Il Tolki | Mangialibri dal 2005, mai a dieta – .

Il Tolki | Mangialibri dal 2005, mai a dieta – .
Il Tolki | Mangialibri dal 2005, mai a dieta – .

I Tolki parlano molto, ma non si sa nulla del loro aspetto; sono di carne e ossa (“Olin, ti pagherò… guarda / se per caso ti è fiorito il braccio / e com’è semplice la tua testa”), eppure i loro tratti somatici restano oscuri. Hanno nomi esotici (Usov, Olin, Attè, Inna, per citarne alcuni), sonori, oralmente accattivanti. Di cosa stanno parlando? Di tutto: della terra che lavora (“L’uomo con la zappa cantava a capo chino”), degli attrezzi che servono allo scopo (“Al muro la vanga, il rastrello”), dei gesti quotidiani (“La il cucchiaio va sotto il tovagliolo, il bicchiere / va messo davanti”, “Katrin, sempre lì con quel pettine in mano”), del mondo intorno (“la mano si è persa nella neve / quanta neve” , “Il cielo era nero, c’era un secchio sulla testa”, “il sole sorgeva dal libro dei morti”, “La rosa verde sulle siepi scintillanti”). Quale mondo? Tà è il luogo: anche qui un suono, un’onomatopea, il primo colpo di tamburo, la prima sillaba infantile pronunciata. E il bambino è una figura ricorrente (“-sbrigati, sveglia il bambino!”, “la bambina salta tristemente”, “Io chiamo la neve come un bambino, / la neve è un bambino con la testa rossa”). Tutto questo dire della voce che racconta e che ancora e ancora critica e quasi rimprovera, perché?…

La casa editrice Il Saggiatore raccoglie in un unico volume gli otto libri che compongono l’epopea e le opere epiche di Tolki. Epica ed epica ma non di gesta eroiche, poiché i Tolki non hanno velleità mitiche, anche se l’eco del mondo greco arriva forte: troviamo il primo attore e il coro, anche se muto: è sempre un narratore che parla al altri, a uno o più e che, come l’eroe, parla in prima persona. Un’altra caratteristica recuperabile è il concetto di casa. Per i greci Oikos (Oἶkoς), la casa, infatti, era il nucleo, la struttura fondativa della società al cui centro c’era la donna e le donne tolkiane hanno le redini della casa e della vita quotidiana che sono sfondo, sfondo e fulcro di tutto lo svolgersi: sono le donne che parlano, riprendono, che tacciono se necessario. Non è una rivendicazione femminista, ha a che fare con il linguaggio, con la sua nascita, perché è nel rapporto con la madre che si sviluppa il linguaggio. Travi ne scrive Poetica del basso continuo – Scrittura, voce, immagini (Moretti & Vitali): “La lingua parlata è un flusso di suoni, fatto di balbettii e di sciocchezze. È un corpo/linguaggio, esteso fuori dalla mente, si forma direttamente nella bocca”. La balbuzie si traduce nei poemi attraverso numerose ripetizioni, quasi un’ecolalia benigna di cui i Tolki fanno largo uso. Un corpo/linguaggio. È qui che entra in gioco il termine lacaniano parlarecrasi del verbo francese Parlerà e di essere (essere come verbo e sostantivo), quindi un individuo che si definisce parlando, che esiste perché parla, parla un linguaggio che diventa materia, quindi corpo (un Dico ergo sum, parafrasando Cartesio). In sostanza cosa si sa di Tolki? La lingua d’accordo, il loro nome che ricorda, per consonanza, il verbo inglese parlare (parlare), il lavoro della terra, della casa, ma in che epoca siamo? In tutto e in niente, direi. Potrebbe essere ieri, forse oggi, o forse domani: “Volevo che il rapporto con il tempo inglobasse i Tolki in una dimensione perennemente fuori, lì li vedevo esistere in uno spazio separato dal tempo” scrive Travi nell’introduzione . E i Tolki sono un’invenzione razionale e ragionata? Attenzione, qui si tratta di poesia, che, è vero, si nutre di letture, di immagini, di suggestioni quindi (e qui possiamo inserire l’eco greco che forse può essere considerata un’intertestualità, frutto del retroscena del poeta che è anche teorico e saggista) ma resta forte il mistero, il non luogo, l’inspiegabile dove nasce o appare la poesia. Sempre dall’introduzione: “Questi esseri si erano affollati nella mia mente senza alcun motivo: all’improvviso mi vennero incontro come figure stagliate, resti di una famiglia millenaria, parenti futuri o antidiluviani”. Intraprendere il viaggio nel mondo di Tolki, qualunque esso sia, presuppone abbandonarsi al potere della parola, spogliarsi. Questo deve essere preso in considerazione.

 
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