“Facciamo un viaggio per il tuo compleanno, insieme, a tre settimane da tutto”, le aveva detto suo marito Gennaro Mancuso. COME Elena Radaelli era partita con lui in moto, quelle che li avevano fatti innamorare e portati anche all’altare, esattamente il 17 settembre 2020, in perfetto stile motociclista. E con loro, nell’avventura verso Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, con il sogno di spingersi fino in Grecia e Puglia, anche il cagnolino Twin. Il viaggio è stato raccontato chilometro dopo chilometro su una pagina Facebook, “Scoppiati in moto”, dove ora invece ci sono solo lacrime e necrologi.
Infatti Elena non c’è più. Un furgone l’ha investita a mezzogiorno di lunedì 19 settembre, mentre usciva dal bar del campeggio dove lei e suo marito si erano fermati, al confine con l’Albania, nel villaggio di Lin, a Pogradec. Elena aveva solo 31 anni, avendo compiuto il giorno prima di morire. Sabato la salma verrà rimpatriata in Italia, in attesa della data dei funerali, che saranno celebrati a Fiorenzuola.
La giovane operaia viveva da molti anni a Piacenza, ma con il marito era andata a vivere a Trezzo sull’Adda, nel milanese, dove lavorava con lui presso la STMicroelectronics.
La 31enne, gravemente ferita, è stata caricata sull’eliambulanza diretta al Trauma Hospital di Tirana, ma è morta poco dopo. La polizia di Korça ha arrestato l’autista del furgone Benz: un 33enne di Lushjna.
L’ARTICOLO DI ELISA MALACALZA SULLA LIBERTÀ
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