Paul Auster, addio allo scrittore della New York postmoderna – .

ILLo scrittore americano Paul Auster è morto martedì 30 aprile, all’età di 77 anni, a New York, la città di cui ha raccontato luci e ombre, nevrosi e contraddizioni. Era uno dei protagonisti del postmodernismo.

New York si gode il Manhattanhenge, lo spettacolo del sole che tramonta tra i grattacieli

Addio Paul Auster, autore di Trilogia di New York

Auster si è guadagnato il suo posto d’onore nel mondo della letteratura tra il 1985 e il 1987. Infatti, nel corso di quei tre anni, ha pubblicato tre romanzi (Città di vetro, Fantasmi E La stanza chiusa) che compongono i cosiddetti Trilogia di New York. Un lavoro che lo ha portato ad essere conosciuto in tutto il mondo. E questo lo consacrò definitivamente come uno dei protagonisti della letteratura postmoderna.

Nato nel 1947 a Newark, nel New Jersey, dopo aver studiato alla Columbia University (dove si è laureato in lettere comparate), partecipò ai moti studenteschi del 1968 e si trasferì a Parigi dove lavorò per alcuni anni come traduttore. ILIl suo legame con la Francia è sempre stato forte, tanto che nel 2007 è stato nominato Commendatore dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.

Paul Auster il 4 settembre 2017 a Madrid per la presentazione di “4, 3, 2, 1”. Credito: Eduardo Parra/Getty Images

Paul Auster, i 5 libri più belli, da leggere o rileggere

Nella sua carriera ha pubblicato 34 libri, tra cui 18 romanzi, 4 sceneggiature, memorie e biografie. Una produzione enorme. Ma, se si dovessero scegliere i cinque libri più rappresentativi della sua carriera, quello sopra citato andrebbe al primo posto Trilogia di New York. Fra Pregolamenti e scambi di identità, l‘la pianta è romanzo poliziesco. Ma il romanzo poliziesco, in cui la figura dell’investigatore e quella dello scrittore si intrecciano continuamente, è come un pretesto per parlare di New York, città allucinata e confusa, e dell’angoscia esistenziale che rappresenta.

Si apre anche come un romanzo poliziesco Leviatano (1992) in cui lo scrittore Benjamin Sachs, dalla vita apparentemente perfetta, viene trovato morto. Le circostanze della sua morte vengono ricostruite nel corso del romanzo dall’amico Peter Aaron. Amelia venne fatta saltare in aria mentre era “seduta sull’erba accanto alla macchina che preparava una bomba”. Ispirato in parte dalla storia di Unabomber, riflette l’ossessione dell’autore per il ruolo del caso nella sua vita.

Segnaliamo poi i romanzi Parco del tramonto E Le follie di Brooklyn, ambientato nel quartiere di Brooklyn, dove Auster ha sempre vissuto. Il primo di questi (2010) ha come sfondo il crollo della finanza americana nel 2008 e l’elezione del presidente Obama. Il romanzo intreccia (come sempre) varie storie tra cui il collante è Miles Heller, un giovane precario che entra nelle case delle famiglie sfrattate e fotografa gli oggetti lì lasciati, affinché le banche possano poi rimetterli in vendita.

Ricordiamo anche una delle sue ultime opere, 4 3 2 1, uscito nel 2017. In questo libro Auster racconta quattro versioni parallele della vita del suo protagonista, un ragazzo ebreo nato a Newark, proprio come l’autore. Con questo romanzo è stato finalista al Premio Bookeril più grande premio letterario del Regno Unito.

Anche le sue memorie dovrebbero essere recuperate L’invenzione della solitudine (uscito nel 1982, quindi prima Trilogia) in cui parla – per la prima volta – del legame con il padre recentemente scomparso e dell’incontro tra le identità del “figlio” e del “padre”. Un tema ricorrente nella sua produzione.

«Gli eventi oscuri devono essere affrontati nel modo più aperto possibile»

Attraverso la sua produzione, Auster ha potuto indagare la natura dell’essere umano, prendendo molte complesse esperienze personali come base per la sua creatività. Dalla morte del padre a quella del figlio Danieleche è andato in overdose nel 2022, dieci giorni dopo essere stato incriminato per omicidio colposo della figlia di dieci mesi, Ruby. Tutto questo fa parte dei libri di Auster, tutti volumi in cui New York non è stata solo uno scenario pronto ad ospitare fatti e pensieri, ma è diventata vera e propria protagonista, con un proprio linguaggio e una propria caratterizzazione..

In un’intervista con 7 del Corriere, aveva spiegato lo scrittore. «Quando si verificano eventi terribili, soprattutto se riguardano la morte di persone care o eventi profondamente scioccanti, d’impulso tendiamo a mettere da parte l’evento, a dimenticarlo perché non vogliamo soffrire».

È ancora. «Questi eventi oscuri vanno affrontati il ​​più apertamente possibile e poi assorbiti, rendendoli parte integrante di noi stessi, comprendendo finalmente che la vita ci presenterà sempre sfide molto serie e il modo in cui affrontiamo queste sfide, insieme ai nostri errori, ci definisce come esseri umani».

Malinconico, silenzioso, adorava l’Italia

Sono tanti i giornalisti e gli scrittori che hanno ricordato la figura di Auster. COME https://twitter.com/riotta/status/1785607933729947834 «Caro Paolo, eri un uomo caro e gentile, tuo Palazzo della Luna ha celebrato i luoghi cari alla nostra gioventù newyorkese, ne abbiamo parlato e voi avete sorriso. Eri malinconico, silenzioso, adoravi l’Italia ma non capivi il Bel Ami che si comportava come se fossi un caro amico e appena li incontravi “Ma chi è quello…”».

Il messaggio termina così. «Eri un uomo di lettere, soprattutto lontano dai socialdall’Upper West Side a Brooklyn, con la metropolitana, si notava sempre il tuo profilo elegante e snob e sorridevi con gratitudine e timidezza a chi ti riconosceva. RIP Maestro, ci mancheranno le tue pagine e mi mancheranno le nostre preziose passeggiate.”

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