro i respingimenti dei migranti. “Abbiamo tanti problemi nel mondo ma abbiamo una strada maestra da percorrere – ha sottolineato Parolin – che è la strada della fraternità che la Chiesa ha sempre indicato e che papa Francesco ha indicato nell’enciclica Fratelli tutti. È la via per costruire un mondo nuovo di pace e di solidarietà. Ci auguriamo che queste parole impegnative possano essere tradotte nella pratica quotidiana”.

CANTANTI

“E’ la prima volta che canto qui, sono molto emozionato, saluto il Santo Padre” ha esclamato Mr. Rain che ha cantato ‘SupereroI’ in Piazza San Pietro, il suo successo è arrivato a Sanremo. Prima di lui Andrea Bocelli aveva dedicato a papa Francesco ‘Fratello Sole Sorella Luna’, «una canzone francescana». Tra gli artisti chiamati a prendere parte allo spettacolo (gratuitamente) anche Al Bano che ha interpretato l’Ave Maria,

Poi c’erano Amii Stewart, il ballerino Roberto Bolle, Simone Cristicchi. Inframezzate anche varie testimonianze: Filippo Grandi dell’Unhcr, Sandra Sarti di Aiuto alla Chiesa che Soffre, due ‘ex nemici’ che hanno studiato insieme nella cittadella della pace a Rondine e che ora sono testimoni di fratellanza, uno di nazionalità russa e l’altro Ucraina, ma anche in questo caso tutto è rimasto prudentemente nascosto. Era meglio non parlare della guerra nel cuore dell’Europa. Troppo scomodo.

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