Terremoto a Napoli, i guardiani del Vesuvio: «Niente allarmi, manteniamo la vigilanza»

Terremoto a Napoli, i guardiani del Vesuvio: «Niente allarmi, manteniamo la vigilanza»
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«Non si parli di allarme, perché allarme non c’è», il direttore nella sala di controllo dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito guardate i monitor che segnalano ogni tremore della terra e cercate di trasmettere un messaggio rassicurante, anche se ieri il Vesuvio ha fatto sentire la sua potenza con una scossa di 3,1 gradi e il giorno prima i Campi Flegrei hanno dato una vigorosa spinta di 3,9 gradi che si è fatta sentire fino al centro di Napoli.

La scossa di ieri all’alba è stata appena avvertita dalla popolazione dell’area vesuviana e non ha provocato alcun danno, esattamente come quella di sabato nel mare di Bacoli: tanta paura, zero fallimenti, per fortuna. Ieri mattina il Prefetto convocato un incontro per fare il punto della situazione, ha ottenuto anche rassicurazioni dai sindaci delle zone colpite dal sisma, dagli esperti delle Protezione Civile, dallo stesso direttore dell’Osservatorio che si è collegato dalla sede di via Diocleziano, perché non si può abbassare la guardia, nemmeno la domenica mattina.

I segnali

Di Vito e la squadra di sessanta persone che si alternano nella gestione della sala operativa non riescono a tirare il fiato da molti mesi. Guarnigione 24 ore su 24, senza mai abbassare la guardia, neanche a farlo NataleA Nuovi anniA Metà agosto: c’è sempre qualcuno che tiene d’occhio decine di monitor collegati a sismografi e una miriade di altri dispositivi di rilevamento. Quando un dispositivo registra una scossa più intensa, nella stanza risuona il suono di una sirena per attirare l’attenzione. Le misurazioni e i controlli iniziano immediatamente per fornire, entro i primi cinque minuti, un rapporto attendibile da trasmettere alle autorità, Prefettura e Protezione Civile. C’è anche un telefono rosso (è proprio rosso) collegato alla Prefettura per lanciare eventuali, e indesiderati, allarmi immediati.

La posizione dell’epicentro viene individuata con sempre maggiore precisione man mano che i minuti passano e i computer elaborano e sputano i dettagli dell’evento; la grandezza viene misurata con precisione millimetrica da donne e uomini dell’Osservatorio: il processo si ripete più e più volte per restituire un valore inattaccabile, senza ombra di dubbio sulla precisione, perché i terremoti sono una cosa seria e non si può correre il rischio di fornire dati inattendibili.

Le controversie

Il regista sorride Di Vito di fronte all’aggressione sociale che accusa ilOsservatorio fornire notizie “addolcite” per non diffondere il panico o per altri fantasiosi motivi diffusi sul web: «Sono illazioni paradossali. Qui si trovano i più grandi esperti di sismologia e vulcanologia, persone che dedicano la loro intera vita allo studio e alle verifiche sul campo. E poi – dice allargando le braccia – saremmo condannati se diffondessimo dati falsi. I social media non sono sempre affidabili, per questo chiediamo sempre di affidarci ai canali informativi ufficiali”.

Poi c’è anche il grande paura, gridato anche questo sui social, che si sviluppa sul tema dell’ampliamento degli ambiti in cui si avvertono gli shock che si avvertono anche nel cuore di Napoli, nella provincia Occidentale, anche nelle isole, segno, secondo i professori di internet, che l’intensità delle scosse sta visibilmente aumentando. Il regista sospira e, con pazienza, spegne anche quest’altra paura: “Tutto dipende dalla capacità del terreno di ammortizzare o trasportare le onde sismiche”.

Si avvicina ad una mappa del territorio, indica la zona che va verso la collina del Camaldoli «in questa direzione le onde sismiche trovano maggiore resistenza», poi punta il dito verso la zona di Posillipo «Questa via, però, trasporta più facilmente le scosse del terremoto».

Bradisismo

Alla ricerca di chiarezza e serenità sul tema del bradisismo e dei terremoti sequenziali, Di Vito accetta di soffermarsi anche su un altro tema, quello secondo cui nella crisi bradisismica degli anni 80 le scosse non si fecero sentire nemmeno nelle zone città di Napolicome accade oggi.

È in questo momento che il direttore diOsservatorio prende in mano lo smartphone e chiarisce: «Negli anni ’80 non c’erano questi oggetti attraverso i quali fosse possibile avere segnalazioni in tempo reale anche di eventi sismici che solo gli strumenti possono intercettare. Adesso scopriamo che in un solo giorno si verificano tanti terremoti, anche se impercettibili, ma il solo fatto di sapere che sono avvenuti ci fa immaginare un pericolo che non esiste. Ecco, sappiate che non è anormale che ci siano tante piccole scosse durante una crisi di bradisismo come quella attuale”.

Passi per la promessa di chiarire che non c’è nessun allarme, passi per il chiarimento sul dilagare del panico che avviene solo a causa dei social. Ma com’è la vita?Osservatorio Vesuviano nel mezzo della crisi del bradisismo? «Ovviamente siamo sotto pressione, perché gli eventi si susseguono e noi abbiamo il dovere di seguirli, denunciarli, monitorarli. Ma siamo tranquilli, non ci sono segnali di pericolo. Se ce ne fossero saremmo i primi a segnalarlo; se non lo facciamo vuol dire che non c’è bisogno di avere paura”.

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La mattina

 
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