L’opera inedita di Michela Murgia, Ricordami come vuoi – Libri – .

L’opera inedita di Michela Murgia, Ricordami come vuoi – Libri – .
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“Come siamo arrivati ​​a questo punto così all’improvviso? Questa è la domanda a cui ho provato a rispondere in una serie di storie Instagram, in cui ho ripercorso gli ultimi trent’anni di storia italiana per spiegare come siamo arrivati ​​a un “nuovo fascismo”. Rileggiamoli e intrecciamoli insieme”. Così si racconta Michela Murgia nel libro postumo che arriva nelle librerie martedì 30 aprile, con il titolo ”Ricordati di me come vuoi” (Mondadori, 324 pagine, € 19,50). È il risultato di una settimana di registrazioni in cui si è raccontata a Beppe Cottafavi, suo editore e amico.

Così prosegue lo stralcio anticipato oggi da La Repubblica.

”Ministri che parlano di razza, controllo del corpo delle donne, diritti tolti alle minoranze, politiche xenofobe, manifestanti registrati dalla Digos, epurazioni nel sistema culturale e informativo: ecco l’elenco che ho stilato per riassumere l’attualità politica dal maggio scorso . Il fatto è che non siamo arrivati ​​lì tutti in una volta. È una tendenza che molti avevano già previsto negli ultimi decenni. Lo stato attuale delle cose è prevedibile da anni e ci sono state voci che lo hanno fatto, partendo da fatti grandi o piccolissimi, ma tutti rivelatori di questo nuovo fascismo. Cerco di risalire ai passaggi che per me sono stati rivelatori”. Riassume quindi questi ultimi 30 anni della sua vita in un’analisi politica, partendo da quando: ”Quando avevo vent’anni – racconta – lessi un libro di reportage di Gad Lerner, Workers. Lo prendo dalla libreria perché voglio capire. Partendo dalla Fiat, Gad racconta come è cambiato il mondo del lavoro nel settore primario, i suoi attori e soprattutto la sua ideologia. Il passaggio che mi colpì allora raccontava come gli operai, strutturalmente votanti a sinistra, avessero cominciato progressivamente a dare il consenso alla Lega Nord. La Lega era questa roba qui, Bossi gridava che alla Lega se la passava forte”. Nasce così la Lega ”un partito dichiaratamente razzista, antimeridionale, sciovinista e separatista per ragioni economiche e fiscali” ma secondo lui ”la svolta è stata il 2001. Non credete a chi dice che sono state le Torri Gemelle. Il G8 di Genova è un punto di non ritorno per la mia generazione. La violenza di Stato contro gli indifesi, gli insabbiamenti, la morte di Carlo Giuliani, i politici che hanno coperto gli abusi, i colpevoli che hanno fatto carriera, le notizie manipolate, i processi pieni di bugie.

Genova ha infranto per sempre la mia fiducia nello Stato democratico. La gente comune, adulti e giovani, di ogni provenienza, ha chiesto ai governi del pianeta di prestare più attenzione alle persone e meno ai beni. E sono stati vittime di un pestaggio di massa da parte della polizia sotto lo sguardo tollerante del governo italiano. Il governo era un’alleanza tra Lega Nord, Alleanza Nazionale e Forza Italia”.

Poi cita “la legge sull’immigrazione, la madre di tutti i respingimenti, che non a caso si chiama Bossi-Fini”, “la legge Biagi, che rendeva precari tutti i lavori fuori dal contratto nazionale”. «Allora non scrivevo ancora, ero insegnante di religione in Sardegna, mi occupavo di politica come fa un cittadino: leggevo e votavo. Ma comincio a pensare che Primo Levi avesse ragione. Ogni volta ha il suo fascismo”. Passando per la precarietà, la giornata della famiglia e il caso Englaro. “Se non vediamo arrivare questo fascismo, è perché non siamo abituati a vedere il fascismo venire da una democrazia. Lo abbiamo sempre visto partire da monarchie o instabilità più o meno dittatoriali. Si tratta di una strada relativamente nuova: la “democrazia”.

“Cosa succede a sinistra nel frattempo?” chiede Murgia. Matteo Renzi si è proposto come “democratico” con un certo successo. Questo perché ha tentato riforme centraliste (per fortuna ha perso il referendum costituzionale, immaginate uno strumento simile oggi in mano alla Meloni), è stato un populista che disintermedia la comunicazione tra “il capo” e “il popolo” (hashtag dilloamatteo su Twitter ), denuncia (o minaccia di farlo) giornalisti e intellettuali (hashtag colposucolpo ), e fa sua la retorica del merito e dell’eccellenza (dovremmo essere tutti Marchionne) concretizzandola nel Jobs Act. Lo so, adesso arriva qualcuno e mi dice: anche lui ha fatto cose buone. Come la legge sulle unioni civili. Ma fu proprio quella legge, dalla quale venne rimossa la questione fondamentale dell’adozione all’interno della coppia LGBT, a creare la situazione che oggi consente alla Meloni di cancellare il nome di un genitore dai pubblici registri”. Finalmente” arriva Giorgia Meloni. Arriva quando finalmente può arrivare senza che le masse lo trovino strano o pericoloso. In sintesi, citando ancora Primo Levi: “Ogni epoca ha il suo fascismo”. Ho finito”.

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