54 di loro sono assunti all’Asl di Taranto da una cooperativa in odore di criminalità. E con un contratto per camionisti – .

54 di loro sono assunti all’Asl di Taranto da una cooperativa in odore di criminalità. E con un contratto per camionisti – .
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Impiegati con contratto di camionista. Può sembrare surreale, ma accade davvero e non in chissà quale torbido sottobosco di aziende disoneste, ma all’Azienda Sanitaria Locale di Taranto. Una distorsione praticata e tollerata da anni in un ente pubblico che dovrebbe essere un esempio di rispetto delle regole, garanzia di congruenza tra le previsioni contrattuali e le mansioni effettivamente svolte dai lavoratori.
Ne sa qualcosa la Fit Cisl, che da tempo è al lavoro, anche sui tavoli istituzionali, per salvare da una situazione di sostanziale precarietà 54 lavoratori forniti all’Asl da diverse aziende, tra cui la controversa cooperativa di produzione e lavoro Tre Fiammelle di Foggia. , destinatario di un interdizione antimafia nel 2023 da parte del prefetto Maurizio Valiante. Misura motivata dalla «contiguità di fondo» di esponenti aziendali con alcuni «massimi esponenti della mafia foggiana».

Al momento il soggetto incaricato della fornitura di personale, come spiega la Fit Cisl, «è il Consorzio Nazionale Servizi di Bologna, al cui interno operano oltre duecento aziende». Ma non è tutto. «Tra queste, svolgono il servizio per l’Azienda Sanitaria Locale di Taranto, la cooperativa Tre Fiammellela Sfl di Lecce e la Servizi associati di Perugia, l’unica in grado di acquisire l’autorizzazione regionale per la gestione del magazzino esterno”.
I 54 lavoratori sono quindi divisi tra queste tre aziende. Per la precisione, tutti gli operatori lavorano con il contratto collettivo nazionale «Trasporto merci e logistica» e buona parte di loro, probabilmente per colmare le carenze organiche delle Asl, sono stati adibiti a svolgere lavori d’ufficio. Dei 54 dipendenti, una decina lavorano nella piattaforma logistica esterna, ovvero un magazzino con sede a Massafra dove vengono stoccati e conservati materiali di grandi dimensioni, mentre tutti gli altri si trovano all’interno di strutture ospedaliere. Una decina sono impiegati in farmacia, due dipendenti sono nella gestione amministrativa dell’azienda sanitaria, quattro nell’Area Gestione Patrimoniale, sei nell’Ufficio Protocollo, due negli uffici di Grottaglie, altrettanti, sempre in ufficio, a Martina Franca e Castellaneta. «Si tratta di lavoratori appartenenti a categorie già oggetto di internalizzazione – sottolinea il sindacato Fit Cisl – cioè informatici e lavoratori del Centro unico di prenotazione. Durante l’ultima campagna elettorale era stata forte la volontà espressa dal governatore della Puglia, Emiliano, di internalizzare queste 54 persone, ma sono state escluse a causa delle particolari dinamiche sottese ai rapporti tra politica ed economia locale. In sostanza ci troviamo di fronte al paradosso – rimarca la Fit Cisl – di avere un certo numero di lavoratori che hanno un contratto di trasporto, che svolgono mansioni che hanno ben poco a che fare con la logistica e la movimentazione”.

Le trattative sindacali volte a mettere a norma tutto questo personale vanno avanti da circa 14 anni, cioè dal 2010, ma ad oggi non sono riuscite a trovare una soluzione, nonostante i tanti tentativi fatti nelle delegazioni negoziali e nelle varie sedi generali gestori che si è succeduto fino al dirigente Gregorio Colacicco che attualmente gestisce le sorti dell’Azienda Sanitaria Locale di Taranto. Il sindacato, laddove il contratto Trasporti e Logistica era considerato un ostacolo all’internalizzazione, aveva proposto di assumere i 54 lavoratori temporanei, come si prevedeva di fare per i lavoratori informatici. Invece entrambe le categorie di lavoratori oggi si ritrovano a lavorare fianco a fianco negli stessi uffici. Alcuni senza adeguata copertura contrattuale, altri da normali dipendenti dell’ASL.

 
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