Ancona, salvezza e così sia. Ma ora bisogna (davvero) voltare pagina.

Ancona, salvezza e così sia. Ma ora bisogna (davvero) voltare pagina.
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Tutto e ‘bene quel che finisce bene. Serviva un successo contro la Lucchese per non rischiare e restare nella categoria, ma alla fine è stato il Pescara a dare la spinta decisiva all’Ancona in prossimità del traguardo, vincendo al “Recchioni” contro i Fermana che, di fatto, ha reso del tutto ininfluente il risultato della sfida biancorossa contro i toscani. Soprattutto perché, dopo poco meno di un’ora di gioco, la squadra abruzzese aveva già eluso la pratica segnando tre gol, che poi hanno dovuto essere difesi anche nella restante mezz’ora con il vantaggio di un uomo in più.

Ma l’espressione “è finita, finalmente” va pronunciata guardando indietro, e non ascoltando il fischio finale di Fermo. Pensando cioè a una stagione iniziata con un asterisco accanto all’obiettivo stagionale, che rimanda all’“anno di transizione” con cui è stato definito questo torneo, trovarsi ad affrontare un gruppo che era stato anche definito migliore di quello che era finito nei playoff. il campionato 2022/23 è terminato. Tre cambi di allenatore, con un Donadel che non ha saputo dare un’identità alla squadra, un Colavitto partito bene ma morto nella primavera fatale che lo aveva già tradito in zona vacanze di Pasqua dodici mesi fa, per arrivare a un Boscaglia che portato a termine la missione assegnata. E che in poche settimane, pur con la spada di Damocle di una classifica preoccupante, si è anche permesso di cambiare l’assetto e perfino il ruolo di alcuni interpreti (Saco spostato più avanti, Cella deviato a destra) indovinando le mosse, ma più generale capire subito di cosa avesse bisogno questa Ancona per intascare questa benedetta salvezza.

Ora, con i titoli di coda che sostituiscono la dissolvenza in nero dopo il felice epilogo (che non è poi così felice, come hanno scritto i fan, ma ci arriveremo), è giunto il momento di voltare pagina. L’azienda lo ha scritto anche, d’altronde, con quel “Ricominciamo” subito postato sui social una volta ottenuta la salvezza che sembra suggerire un repentino cambio di pagina per iniziare a stilarne una nuova. E del resto il materiale non mancherebbe nemmeno: pensando ad esempio alla difesa, con Perucchini, Mondonico, Cella (magari nel suo nuovo ruolo da esterno), Martina, Agyemang, il rientro dal prestito di Camigliano e la conferma – che in molti sperano – Di Pasini sarebbe interessante lo spunto per lo zaino in spalla, pensando anche al rinnovo di Paolucci a centrocampo (Saco invece sembra destinato alla Serie B) e sperando che Spagnoli non migri verso altri lidi. Valutazioni premature, ci mancherebbe, perché del resto il ds ancora non c’è, così come non si vede ancora la fumata bianca che sancisce la permanenza di Boscaglia, assolutamente auspicabile.

Ma prima di parlare di mercato, è tempo di fare chiarezza sul futuro del club. Il che non significa accendere gli abbaglianti con frasi ad effetto pronunciate in conferenza stampa, ma più sobriamente eliminare quelle ombre pericolose e preoccupanti quanto le sconfitte e le prestazioni negative. Ben venga la chiusura dell’accordo per il centro sportivo, un mattone importante da posare per costruire un futuro solido, ma nel breve termine servirebbe anche chiarezza su ruoli, competenze e responsabilità per evitare situazioni come quella di un attaccante sfuggito al mercato delle riparazioni a causa della mancata firma arrivata in ritardo o della presenza-assenza (l’ordine può essere modificato a piacimento) di un responsabile dell’area tecnica – elemento non secondario in un organigramma – che è progressivamente scomparso dai radar.

Ecco, adesso che i timori sono fugati e sarà ancora Serie C, forse l’idea di una bella assemblea pubblica, di un incontro con i biancorossi che sono gli unici veri vincitori di questa stagione (5600 persone il Nell’ultimo campionato al “Del Conero” c’è tanta roba, in rapporto alla qualità dell’annata giocata), sarebbe una cosa bella e giusta. Se davvero è “Noi&Voi” come è stato sottolineato più volte, se vogliamo ripartire, farlo sarebbe un gradito primo passo. Perché la Curva Nord lo ha scritto su uno striscione a fine partita: “Questo tormento è finito, Tiong e i giocatori possono insegnarti, questa tifoseria va onorata sempre, dalla prima all’ultima giornata”. Un modo elegante per spiegare come sia necessario imparare dagli errori commessi, per non commetterli più. A buon intenditor poche parole. E lasciamo subito il posto ai fatti. E buona fortuna a tutti.

 
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