Il ritrovamento fortuito di un pezzo di carta, piegato e cucito tra le pagine di un antico registro conservato presso la biblioteca e archivio diocesano “Niccolò V” di Sarzana, ha consentito, oltre ad altre fonti, allo studioso di storia locale Elio Gentili di ricostruire la vita travagliata del pittore sarzanese Camillo Pucci, uno dei protagonisti del Purismo in Italia, movimento artistico di origine romantica sorto nella prima metà dell’Ottocento. Le scarse notizie biografiche su Pucci si riferiscono soprattutto al suo dipinto “Il martirio di papa Eutichiano”, presente nell’antica cattedrale di Sarzana. Con il libro “Caro pittore sarzanese”: Camillo Pucci (1802-1869), vita e opere di un artista quasi dimenticato”, uscito nei giorni scorsi a cura del Centro Culturale Apuano, Gentili ha inteso indagare un pittore che è stato per un decennio alla ribalta servizio di Casa Savoia e i cui dipinti sono sparsi nei più importanti musei di Torino e Genova, oltre che nelle chiese di molte diocesi, tra cui la cattedrale di Chiavari. Pucci, attivo tra il 1830 e il 1865, fu anche critico d’arte, cospiratore mazziniano, giornalista e poeta, apprezzato nel mondo accademico fiorentino e genovese. Ha ricoperto più volte l’incarico di consigliere comunale nel Comune di Sarzana. Nel 1865 fu tra i fondatori della “Cassa di Risparmio di Sarzana”, poi del consorzio agrario e di una scuola serale per l’alfabetizzazione delle classi meno abbienti. Sopportò con cristiana rassegnazione le morti e le tragedie che colpirono la sua famiglia. Il volume contiene anche brevi cenni biografici in appendice sul pittore sarzanese Luigi Belletti (1809-1898), autore del dipinto “Papa Niccolò V incorona l’imperatore Federico III”, anch’esso collocato in Santa Maria Assunta.
