Tra il futuro potenziale e il passato sostanziale viviamo l’eterno presente dell’istante che è la nostra vita. Ma, per poter agire e non limitarsi a subire la realtà, dobbiamo imparare a comprendere il tempo. Gestire bene il tempo è la chiave per costruire il futuro. Questa è la chiave del libro “Il ritmo della libertà”. Il fattore tempo nella politica e nell’economia’ di Roberto Menotti e Maurizio Sgroi (Edizioni Rubbettino, pp. 170, 18 euro) che si avvale della prefazione di Marta Dassù, caporedattrice di Aspenia e stata viceministra degli Esteri nel 2011-2014 .
Il tempo, spiegano gli autori, è il nostro compagno di viaggio, nel senso che dobbiamo assecondarlo. Andando nel tempo sperimentiamo il ritmo della libertà, l’unica che dovremmo perseguire, e creiamo il nostro futuro. Non abbiamo bisogno di altro per affrontare l’avventura della nostra vita. Ogni situazione può essere osservata da punti di vista opposti. Nella prima parte del testo vengono analizzati i rischi e gli aspetti negativi, analizzando quella tendenza che gli autori identificano come ‘religione di regressione’.
Questa non è una prognosi e nemmeno un destino. Menotti e Sgroi estremizzano alcune evidenze articolando uno scenario che propone un’interpretazione del nostro presente. Alla fine intraprendono un procedimento opposto, delineando un’altra interpretazione del nostro presente che implica una diversa visione del futuro. In modo che sia chiaro che c’è sempre una scelta. Il futuro, in larga misura, si costruisce. Possiamo costruirlo, innanzitutto ricostruendo nel tempo il nostro rapporto. Questo libro, insistono gli autori, vuole ricordarci questa semplice verità.
