«Siamo sempre pronti a tutelare i prodotti tipici» – .

«Siamo sempre pronti a tutelare i prodotti tipici» – .
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Furia, Monticone e Rosso

ASTI «Costruiremo insieme ai nostri associati gli obiettivi da raggiungere. L’ascolto è un punto di partenza “sine qua non” essenziale, per definire la migliore pianificazione per ottenere soddisfazione e risultati quanto più ampiamente condivisi possibile. Tutto sarà svolto nel pieno rispetto dei principi di trasparenza, chiarezza e rispetto”. Parole del nuovo direttore della Coldiretti Asti Giovanni Rosso54 anni, di Acqui, è subentrato a Diego Furia a inizio aprile.

Figlio di agricoltori, Rosso si è formato alla scuola agraria di Asti ed è entrato alla Coldiretti 25 anni fa, prima come tecnico e poi come segretario di zona ad Acqui Terme e Alessandria. Il nuovo direttore ha parlato di obiettivi e strategie con Gazzetta d’Alba.

Direttore, quali ritiene siano i punti di forza e quelli di debolezza del settore agricolo e dell’astigiano con cui dovrà confrontarsi?

«Il settore agricolo astigiano vanta numerosi punti di forza che si sono consolidati nel tempo. Mi riferisco a quattro macro settori: vitivinicolo, zootecnico, noccioleto e cerealicolo. Spiccano anche realtà ortofrutticole di nuova frontiera ad alta sostenibilità. Ogni settore rappresenta un’identità del territorio astigiano ed è forte di una lunga tradizione ed esperienza tramandata di generazione in generazione che, oggi, si impreziosisce di rinnovate componenti giovanili e femminili, capaci di rilanciare l’agroalimentare astigiano in una chiave ancora più modo innovativo ed energico. La fotografia delle nostre aziende mostra realtà radicate nella cultura locale che, nel tempo, si sono strutturate, acquisendo una maggiore consistenza produttiva. Sono aziende che rispecchiano in pieno la filosofia e l’ missione di Coldiretti, sempre pronti a tutelare prodotti e produttori locali, per la migliore garanzia da riservare al consumatore. Aziende che abbracciano sempre più il concetto di sostenibilità ambientale, inclusiva, declinazione economica e sociale, che sanno stare al passo con i tempi e che investono con lungimiranza, per garantire eccellenze agroalimentari e, allo stesso tempo, promuovere il proprio territorio. Le criticità sono note a tutti. Mi riferisco alle minacce favorite dalle politiche europee, che in alcuni casi necessitano di essere corrette e perfezionate, come il cibo sintetico, la concorrenza sleale, il falso Made in Italy e il giusto prezzo. A livello provinciale, in linea con le indicazioni nazionali e regionali, agiremo per contribuire al raggiungimento degli obiettivi massimi che coinvolgono la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’agroalimentare astigiano”.

Quale potrebbe essere il ruolo strategico di Coldiretti Giovani e Donne nel prossimo futuro a livello locale?

«Stiamo parlando di due componenti importanti per delineare il quadro complessivo del settore agroalimentare astigiano. I giovani, in particolare, prima ancora di essere il futuro, rappresentano il presente: sono più aperti ai cambiamenti, all’innovazione e agli investimenti, sono digitali e intraprendenti, sempre più competenti negli studi e nella formazione, dinamici e propositivi. Una ricchezza nella quale, a nostra volta, possiamo investire. Le donne, allo stesso modo, rappresentano una risorsa preziosa per sensibilità, intuito, forza di volontà, forza delle idee e bellezza imprenditoriale. Il nostro compito sarà quello di coordinare al meglio queste risorse e virtù, facendole interagire con le realtà storiche consolidate nel tempo, per un’offerta vincente, trasversale e totalizzante. L’astigiano ha tutte le carte in regola per esprimere l’eccellenza dei suoi prodotti e del suo territorio”.

Dopo la protesta al Brennero, alla quale ha partecipato anche la Coldiretti Asti, per bloccare l’ falso in Italiacosa dobbiamo aspettarci e quanto incide il problema a livello locale (ad esempio, quali sono i prodotti locali più imitati e le relative perdite economiche)?

«Tutelare e valorizzare il Made in Italy significa anche contrastare tutto ciò che lo minaccia. Come Coldiretti, la lotta contro falso in Italia continuerà anche dopo il Brennero. Le eccellenze italiane sono riconosciute in tutto il mondo e per questo sono le più imitate. Sottovalutare il fenomeno dell falso in Italia significa compromettere la reputazione del vero Made in Italy e le potenzialità economico-produttive delle nostre imprese. Non solo. Significa anche mettere a rischio la salute umana e ambientale. Per ogni falso italiano acquistato si perde un prodotto italiano, piemontese e astigiano”.

Molti consumatori lamentano l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, in particolare del petrolio. Quanto incide realmente il cambiamento climatico sul problema?

«Le ricadute dei cambiamenti climatici e degli scenari geopolitici si ripercuotono ovviamente sui prezzi di produzione dei nostri prodotti. Ma come Coldiretti continueremo a fare opera di sensibilizzazione e informazione per tutelare l’agroalimentare italiano. La scienza e il palato confermano che, dal punto di vista nutrizionale, sensoriale e della sazietà, i prodotti di qualità danno molto più soddisfazione rispetto a quelli industriali, importati e a basso costo. Tutto sommato conviene scegliere l’agroalimentare italiano a km zero e stagionale”.

Lo shopping locale può essere uno dei modi per contrastare l’impennata dei prezzi: ci sono altri strumenti?

«Il km zero e la stagionalità aiutano l’ambiente, la salute e le economie locali. Acquistare da filiera corta significa anche dialogo, conoscenza e capacità di sfruttare una cucina a spreco zero. Valori aggiunti che parlano da soli.”

La partnership tra agricoltura e turismo è in grado di valorizzare ulteriormente il brand Monferrato, riducendo il possibile gap con le Langhe?

«L’errore più grande è voler sempre imitare gli altri. È certamente utile prendere coscienza degli elementi forti degli altri territori, ma ognuno deve concentrarsi sulla propria identità e, attraverso essa, costruire strategie di visibilità e appeal. Abbiamo bisogno di alleanze e non di divisioni. Agricoltura e turismo sono strettamente interconnessi. I dati confermano come l’agroalimentare, che comprende ovviamente anche il vino, sia tra le principali ragioni per visitare un territorio. Le nostre aziende sono in grado di offrire esperienze uniche che partono dalla tavola, dalle cantine e dall’ospitalità e si estendono alla narrazione aziendale, alle attività outdoor e trasversali che completano l’offerta. Rafforzando ulteriormente la nostra identità e definendo un sistema di comunicazione integrato, il territorio astigiano potrà diventare protagonista di una regione e di un Paese Italia sempre più unici e desiderati”.

Manuela Zoccola


 
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