Il turismo spinge il lavoro in Veneto – .

Il turismo traina il trend positivo del mercato del lavoro veneto. L’industria continua a soffrire, in particolare il settore metalmeccanico e alcuni settori del Made in Italy. Nel primo trimestre del 2024 il mercato del lavoro veneto registra un saldo positivo pari a +28.200 posizioni occupate, grazie soprattutto al saldo occupazionale del mese di marzo che registra 17.800 posti di lavoro guadagnati; un risultato migliore rispetto allo scorso anno (+17.300). Le assunzioni sono in linea con quelle del 2023, mentre le cessazioni registrano un leggero aumento (+1%), dovuto principalmente alla crescita delle cassa integrazione.

Il turismo guida una serie di settori

Operaio che lavora nel capannone di produzione industriale.

In crescita nell’ultimo periodo sono soprattutto i contratti a tempo determinato (+16.400 nell’ultimo mese, +19mila da inizio anno), che beneficiano dei primi effetti sul turismo delle riaperture primaverili e dell’anticipazione delle vacanze pasquali. I contratti a tempo indeterminato, pur in territorio positivo (+8.800 nel 2024), hanno invece registrato un forte rallentamento rispetto al 2023, mentre gli apprendistati hanno confermato il loro calo e si sono mantenuti su volumi piuttosto bassi (+500).

L’incidenza delle assunzioni a tempo parziale continua ad essere particolarmente elevata: 34% nell’ultimo mese e in progressivo rafforzamento per entrambi i generi (50% per le donne, 22% per gli uomini).

Bilancio positivo in tutto il Veneto

Il saldo trimestrale è positivo in tutte le province del Veneto, ad eccezione di Belluno (-700), dove incidono gli effetti della chiusura della stagione invernale, e in lieve calo rispetto allo scorso anno a Vicenza (+1.694), Padova (+3.246) e Treviso (+2.315). Crescono invece Venezia e Verona, che registrano rispettivamente 10.087 e 9.956 posti di lavoro in più nei primi tre mesi dell’anno, grazie in particolare all’andamento dei servizi turistici.

Se il turismo spinge l’edilizia leggermente in controtendenza

Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti al primo trimestre dell’anno mostrano saldi positivi per tutti i macrosettori. Per l’agricoltura il saldo è di +4.300 posti di lavoro, con un aumento delle assunzioni del +6,9%. In crescita anche l’industria, che però presenta un saldo occupazionale più che dimezzato rispetto allo scorso anno e un calo delle assunzioni dell’8,4%. Andamento negativo soprattutto nel settore metalmeccanico (-16,7%) e in alcuni settori del Made in Italy, a partire dal sistema moda e dal legno arredo.

In controtendenza sono andate le costruzioni, che nonostante un saldo lievemente inferiore a quello del 2023, hanno evidenziato un aumento delle assunzioni del 4,5%. Migliore performance dei servizi, trainati dal turismo (11.470 posti in più e +8,3% assunzioni) e dal commercio (+580 posti e +4,7% assunzioni) che registra complessivamente nel trimestre 18.700 posti in più e un aumento delle assunzioni pari a +2,7 %.

Tra gennaio e marzo si sono verificati complessivamente 32.100 ingressi nella disoccupazione, in linea con quelli dell’anno precedente. In particolare, diminuisce il numero dei nuovi disoccupati, cioè di coloro che hanno cessato un rapporto di lavoro, mentre aumenta il numero di coloro che cercano il primo lavoro (disoccupati).

 
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