dove in Sicilia si trova uno dei trenta ponti più belli (d’Italia) – .

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Un gioiello architettonico ha una storia molto lunga, caratterizzata da numerose modifiche. Nel corso dei secoli è stata molto più di una struttura di collegamento

Simboli di bellezza, ambizione, ingegno ed estro artistico, i ponti arricchiscono i paesaggi delle città di tutto il mondo, comprese quelle italiane. Spesso salire su questi antichi edifici permette di ammirare i paesaggi nazionali da una prospettiva diversa, forse più romantica.

Grazie al loro fascino e alla grande varietà di tecniche e stili, i ponti italiani sono stati protagonisti di una ricerca condotta da Skyscanner. Il famoso motore di ricerca per voli internazionali ha stilato una classifica dei ponti più belli del nostro Paesetenendo in considerazione diversi parametri, come la bellezza estetica, la struttura particolarmente eccellente o il paesaggio circostante.

Insieme alle famose impalcature della zona, come il Ponte dei Sospiri a Venezia (costruito originariamente come percorso per i detenuti dalle carceri agli uffici degli Inquisitori di Stato) e Ponte Vecchio a Firenze (noto collegamento tra Via Por Santa Maria e Via de’ Guicciardini), c’è anche il Ponte Umbertino, che collega l’isola di Ortigia alla terraferma.

Avv

Questo gioiello architettonico siciliano sorge a Siracusa e vanta una storia molto lunga, caratterizzata da numerosi cambiamenti. Nel corso dei secoli, infatti, il Ponte Umbertino non è stato solo una semplice struttura di collegamento, ma un simbolo di connessione tra i popoli, tra passato e presente, tra natura e cultura.

Anticamente l’isola di Ortigia era collegata alla terraferma da un terrapieno, che permetteva il collegamento con gli antichi quartieri della Pentapoli.

Nel XVII secolo, tuttavia, il viceré di Carlo II, Claudio Lamoral, principe di Ligny, fece costruire una serie di fortificazioni in tutta la città. Per quest’opera di “sicurezza” affidò l’incarico all’ingegnere olandese Carlos De Grunembergh, esperto di architettura militare.

La scelta però ricadde su questo esperto anche perché aveva già lavorato alla fortificazione della città di Messina. Nel 1673 Ligny fece costruire una porta (che prese il nome dal viceré) all’ingresso di Ortigia, sul ponte largo sei metri e dotato di marciapiede.

Questo imponente varco rimase a lungo sul Ponte Umbertino, anche nella versione ottocentesca, ma venne demolito nel 1893 insieme all’intera cinta muraria.

La versione più famosa del Ponte Umbertino fu costruita nella seconda metà dell’Ottocento, tra il 1867 e il 1870. Il suo nome deriva dal re Umberto I, sovrano regnante in Italia in quel periodo, che affidò il progetto di questo ponte all’ingegnere Rosano. magnifico lavoro, mentre gli ingegneri Mazzarella e Di Chiara supervisionavano i lavori.

Conosciuto anche come “u rettifilu”, il Ponte Umbertino è un esempio di eleganza, con la sua struttura in muratura che poggia su un isolotto artificiale, unico resto dei bastioni spagnoli che difendevano l’isolotto di Ortigia.

I grandi pilastri in pietra bianca formano i suoi archi, mentre le balaustre neoclassiche e i lampioni in ferro battuto gli donano un tocco di raffinatezza.

Ogni anno, questo grande esempio di alta ingegneria diventa luogo di sosta durante la processione per la Festa di Santa Lucia, quando il passaggio del simulacro della Santo Patrono verso la Cattedrale.

La ricorrenza siciliana, però, non è l’unica occasione in cui ci si può fermare ad ammirare il paesaggio dal Ponte Umbertino. Ogni giorno, soffermandosi su questa splendida struttura è possibile osservare la lunga (immaginaria) linea retta che sembra collegare Ortigia ai quartieri ottocenteschi, al Foro Siracusano e al Mercato di Ortigia.

A prescindere dal suo inserimento nella lista dei 30 ponti più belli d’Italia stilata da Skyscanner, la lunga storia e le numerose modifiche fanno del Ponte Umbertino un fedele testimone del passato siciliano e dell’incontro tra la maestosità della natura e la creatività umana.

 
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