Trento Film Festival, il trentino «Contadini di Confine» vince il premio Dolomiti Patrimonio dell’Umanità – .

In occasione delle proiezioni in sala di oggi verranno assegnati i primi quattro premi speciali: Dolomiti Patrimonio Mondo, il Premio Banca Solidarietà per il Trentino – Alto Adige, il Premio Film Verde e il Premio MUSE Antropocene.

Il Premio Dolomiti Patrimonio Mondialeistituito dalla Fondazione Dolomiti UNESCO e dalla SAT Società Alpinisti Tridentini per il miglior film che documenti la consapevolezza delle comunità riguardo agli eccezionali valori universali riconosciuti dall’UNESCO e la capacità di conservazione attiva del territorio, fu attribuito ai Contadini di Confine / Grenzbauern Michele Trentini (Italia/2024/72′). Questa la motivazione della giuria indipendente, composta da Maria Carla Failo, Mauro Pascolini e Massimiliano Corradini: «Il film propone il tema della “resistenza” sulle terre alte, in questo caso basata sull’allevamento effettuato con sistemi tradizionali e ancora meccanizzato “a misura d’uomo”, che, grazie anche alla ricchezza dei pascoli montani, permettono la produzione di un formaggio pregiato come il Trentingrana. Apprezzabile la scelta delle interviste condotte quasi sempre alla coppia. Infine, va sottolineato il tema del confine che esiste politicamente, ma non nel sentimento delle persone”. Il premio verrà consegnato al regista alle ore 15.00 presso il Cinema Modena Sala 2.

Una menzione speciale è stata assegnata a Bergfahrt di Dominique Margot (Svizzera/2023/97′)

Il Premio Banca di Solidarietà per il Trentino – Alto Adige, istituito dalla Banca per il Trentino – Alto Adige all’opera che meglio sa interpretare situazioni di povertà, ingiustizia, emarginazione e isolamento sociale che, nella solidarietà e nell’aiuto reciproco, possono trovare il loro riscatto, va invece a I costruttori di ghiaccio di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro (Italia/2024 /15′): «L’impegno degli abitanti del territorio dello Zanskar, sottoposti ai ghiacciai che forniscono loro acqua per le coltivazioni e l’allevamento, affrontano i cambiamenti climatici e le esternalità negative della ricorrente siccità unendo le forze per costruire, con ingegno e paziente solidarietà, piccoli impianti artificiali ghiacciai per alimentare le falde acquifere, dimostrando concretamente che le cose e le esistenze sono interdipendenti e connesse”, hanno scritto i giurati Ermanno Villotti, Michele Goller e Franco Dapor. Vince anche lo stesso film il Green Film Award, istituito dall’Azienda provinciale per la tutela dell’ambiente e dal Trentina Film Commission per il film che più efficacemente esprime i valori e le pratiche di tutela ambientale e sostenibilità, con particolare attenzione all’ambiente montano e ai cambiamenti climatici. «Raccontato in modo efficace e coinvolgente, aumenta la consapevolezza di una particolare strategia di adattamento climatico dal basso verso l’alto, basata sulla conoscenza locale delle
una comunità montana che ha compreso appieno la necessità di cambiare paradigma per aver vissuto in prima persona le conseguenze della crisi climatica”, si legge nella motivazione della giuria, composta da Marco Niro, Lavinia Laiti e Linnea Marzagora. La premiazione avverrà alle ore 18,45 presso il Cinema Modena Sala 1.

La giuria del Green Film Award ha assegnato una menzione speciale anche a Bergfahrt di Dominique Margot.
Nella stessa occasione verrà anche consegnato il Premio MUSE Antropocene, assegnato all’opera che meglio descrive il rapporto tra l’umanità e il resto del mondo naturale nell’era dell’Antropocene. La giuria indipendente – composta da Stefano Zecchi, Massimo Bernardi, Davide Dalpiaz, Luca Scoz, Alice Labor e Fabio Pupin – ha assegnato il premio a Morte di una montagna di Nuno Escudeiro (Portogallo, Francia/2023/37′): «Mescolando filmati d’epoca e attuali, si crea una narrazione tra realtà e metafora che mostra il disincanto del protagonista nei confronti della montagna. Da luogo idilliaco dei ricordi d’infanzia, la montagna diventa terra di confini e di conflitti, dove i problemi apparentemente lontani della globalità diventano drammaticamente vicini e tangibili, coinvolgendo inevitabilmente gli abitanti di questi luoghi.”

 
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