Il certificato penale anche per i candidati piemontesi? «Benvenuti» – Torino News – .

Il certificato penale anche per i candidati piemontesi? «Benvenuti» – Torino News – .
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Curriculum, casellario giudiziario e certificato penale di tutti i candidati presenti nella lista. È il “Codice Misiani”, dal nome del commissario del Partito Democratico della Campania Antonio Misiani. UN progetto di autoregolamentazione da cui parte Campano e ora sembra pronto per essere applicato anche in Piemonte. In realtà qualcosa di molto simile esiste già nella nostra regione dal 2008, ma riguardava esclusivamente Palazzo Lascaris. «Benvenuti a questa nuova proposta campana, che valuteremo anche in Piemonte nelle prossime orese potrà rafforzare le difese della nostra comunità” conferma il segretario regionale Mimmo Rossi.

Commissariato Pd? Rossi si difende: «Ho chiesto a Gallo di fare un passo indietro»

«Ho sempre agito come un uomo libero da ogni condizionamento e animato solo dalla consapevolezza che per costruire una società più giusta è necessaria anche la buona politica». Così il segretario regionale del Pd piemontese Domenico Rossi si difende dalle ricostruzioni che lo vedrebbero vicino all’una piuttosto che all’altra corrente. «La mia segreteria regionale è unitaria» sottolinea. «In questi ultimi giorni ho messo in gioco innanzitutto la mia storia personale sul tema della legalità e dell’antimafia nel tentativo di tutelare la comunità che sono chiamata a guidare e gestire al meglio le conseguenze dell’operazione Echidna. Ho segnalato Salvatore Gallo e Salvatore Sergi alla commissione di garanzia, per comportamenti non compatibili con l’appartenenza al Pd, personalmente ho chiesto a Raffaele Gallo di fare un passo indietro, anche in assenza di accuse penali, perché la politica non deve delegare tutto alla magistratura, ma può e deve operare scelte fondate anche su ragioni etiche e di opportunità”.

Il sindaco tace
In attesa di arrivare alla definizione di un nuovo protocollo, si apre il dibattito sui guai del Pd arrivò alle porte della Sala Rossa. È stato il Movimento Cinque Stelle a sollecitare il sindaco Stefano Lo Russo. In particolare il capogruppo Andrea Russi ha chiesto risposte in merito alla «ipotesi di corruzione elettorale relative alle elezioni amministrative del 2021 che avrebbe favorito l’ingresso nella Sala Rossa e nei collegi elettorali di alcuni consiglieri”. La sua richiesta è stata respinta dal sindaco, che si è anche prodigato nel riferire alla Camera sull’andamento del dialogo con Stellantis. Una scelta, quella del sindaco, che ha suscitato non pochi malcontento tra le fila del Movimento Cinque Stelle.

«Tacere in questa situazione è scandaloso» tuona l’assessore Valentina Sganga, ex candidato sindaco contro Lo Russo del Movimento. Mentre Russi accusa il sindaco di mancanza di coraggio. Anche dalle fila della maggioranza si comincia a ragionare sui consiglieri che – secondo le carte dell’inchiesta – avrebbero potuto beneficiare dei favori di Salvatore Gallò in cabina elettorale. Sono Caterina Greco, Tony Ledda e Anna Maria Borasi.

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