di Chiara Putignano
Il 2023 è stato un anno roseo per l’occupazione in Italia. Lo affermano i dati elaborati dalla CGIA di Mestre. Gli occupati, infatti, hanno raggiunto i 23,6 milioni, 471mila in più rispetto al periodo pre-covid. Brutte notizie invece per l’Umbria che, nel complesso, ha realizzato un incremento dello 0,9%, ben al di sotto della media nazionale che si attesta intorno al 2%.
Umbria La provincia di Terni porta in basso il cuore verde d’Italia. Nel quinquennio esaminato (2019-2023), solo 13 province del Belpaese hanno fatto peggio di Conca, come Taranto, Macerata, L’Aquila, Siracusa, Sassari e Fermo, ultime posizioni nella classifica stilata da la CGIA di Mestre. L’occupazione nella Steel City è diminuita del 2,5% rispetto al periodo pre-covid. È anche vero, però, che tra il 2022 e il 2023 sembrerebbe esserci un piccolo miglioramento: la variazione percentuale segna infatti un +0,5 per cento. Perugia, invece, è in linea con i numeri felici di tante altre province italiane. Il trend segna infatti un +2 per cento rispetto al 2019. In numeri assoluti si passa da 273mila a oltre 278mila occupati.
L’occupazione in Italia In generale, negli ultimi anni, il livello occupazionale in Italia è cresciuto soprattutto al Sud dove si sono registrati gli incrementi più significativi. Rispetto al 2019 la Puglia ha registrato un +6,3% (+77mila unità), seguita da ottimi risultati anche per Liguria e Sicilia entrambe con +5,2% e anche Campania con +3,6% e Basilicata con +3,5%. Insomma, «è un momento particolarmente positivo per il nostro mercato del lavoro. Sia per il record storico degli occupati, sia per l’aumento del numero di coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato – scrivono dalla CGIA – e, infine, anche per l’aumento, soprattutto nell’ultimo anno, del personale con livelli elevati di qualificazione”.