un bellissimo libro sulla storia di Jesse Owens e Luz Long – .

un bellissimo libro sulla storia di Jesse Owens e Luz Long – .
un bellissimo libro sulla storia di Jesse Owens e Luz Long – .

Speriamo che sia il campione trentino-etiope Yeman Crippanuovo maratoneta, può dimostrare a Parigiarrivederci alla prossima Olimpiadi, che roba è fatta di un corridore dell’Altopiano diventato primatista italiano di corsa sulle strade delle Montagne, nelle Giudicarie. Piccola valle del piccolo Trentino. Anche le intersezioni di origini, storie, colori della pelle arricchiscono il mondo sportivo.

IL Olimpiadi sono fatti per sfide e il leggende. E l’incontro tra un americano nero e una tedesca bionda, ventitreenne coetanea, a Olimpiadi di Berlino nel 1936, OlimpiastadioFra Charlottenburg E Spandauai margini occidentali della capitale, 4 agosto. Olimpiadi che avevano rischiato di essere boicottate, dagli USA e da altri paesi preoccuparsi per il Rivoluzione hitleriana. Ma poi le rassicurazioni del regime su”tolleranza“(provvisorio) per gli ebrei avevano convinto le alte sfere del Comitato Olimpico internazionaleional.

Il tedesco era perfettamente “ariano” e aveva un nome predestinato al salto in lungo, Luz Long. Iscritto alla facoltà di giurisprudenza e neo-licenza, a venti annisuo padre gli regalò una DKW decappottabile rosso scarlatto, nuovo di zecca. … Luz ribattezzò immediatamente la sua macchina Blutblasebolla di sangue, a causa sua colore. … Uno fotografiache lo mostrava sorridente mentre era seduto al volante della sua auto scopertoè stato utilizzato come pubblicità dal società Compagnia petrolifera Shell” (il libro di Giuseppe Assandri, “Berlino 1936. La storia di Luz Long e Jesse Owens”, San Paolo, 192 pp., 16 euro, da cui è tratta la citazione, è pieno di questi gioielli biografici).

Più a lungo di lui, di Long, però il figlio saltòperfettamente nero, di a afroamericano dell’Alabama di cui si era stancato Razzisti del sud e le minacce di Klu Klux Klane che era emigrato con la sua famiglia a Cleveland, Ohio. Jesse (Cleveland, guarda caso, con il secondo nome) Owensche aveva già vinto i 100 metri pianeggiantiè questo vincerà anche lui 200 e staffetta (in sostituzione all’ultima ora di un ebreo bianco che non poteva correre sotto gli occhi del dittatore), aveva la velocità esplosiva di velocisti chi, nel periodo che precede il piattaforma per il salto in lungosi trasforma in a molto lungo salto inoltraredecisamente più lungo di quello di Long. Più lungo che lungo. 8 metri e 6 centimetri contro 7 e 87. Oro Usa, argento Germania.

Ma la vera storia comincia prima del risultato del 4 agosto 1943.

Si comincia con Owens, che arriva senza fiato dall’altra parte dello stadiobruciami Primo due salti di qualificazione, mettendo il piede oltre la linea bianca del decollo, e ora manca solo un salto per accedere alla finale. E allora l’“ariana” Luz di Lipsia (Lipsia), figlio di un ricco farmacista, classe 1913, come Jesse, che ammira il “negro” (come si scriveva allora) di Cleveland, fa un gesto sportivo e cavalleresco, un gesto come amico: posizionare un fazzoletto bianco qualche centimetro prima del bordo della pedana, per aiutare il concorrente, l’avversario, il “nemico”, a non fare un altro salto nullo.

E dopo la gara, per niente arrabbiato con se stesso e per niente ostile a Jesse, Luz fa il giro d’onore con il vincitore, alza il braccio, posa per i fotografi spalla a spalla sul prato. Tanto che il giorno dopo un gerarca nazista, mentre si congratulava a denti stretti per il suo secondo posto, rimproverò Long di aver fraternizzato troppo con un atleta di “razza inferiore”.

Insomma, questa è una bella storia di sport e politica sull’Olympia-Stadion, che Giuseppe Assandri ha trasformato in un libro appassionante, per bambini ma non solo.

Assandri, che ha già pubblicato un articolo sulla Resistenza su Sofia Scholl dal Rosa Biancoevita l’agiografia, la retorica e il sentimentalismo sportivo per descrivere la parabola esistenziale di due coetanei che da giovani attraversano un’epoca difficile e tempestosa, tra la crisi dei Ventinove e la Guerra Mondiale dei Trentanove.

In un assemblaggio stretto e avvincentele due storie progrediscono parallelouno in Americal’altro da questa parte dell’oceanoe infine intrecciarsi con Berlino: Olimpiadi già decise prima dell’ascesa di Hitler e che il dittatore utilizza come grande mezzo di propaganda per l’efficienza e l’ospitalità tedesca. Lui si sta già preparando alla guerra, nella sua testa e nei suoi programmi di riarmo, ma intanto la Germania è in pace con il mondo e deve apparire sorridente e rassicurante. Tre anni dopo, in Polonia, non ci saranno più gare e partite, ma panzer, bombe e cannoni.

Assandri è bravo a raccontare le zone grigie di questa storia di un uomo bianco e un uomo nero: i razzismo negli Stati Unitila maleducazione di Roosevelt che non riceve il quattro volte olimpionico Jesse; Luz chi, però non entusiasta del Führerovviamente prende il carta del Partito nazista. E sul podio, dietro Jesse che saluta con la mano sulla fronte, allunga il braccio nell’orrendo Hitlergruss.

E ci sono anche i capitoli tristi: Owenssenza un dollaro rimasto, cosa che accetta umiliante (e inventato) sfide con i cavalli dentro stati Unito; in primavera 1943 Lungo, non più esente dalla guerra come atletaarriva dentro La Sicilia soldato della Luftwaffee si innamora delle bellezze classiche e naturali dell’isola, fino al 14 luglio viene ucciso da a colpo di mortaio Americano che lo fa sanguinare: “Gli spari pochi decine di metri coprono Va tutto bene altro suono. Solo i colori lo sono è rimastama sempre di più sbiadito. Poi un immenso silenzio. Luz riposa, con gli occhi chiusi. Solo. O forse no. In uno spazio morbido, qualcuno gli tiene la mano. Lo accompagna in un sonno tranquillo e profondo”, racconta Assandri. Luz Long ha trent’anni. Denunciata scomparsa, il suo corpo verrà ritrovato e identificato dal Attraverso Rosso nel 1950. Dal 1961 riposa nel santuario militare tedesco di Motta Sant’Anastasiavicino cataneseinsieme ad altri 4500 compagni in divisa Tedesco. (I figli di Owens e di Lungo si ritroveranno poi insieme in alcuni momenti celebrativi pubblici di quello strano amicizia in bianco e nero).

Berlino 1936”, insomma, è anche una piccola grande storia di XX secolo sanguinantesecolo con il quale pensavamo di aver chiuso i conti guerre. Fino a quando un altro dittatore, quello di Mosca, invase e bombardò l’Ucraina e ci riportò brutalmente al XX secolo e alle sue armi dilanianti..

Nel libro c’è anche il la grande regista del regime Leni Riefenstahl che gira per il suo film”Olimpia” (uscito nel 1938) chilometri di grandi film sulle razzee poi chiede agli atleti, compreso Jesse OwensDi ripetere i loro gesti atletici su un set. E poi si esalta, anche con un uso sapiente rallentatorele forme scultoree dei bianchi e dei neri: film d’autore e propaganda ma senza censura razzista. Testimonianza in bianco e nero da superiore bellezza di atletica leggera leggeroaddirittura superiore a miserie della politica e di propaganda.

Luz e Jesse si capivano, istintivamente, proprio perché volarono più in alto di quelle miseriee anche il loro storie individuali. Corpi di saltatori che si staccano da terra e si librano liberi nell’aria per uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto lunghissimi metri.

Librarsi è anche ciò che fanno i libri. E il libro di Assandri, “Berlino 1936“, quest’aria libera di sport”sbarratodalle StingrayQuesto breve amicizia in bianco e neroce lo restituisce Viva, VERO, allegro E dolorosocon tutto il colori di Essi vite. Con parole che restituiscono Luz e Jessedagli archivi, a vita.

 
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