Giugno 1865, il primo numero del Corriere del Golfo testimonia la nascita della borghesia spezzina – .

Anche se l’UM sosteneva che ce n’era stato un altro stampato decenni fa, lo era Il Corriere del Golfo il primo giornale pubblicato a La Spezia: domenica 18 giugno 1865. È un giornale ingenuo nella forma e nei contenuti, segno di un’arte limitata di cui non si comprendono appieno le potenzialità. È così candidamente ingenuo da vantarsene sulla rivista ebdomadariocioè settimanalmente perché i paroloni stuzzicano il potenziale lettore facendogli credere di essere adeguato ad una cultura che in realtà non possiede.

È però un giornale importante per le prove generali e anche per qualcosa di diverso.

Nelle sue pagine, infatti, assistiamo alla nascita della nuova borghesia spezzina, una categoria sociale allora inesistente la cui venuta al mondo fu sollecitata dai lavori per la costruzione dell’Arsenale che costituiscono il foriero di un nuovo modello produttivo centrato sull’industria. Questo fatto è sempre stato sottolineato ma non si è curato di evidenziare come il reddito generato da queste opere crei una classe sociale mai esistita prima sulle sponde del Golfo.

È, infatti, la borghesia imprenditoriale che per partenogenesi dà origine ad un altro tipo di borghesia, quella dei servizi.

La nascita di questa nuova classe è testimoniata anche dalla nascente stampa spezzina.

Un anno dopo iniziò la terza guerra d’indipendenza e il settimanale spezzino dell’epoca tuonò contro lo spostamento al fronte dei carri e dei cavalli utilizzati per i lavori di sterro. Non erano certo pochi e la loro rimozione provocò la paralisi nella costruzione dell’establishment militare. Ciò crea un forte malcontento tra gli imprenditori locali su cui trova adeguato risalto L’eco del Golfoil settimanale che in quel periodo rappresentava la voce degli interessi economici spezzini che si sentivano danneggiati nel loro operato.

Tuttavia, già su quel primo numero di Corrierela prima scheda spezzina della quarta tenuta, nella quarta ed ultima pagina troviamo la pubblicità di varie attività commerciali che vendono i prodotti più disparati: dai profumi ai vini e ai mobili venduti dal signor Fratino il cui cognome ricorda le tavole delle mense monastiche : vero e proprio nomen omen.

Ma soprattutto si avvisano i cittadini della costituzione di una società commerciale la cui ampi magazzini sono attrezzati con tutti gli articoli necessari per ogni tipo di lavorazione e spedisce ovunque, in Italia e all’estero.

È la partecipazione alla nascita dell’indotto, un’idea di Samengo (proprietario immobiliare), Chiappeti, futuro dirigente del Politeama, Queto, sudamericano amico di Garibaldi.

 
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