Biometano utile o no per risparmiare Co2? Intanto infuria la polemica politica – .

Biometano utile o no per risparmiare Co2? Intanto infuria la polemica politica – .
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Come previsto, il tema del biometano sta monopolizzando la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative. Lo si era già capito dalla battaglia del centrodestra in consiglio comunale contro l’impianto A2A per il quale è in corso l’inchiesta in Provincia, e lo ha ribadito nei giorni scorsi Forza Italia – con i suoi rappresentanti Federico Fasani e Carlo Malvezzi – e dal candidato sindaco Portesani, nella conferenza stampa proprio davanti ai campi dove è previsto l’impianto.

La loro proposta è quella di costruire al suo posto un parco fotovoltaico. Per la coalizione, infatti, è fondamentale “ridefinire le priorità energetiche di Cremona e del territorio. Tutti hanno capito che il progetto Cremona 20-30 è morto, è stata solo una velo di zucchero per far ingoiare ai cittadini la pillola amara della cessione del 49% di LGH ad A2A”.

La risposta del candidato sindaco del centrosinistra è stata schietta Andrea Virgilio, che ha bollato il rilascio come a battaglia di retroguardia, risultato del conservatorismo che non comprende le necessità urgenti della transizione energetica. Ricordando anche che sarà lo studio di impatto ambientale a far sì che A2A adotti le tutele ambientali più rigorose possibili.

Oggi arriva la nuova replica di Alessandro Portesani: “Andrea Virgilio, candidato del centrosinistra e vicesindaco della Giunta di Gianluca Galimberti, ha dichiarato il suo pieno sostegno all’impianto di Biometano nell’area Bosco ex Parmigiano. E questo nonostante precedenti dichiarazioni in cui spostava la scelta sugli esiti della procedura di VIA. Il re è nudo: ha fatto lui la scelta e i cremonesi devono saperlo”.

“Il conservatorismo che Virgilio denuncia – aggiunge – non è altro che l’aver ceduto Cremona ad A2A. La vera ‘strana alleanza’ in città è tra il Pd di Virgilio e Pizzetti e A2A. La reazione disorganizzata del vicesindaco tradisce nervosismo e imbarazzo. La tecnica è sempre la stessa: evitare lo scontro nel merito e cercare di delegittimare l’avversario”.

“Virgilio ha fatto il pagina silenziosa alla mancata chiusura dell’inceneritore per 10 anni”, attacca ancora Portesani. “Ed è sempre lo stesso Virgilio che faceva parte della cabina di regia di Cremona 20/30. Ed è proprio lui a firmare il memorandum, acconsentendo di fatto alla costruzione dell’impianto ben prima dell’inizio dell’inchiesta tecnica. Avrei suggerito al Vicesindaco di attendere almeno gli integrazioni documentali che probabilmente saranno disponibili tra una decina di giorni, per evitare una figuraccia arrivata subito.

Il candidato del centrodestra ricorda che nelle ultime riunioni della Conferenza dei Servizi in corso in Provincia sono emerse valutazioni tecniche “che non lasciano spazio a interpretazioni sul rischio inquinante derivante da un impianto di questo tipo. La narrazione della CO2 risparmiata è vergognosa. I vari organi presenti hanno dichiarato quasi all’unanimità che il calcolo è incompleto in quanto non considera fattori esterni: trasporti, fughe di gas, cogeneratore e altro ancora. Ad oggi, ad esempio, non si sa da dove arriveranno i liquami, quindi qualsiasi calcolo non è attendibile. Basti pensare che nell’ipotesi meno onerosa si parlerebbe di circa 250.000 kg di CO2 provenienti dai soli mezzi di trasporto. E sorvoliamo sempre sugli altri inquinanti che ATS Valpadana cita nelle valutazioni sanitarie ancora da rendere note”.

“Noi come centrodestra – aggiunge il candidato Portesani – non diciamo che siamo contrari al biometano, ma contro una concezione industriale dell’impianto. Vogliamo impianti più piccoli, di aziende agricole, vicini ai luoghi di produzione dei rifiuti. Virgilio snobba il progetto che abbiamo presentato, senza esserne amministratori. Quali proposte ha fatto? Vogliamo una capitale che dialoghi e non che imponga la propria visione sui territori vicini. Non supino, non prepotente.

Le politiche energetiche definite da un’Amministrazione Comunale non dovrebbero essere dettate da A2A ma bensì costruite in sinergia con le attività produttive locali nel rispetto della salute pubblica, dell’ambiente e dei lavoratori, generando così vera ricchezza che potrà restare a Cremona”.

Il fatto è che il dibattito, oltre che politico, è soprattutto tecnico e ambientale. Gli impianti che convertono gli scarti zootecnici in biometano e non sono ubicati in prossimità dell’azienda agricola che li produce, sono più o meno inquinanti in termini di emissioni di Co2 rispetto ad altre forme di produzione energetica? Per l’impianto previsto alle porte del Bosco ex Parmigiano le risposte arriveranno nella prossima riunione della conferenza dei servizi, ma dalla Regione è arrivata un’indicazione parziale, seppur indiretta attraverso l’assessore all’Ambiente Giorgio Maione: chiarendo una questione posta dalla Provincia di Cremona, dichiara quanto segue non sono necessarie ulteriori autorizzazioni ambientali quando un impianto di biogas viene riconvertito a biometanoun’attività che sta interessando decine di stabilimenti nella Provincia.

Maione si riferisce ad impianti di biogas “ubicati all’interno di un insediamento zootecnico soggetto ad AIA” e solo nel caso in cui “non sia previsto un aumento del numero di animali allevati oltre le soglie stabilite”, “ferma restando la necessità di eventuali valutazioni sito-specifiche da parte delle autorità competenti.

“È un chiarimento che il settore agricolo chiede da tempo. In attesa di una legge nazionale specifica, la Regione Lombardia ha deciso di anticipare e fare chiarezza sulla normativa. Anche la sostenibilità ambientale viene perseguita in questo modo” ha dichiarato Maione. “Abbiamo effettuato valutazioni tecniche sugli aspetti ambientali: il processo preliminare di depurazione del biogas porta infatti all’eliminazione delle componenti inquinanti e odorose. La fase di upgrading per la produzione di biometano non genera ulteriori emissioni inquinanti indicate dalla normativa nazionale”. gbiagi

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