«Sei mesi di ritardo nel grande cantiere» – Notizie – .

TRENTO. Tangenziale, inquinamento, Trento Nord, SuperTrento: IL il sindaco Franco Ianeselli si fa il punto, all’indomani della notizia del via libera del Ministero del Lavoro almeno nel sud di Trento. Sbloccato tutto. Sollevato?

«Questo decreto era atteso. Quando ho parlato con i tecnici mi hanno detto che non c’erano difficoltà sostanziali. Naturalmente l’attesa è stata un po’ estenuante”. Aveva temuto il rischio di ritardi con la pubblicazione del Pnrr. Un rischio che i comitati denunciano da tempo. Mi sembra che ci siamo pienamente.

«Fuori dal Pnrr e con l’Italia che deve raggiungere gli obiettivi del Recovery plan, c’è il rischio di finire in coda. Ma il commissario Firmi ha confermato la tempistica qualche giorno fa”.

Due notizie in una. C’è stato un momento in cui sembrava che Firmi non fosse più il commissario.

“Mi sembra di sì e, in qualità di responsabile, le ho chiesto i tempi e lei me lo ha confermato.”

Ma la chicane che non c’è dovrebbe essere già attiva in via Brennero. Siamo in ritardo prima ancora di iniziare i lavori complicati: lo scavo delle gallerie, figuriamoci trovare le soluzioni tecniche per Trento nord. Hai quantificato il ritardo finora?

“Sei mesi. Il tutto servito per autorizzazioni. Questi sono i tempi italiani”.

Adesso si parte al Sud, l’assessore Facchin si dice convinto che anche i problemi dell’ex aeroporto Filzi siano risolti. Ma stiamo ancora aspettando le analisi sulle falde acquifere. Hai notizie che noi non abbiamo?

«Quando lo chiedo ai tecnici del Nord la risposta è che la situazione è gestibile, gestibile, secondo le modalità che si possono attuare. Certo, non c’è l’inquinamento dell’ex Carbochimica dell’aeroporto di Filzi, come alcuni temono”.

A proposito di inquinamento c’è il tema della gestione delle zone inquinate, anche oltre la tangenziale. La notizia recente è che la gestione della barriera idraulica è stata affidata a privati. La scelta non spetta al Comune, ma voi cosa ne pensate?

«Rispondo ampliando il discorso».

Per favore.

«Ricordo la campagna elettorale del 2020, di Trento nord si parlava pochissimo, quasi nulla. Stavamo parlando di bypass, pensandoci su un arco temporale più lungo. C’erano impegni da parte di altre amministrazioni che andavano rispettati. Solo allora, nella fase operativa, si aprirà il cielo. Ricordo che disse che sono felice che il tema dell’inquinamento sia tornato d’attualità. E per quanto riguarda la gestione della barriera idraulica, se i privati ​​effettuano il monitoraggio congiuntamente ad Appa significa che c’è un ente che la controlla. È nell’interesse di tutti fare le migliori analisi e pensare al futuro dei territori”.

I due milioni di euro iscritti nel bilancio dovrebbero ora essere utilizzati dai gruppi di lavoro sul futuro dell’Alto Trento. Dove siamo?

«Il Comune ha voglia di partire, noi siamo pronti».

Chi non lo è?

«Noi pensiamo di partire, con la Provincia».

E quando pensi a Trento Nord, quindi all’ex Sloi e all’ex Carbochimica, pensi alla messa in sicurezza o alla bonifica?

«C’è un inquinamento diverso in zone diverse, che quindi possono avere un destino diverso. Il vero punto è procedere con la compartimentazione e pensare al futuro di quelle aree”.

È possibile pensare a due destini diversi per l’ex Sloi e l’ex Carbochimica?

“Sì, è possibile”.

Facchin ha annunciato che RFI realizzerà una nuova barriera idraulica a sud dell’ex Carbochimica. Suggerisce di voler pensare a un tetto massimo e poi a destinare l’area a funzioni pubbliche.

«Questo scenario è possibile. Ma il gruppo di lavoro va costituito e lasciato lavorare, da lì emergeranno le soluzioni”.

Mentre sull’ex Sloi hai sempre parlato di espropri.

«Sì, esproprio e bonifica».

E l’area Sequenza? Non è peccato.

«La discussione su quel progetto si aprirà anche nelle prossime settimane. Lo dico per riferimento futuro: visto che il progetto si dividerà tra appassionati e critici, anche qui ricordo che c’è un Prg che ha intenzione di fare alcune cose. Un Prg che non abbiamo votato, ma che va rispettato e che dà la possibilità di costruire, lavoreremo affinché venga fatto al meglio. E anche qui il fatto che la zona di Sequenza non sia Sin è una scelta che non dipende da noi”.

Ma chi approva politicamente?

«Credo che per la rinascita dell’Alto Trento le energie e le risorse private non vadano allontanate ma accompagnate. E che le scelte urbanistiche prese devono essere riadattate al contesto”.

A proposito di scelte urbanistiche c’è SuperTrento. La rete Citizens l’accusa di usarlo come arma di distrazione di massa.

«La democrazia vive del confronto e perfino del conflitto. Bisogna però sempre diffidare di chi si autoproclama “il buon onesto cittadino nella battaglia contro i politici”, soprattutto se a dirlo sono persone che hanno fatto politica per tutta la vita. Spero non sia un copione già scritto, tanto per fare una lista per le prossime elezioni comunali. Naturalmente a quel punto l’intero camuffamento sarebbe ovvio”.

Resta la questione che SuperTrento sta progettando la città post-discarica, ma senza fondi.

«Possiamo discutere se ci piace o meno l’idea di un corridoio verde con trasporti pubblici. Ma se la critica è che è il libro dei sogni, io dico che stiamo costruendo la città del futuro, con un processo partecipativo. Succederà tra 10 anni? Può darsi, ma ciò che accadrà allora dipenderà da ciò che decideremo oggi. Come la tangenziale. E come la funivia: abbiamo iniziato a progettare quando non c’erano fondi. Ma senza il progetto non avremmo intercettato i 37 milioni che arriveranno dallo Stato”.

 
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