Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna: “Diritto alla casa. per famiglie e studenti”
Diritto all’abitazione.
“Serve una politica nazionale ambiziosa e organica, con un solido quadro di riferimento. L’Emilia-Romagna è un’isola felice, ma bisogna guardare velocemente al futuro e ai nuovi bisogni delle famiglie bisognose, oltre ad affrontare l’emergenza che riguarda gli studenti universitari”.
Cresce rapidamente il disagio abitativo nel Paese, come confermano i dati del Viminale, uno su tutti i 42mila sfratti emessi nel 2022, l’80% per morosità, a cui si aggiungono 100mila richieste di esecuzione di sfratti presentate a funzionari giudiziari, e 30mila sfratti effettuati con l’intervento dell’ufficiale giudiziario. Dati destinati a peggiorare visto che nella Legge di Bilancio 2023 il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo affitti né il Fondo per gli arretrati incolpevoli.
In Emilia-Romagna si sta facendo molto a livello di politiche abitative, basti pensare alle misure previste dal programma “Patto per la Casa Emilia-Romagna”, che rappresenta un’azione innovativa e integrativa della Regione a sostegno dell’affitto finalizzato ad ampliare l’offerta di alloggi in affitto a canoni calmierati. Il target di riferimento è costituito dalla cosiddetta fascia intermedia, costituita da quelle famiglie che non sono in grado di soddisfare autonomamente il proprio bisogno abitativo sul libero mercato, ma che allo stesso tempo non possono accedere all’edilizia residenziale pubblica, non possedendo i requisiti necessari. 4,7 milioni di euro sono le risorse attualmente disponibili per finanziare il piano.
Pochi giorni fa si è chiuso il bando Social Housing 2023, rivolto a cooperative di abitazione e imprese di costruzione, che mette a disposizione 7 milioni di euro per realizzare alloggi da affittare, assegnati ad uso permanente o per un periodo minimo di 10 anni. Si tratta di alloggi a canone calmierato destinati alla cosiddetta fascia grigia, cioè quelle famiglie con indicatore ISEE fino a 35mila euro, che non possono accedere alle case popolari. E da realizzarsi attraverso interventi di rigenerazione urbana, senza consumo di suolo, e con caratteristiche innovative riguardo alle forme di gestione, capaci di favorire condivisione e pratiche sociali.
Tra il 2020 e il 2023 la Regione ha stanziato 30 milioni di euro che hanno permesso di riqualificare e riassegnare quasi 1.400 unità abitative pubbliche.
Con riferimento allo stesso periodo, non bisogna dimenticare il rifinanziamento da 38 milioni del Fondo Affitti, per dare un contributo alle famiglie in difficoltà nel far fronte ai costi degli affitti nello stesso periodo.
“Bisogna ora guardare al futuro – sottolinea la Presidente dell’Assemblea Legislativa Emma Petitti – perché rileviamo una domanda abitativa crescente, differenziata e segmentata, che ci pone nuovi bisogni da affrontare e criticità da risolvere; basti pensare ai cambiamenti delle strutture familiari avvenuti nel tempo. Ci sono poi casi come quelli delle città universitarie, come quella di Rimini – prosegue Petitti – dove la necessità di unità abitative riguarda non solo i residenti ma anche gli studenti non residenti, il che mette in discussione l’applicabilità del diritto allo studio di tanti ragazzi e ragazze”.
“Serve una strategia complessiva – prosegue il presidente – per affrontare con determinazione e con risorse adeguate, una vera e propria emergenza che, aggravata dall’elevato costo della vita e dal sempre crescente impoverimento e aumento delle disuguaglianze, assume dimensioni sempre più preoccupanti. per la stabilità sociale del Paese”. “Anche in provincia di Rimini il tema esiste e va affrontato e credo che non basti pensare di risolvere il problema solo con l’aumento degli appartamenti ERP, ma che sia necessario valutare anche le previsioni per la realizzazione di unità abitative in edilizia sovvenzionata”, conclude Petitti.
